LE PIASTRE (PISTOIA) – Questa mattina (giovedì 18 agosto) di buon’ora stavo leggendo un’intervista rilasciata al Corriere della sera al prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento immigrazione del Viminale, nella quale lancia l’idea di coinvolgere i migranti in attività lavorative. Apro la posta elettronica della Voce della montagna e trovo una lettera sul tema, direi decisamente poco diplomatica, della Pro loco delle Piastre (che pubblichiamo qui di seguito) che lamenta l’arrivo di un altro consistente numero di migranti a due passi dal paese, senza alcuna comunicazione ufficiale in una struttura, dicono i piastresi, a suo tempo presentata come futuro agriturismo. Direte cosa c’entra il Viminale con un paesino della Montagna pistoiese. C’entra. Perché al di là della polemica diretta al Comune di Pistoia – che avrà ovviamente tutto il tempo e il modo di far far conoscere la sua “versione dei fatti” – c’è un tema generale di gestione del fenomeno migranti che investe chiunque abbia un minimo di buon senso. Non saremo certo noi a tentare analisi raffinate e indicare soluzioni su un problema di portata nazionale, anzi internazionale. Noi vorremmo limitarci a offrire uno spazio di riflessione e confronto a quanti, a vario titolo, possono influire su alcune decisioni che interessano i nostri territori: la Prefettura, i Comuni, le associazioni che gestiscono gli spazi dove i migranti sono ospitati, gli operatori del volontariato, le comunità locali.
Pubblichiamo integralmente la lettera delle Pro loco come avvio di un approfondimento che faremo, nei prossimi giorni, nelle prossime settimane. Noi crediamo che così come esiste un problema generale, ci sono senz’altro difficoltà specifiche legate al nostro comprensorio. Lo dimostrano gli episodi dei giorni scorsi ad Abetone, altre segnalazioni di disagio rimaste sotto traccia, e adesso questa dura presa di posizione; tra l’altro proprio della Pro loco delle Piastre che è sempre sembrata essere, e lo è effettivamente stata, molto attenta ad integrare il gruppo di profughi, con risultati sicuramente lusinghieri.
Come detto, al di là di questa presa di posizione e altre che immaginiamo seguiranno, vogliamo offrire il nostro spazio web per capire, e far capire ai nostri lettori, a che punto siamo giunti con la gestione dei migranti, soprattutto nei piccoli paesi. E cosa è possibile immaginare per il futuro, anche alla luce di quanto pare emergere proprio in queste ore.
La lettera
“Non era certo questa l’idea di ripopolamento della montagna che la Pro Loco ‘Alta Valle del Reno’ aveva auspicato e richiesto come impegno politico al Comune di Pistoia. Del resto è stato di parola il sindaco quando in una assemblea pubblica a Le Piastre promise che il tetto massimo dei migranti sarebbe stato inferiore a 50 unità, visti gli 80 abitanti residenti. Infatti i nuovi 40 profughi sono stati insediati a 3 km di distanza dal paese (paese più vicino: Le Piastre).
Naturalmente gli abitanti sono stati tenuti all’oscuro di tutto ciò, anzi, la struttura di accoglienza in questione era stata presentata come un agriturismo e quindi una bella opportunità turistica.
In occasione del primo insediamento il paese di Le Piastre si è mostrato accogliente e disponibile verso i profughi e con le cooperative ma ha ricevuto tutto questo come ringraziamento. Come sempre il profitto supera la lealtà.
Ormai è chiaro a tutti che tali operazioni sono fonte esclusivamente di grandi affari.
Non è azione umanitaria quella di lasciare a bivaccare uomini nel fiore degli anni senza progetti e impegno lavorativo, senza neanche permettere loro di spazzare perché la granata potrebbe cadere su un piede del migrante e… fratturarglielo”.
Pro loco Alta Valle del Reno
Le Piastre