PITEGLIO – Non c’è pace per l’impianto di compostaggio di Tana Termini, nel Comune di Piteglio. Dal mese di luglio un’ordinanza comunale ha impedito il conferimento di nuovi rifiuti a causa dei cattivi odori che emanava ma il problema non si è risolto. La massa di scarti rimasta all’interno, e non più smaltita, continua a propagare un odore insopportabile per chi abita nella zona. La vicenda è annosa ma Legambiente Pistoia e un gruppo di cittadini hanno deciso di lanciare un nuovo allarme affinché si trovi una soluzione immediata ad una vera e propria emergenza. Poi ci saranno da stabilire responsabilità politiche, e di altro tipo, di chi ha permesso, anni fa, che il compostaggio nascesse in quel luogo e chi ha realizzato (male) quella struttura. L’urgenza è ripulire tutto, togliere quel che è rimasto “imprigionato” e mettere fine, una volta per tutte, agli odori nauseabondi.
Servono almeno 600mila euro
Facile a dirsi, non così a farsi dal momento che si stima in 600mila euro la cifra necessaria per sistemare le cose e che la società proprietaria dell’impianto, la Sistemi Biologici srl, si trova in stato di pre fallimento. La Sistemi Biologici è una società mista, pubblico-privata, nata nel 2002, con il 51% delle quote societarie di Cosea (Consorzio di servizi ambientali che serve ben 22 comuni dell’Appennino Tosco-Emiliano) e il 49% di soci privati. “Arpat e Als dicono che è pericoloso per chi ci abita – spiega Antonio Sessa presidente del Circolo Legambiente Pistoia -. L’assessore regionale Federica Fratoni non ha concesso la riapertura come richiesto dall’azienda che gestisce Tana Termini. Quell’impianto deve essere bonificato e chiuso”.
“Sprecati almeno 6 milioni di euro”
Un impianto, sottolineano i cittadini che conoscono il problema sulla propria pelle e Legambiente, i cui limiti erano evidenti fin dall’inizio. “Ne iniziarono a parlare nel 2004 e dal 2010 entrò in funzione nonostante in molti, e noi fra questi, contestassero la localizzazione, in un’area a due passi da un fiume e da una strada di grande comunicazione – prosegue Sessa -. Si sono sprecati diversi milioni di euro, ad andar cauti almeno sei”.
I cittadini stanchi dei cattivi odori
“Da anni si sentono, anche a distanza di chilometri, cattivi odori. La qualità della vita è crollata così come il valore degli immobili e la possibilità di lavorare con attività commerciali. Per fare qualsiasi intervento siamo ingabbiati da vincoli su vincoli e ci siamo visti nasce accanto una struttura del genere. Un vero paradosso”, sottolineano Marco Nesti, un ristoratore che insieme a Luciano Marcacci, titolare di un agriturismo, Giuseppe Biondi e a molti altri cittadini della zona è impegnato in questa battaglia a fianco di Legambiente. Battaglia legale – “si spera che dalle indagini emergano i responsabili anche a seguito del nostro esposto alla Procura della Repubblica di Pistoia” – e ambientale. “Non escludiamo neppure il reato ambientale”, conclude Sessa.