MONTAGNA PISTOIESE – Un “sondaggio” molto partecipato – 511 le schede raccolte – , che ha costretto gli organizzatori ad un grande lavoro di raccolta, riorganizzazione e interpretazione dei dati e che adesso sarà oggetto di due incontri pubblici, domenica 18 a San Marcello (ore 16.30 sala Baccarini) e il successivo lunedì a Cutigliano (ore 17.30 palazzo dei Capitani). Il primo incontro vedrà l’intervento del notaio Antonio Marrese, e sarà moderato dal giornalista Paolo Vannini, il secondo del sindaco di Cutigliano, Tommaso Braccesi, moderato da Maurizio Ferrari. E’ il “questionario sulla gestione della raccolta di funghi” che spazia su diversi altri aspetti: dalla conoscenza del bosco e dei funghi all’attuale normativa sulla raccolta, dalla possibile nascita di consorzi fino alla proposta della Dynamo Camp di istituire una grande Oasi naturalistica sulla Montagna Pistoiese. Quindici quesiti che Federico Pagliai, Gianluca Gavazzi e Daniele Pacelli, tre conoscitori e amanti della nostra montagna, hanno deciso di sottoporre al parere di residenti e frequentatori occasionali dei territori compresi nei comuni di Abetone, Cutigliano, San Marcello Pistoiese e Piteglio alla fine di ottobre e raccolti un mese dopo. Il senso dell’iniziativa, spiegavano i tre nel questionario stesso, è di avere, con le risposte, “una fotografia, la più oggettiva possibile, dello stato in cui versano i boschi e crinali e da lì cercare di sollecitare o trovare delle soluzioni a salvaguardia dell’unico tesoro e valore rimastoci: l’ambiente naturale”.
Le locandine dei due incontri a San Marcello e Cutigliano
Alcune anticipazioni sui dati
Cosa dicono i dati? Molte cose, che nei dettagli saranno presentate nei due appuntamenti di San Marcello e Cutigliano con videoproiezione dei risultati, discussione e proposte. Come anticipazioni si può accennare al fatto che i motivi principali del calo di produzione dei funghi è indicato soprattutto nel numero di raccoglitori (troppi), boschi trascurati e poca educazione ambientale (oltre ai cambiamenti climatici). In genere la normativa è conosciuta bene o abbastanza bene, c’è una certa disponibilità a pagare di più, con il reinvestimento dei proventi in montagna, il personale adibito alla raccolta è ritenuto insufficiente quasi da tutti. Fin qui le differenze fra residenti e non residenti non sono molte né troppo marcate. Sull’ipotesi dell’oasi naturalistica lanciata da Fondazione Dynamo, invece, la differenza è più marcata: in entrambi i casi sono pochi i favorevoli ma mentre la percentuale dei contrari fra i residenti è di circa la metà del campione, per non i residenti è solo di un quarto. Molto alta fra i residenti la percentuale di chi vorrebbe saperne di più, nettamente maggioritaria fra chi non vive in montagna.
