Ambiente  |  settembre 6, 2016

Sui pipistrelli un’infinità di luoghi comuni

Sono tante le dicerie da sfatare su questi mammiferi volanti: non si attaccano ai capelli, non sono ciechi, si nutrono solo di insetti. Al contrario i chirotteri sono molto utili all'ecosistema. Sull'Appennino Pistoiese studiati da anni sopratutto nelle Riserve naturali del Corpo Forestale dello Stato. A Pian degli Ontani, Abetone, Campolino e Acquerino si trovano specie di grande pregio. Alcune immagini degli esemplari presenti sull’Appennino nel film di Salvatores “Italy in a day”

di

Tempo di lettura: circa 4 minuti

I rapporti tra gli esseri umani e i pipistrelli sono sempre stati improntati, da tempi immemorabili, su una reciproca diffidenza, giustificata da parte dei Chirotteri, ma solo in piccola misura comprensibile da parte della specie umana. Purtroppo ancora oggi, nel secondo millennio intriso di super tecnologie e di informazioni di tutti i tipi che viaggiano sul web, molte persone conoscono i pipistrelli solo nella loro dimensione fantastica, cioè terribili mostriciattoli ciechi, avidi divoratori di sangue e strenui appassionati di chiome di inermi fanciulle. E allora sfatiamo subito i miti più comuni: non si attaccano ai capelli e non sono ciechi. In Europa si nutrono solo di insetti.

Oltre 1200 specie nel mondo

L’Ordine dei Chirotteri è rappresentato a livello mondiale da oltre 1200 specie, che sono circa il 30% di tutte le specie di mammiferi ad oggi conosciute. Nel territorio italiano sono presenti attualmente ben 33 specie, che rappresentano circa un terzo della mammalofauna del nostro paese. Malgrado la loro grande importanza nell’economia generale degli ecosistemi, soprattutto forestali, ed il fondamentale ruolo nel mantenimento della biodiversità degli habitat, molte specie sono in forte declino.

Un aiuto all’ecosistema

Varie ricerche hanno evidenziato che i pipistrelli sono particolarmente sensibili al degrado ambientale e proprio questo ruolo ecologico fondamentale in molti ecosistemi terrestri li caratterizza come uno dei gruppi animali maggiormente importanti per la conservazione. Le necessità primarie dei pipistrelli sono rappresentate dalla disponibilità di rifugi adeguati (alberi vetusti, case rurali, edifici storici, grotte e cavità artificiali) e da buone aree di foraggiamento, dove si possano alimentare di insetti, loro prede per eccellenza. Sia i rifugi che le zone di caccia risultano fortemente ridotte; le cause principali possono essere ricondotte in primis alla perdita di qualità delle superfici forestali per la prevalenza, nella gestione forestale, della pratica della ceduazione, che riduce la biodiversità delle prede e la disponibilità dei rifugi; alla bonifica delle zone umide e al taglio della vegetazione ripariale, alla banalizzazione strutturale delle aree agricole, che è passata da una composizione di eco mosaici formati da campi, frutteti, siepi e relitti forestali, ad un’agricoltura intensiva e spesso monocolturale. Infine, non meno importanti sono l’impatto dei pesticidi, che si accumulano in dosi letali nei pipistrelli attraverso le prede avvelenate, ma anche quello delle sostanze tossiche utilizzate per il trattamento di vari materiali (ad esempio le travi in legno dei sottotetti). Tutte le specie di Chirotteri sono strettamente protette dall’attuale normativa italiana, che recepisce anche le più importanti Direttive europee.

La presenza sul nostro Appennino

Sull’Appennino Pistoiese vengono studiati da molti anni, in particolare nelle Riserve Naturali del Corpo Forestale dello Stato: Pian degli Ontani, Abetone, Campolino, Acquerino. In questi luoghi ci sono specie di elevato pregio conservazionistico, come la Nottola Gigante (Nyctalus lasiopterus), la più grande specie europea, assai rara, la Nottola Comune (N. noctula), la Nottola di Leisler (N. leisleri), il Vespertilio di Bechstein (Myotis bechsteinii), per citarne solo alcune delle oltre 20 specie segnalate. Questa bellezza è stata compresa anche dal regista premio Oscar Gabriele Salvatores, che ha inserito le immagini sui pipistrelli dell’Appennino Pistoiese nel suo social movie “Italy in a day”.
Gli ecosistemi del nostro Appennino sono di qualità elevata, ed un’ulteriore dimostrazione sta proprio nella biodiversità in Chirotteri, in quanto sono degli ottimi indicatori della qualità ambientale. Sono specie assai esigenti e fragili, che scompaiono quando gli ambienti si degradano. E in questo caso si avvia un ulteriore peggioramento, perché i pipistrelli, nutrendosi di insetti, sono regolatori di zanzare, pappataci, mosche, e di tutti i parassiti delle piante. Ed ecco che siamo costretti ad immettere nell’ambiente veleni di ogni tipo per diminuire gli insetti dannosi, innestando così un circolo vizioso che compromette la salute degli ecosistemi, ed anche la nostra.

Il monitoraggio nella Provincia di Pistoia

Per conservare i Chirotteri dobbiamo prima di tutto conoscere la presenza delle varie specie in un territorio, le aree dove si alimentano, i rifugi che utilizzano, e per questo sono necessarie ricerche sul campo e monitoraggi prolungati negli anni. In Provincia di Pistoia, grazie ad un finanziamento regionale e ad alcuni partner, nel 2014 si è avviato un progetto di monitoraggio dei Chirotteri, dell’Avifauna svernante e nidificante e del lupo, che speriamo possa continuare anche nel 2015. Sarebbe importante anche che dai cittadini potessero arrivare segnalazioni della presenza di colonie di pipistrelli del territorio, per mappare nella maniera più completa possibile queste importanti presenze, e mettere così in atto azioni concrete per la loro conservazione. In caso di ritrovamento di esemplari in difficoltà o neonati, essendo specie protette e assai delicate, occorre comunque contattare prima possibile chirotterologi esperti, reperibili sul sito del GIRC (Gruppo Italiano di Ricerca Chirotteri, www.pipistrelli.net) e consegnare gli animali entro 24 ore dal rinvenimento al più vicino Centro di Recupero Autorizzato per la Fauna Selvatica.


La Redazione

Con il termine La Redazione si intende il lavoro più propriamente "tecnico" svolto per la revisione dei testi, la titolazione, la collocazione negli spazi definiti e con il rilievo dovuto, l'inserimento di immagini e video. I servizi pubblicati con questa dizione possono essere firmati da uno o più autori oppure non recare alcuna firma. In tutti i casi la loro pubblicazione avverrà dopo un attento lavoro redazionale.