IL VIVAIO COM’ERA
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Foto gentilmente concesse da Roberto Prioreschi
IL VIVAIO COM’E’
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Foto di Roberto Prioreschi
MARESCA (SAN MARCELLO) – Nei tempi in cui agli alberi era dedicata una festa e i ragazzi delle scuole interravano le piantine accompagnati dai propri insegnanti, la nostra Montagna poteva contare su alcuni vivai destinati al ripopolamento arboreo. Quello più strutturato, fra l’altro uno dei più grandi d’Europa, era a Maresca.
Tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 del secolo scorso, al “Piantinaio”, come veniva chiamato, lavoravano non meno di venti persone con compiti diversi, per far si che il vivaio avesse le caratteristiche di funzionalità e di modernità.
Gli ampi terrazzamenti, contenuti da muri in pietra e serviti da un razionale sistema viario di servizio, nonché i due fabbricati principali, adibiti ad alloggi e rimesse, ne costituivano l’ossatura, secondo una logica, anche estetica, di gran pregio. Inoltre il vivaio rappresentava un vero e proprio punto di riferimento sociale e culturale dell’intera area montana, anche perché, alla base c’era una scelta politica nazionale di sostegno alle aree depresse, rappresentata dal Piano Fanfani.
Oggi spiace constatare l’abbandono di una struttura sostanzialmente ancora integra e spiace constatare l’assenza di una politica nazionale per le aree montane che guardi al futuro. Ma siamo proprio sicuri che il “Piantinaio” di Maresca non potrebbe avere un domani, magari gestito da menti più illuminate e lungimiranti?