L'arte artigiana  |  maggio 2, 2016

La ceramica di Britta, design tedesco e artigianato italiano. Ovvero la fusione perfetta

 La stilista di Amburgo vive da anni a due passi da Cireglio. La sua collezione, “Mani”, prodotta con argilla bianca nelle fabbriche di Montelupo Fiorentino e Faenza. Adesso anche un piccolo show room a Capostrada. "Questo lavoro mi ha insegnato quanto sia facile scaricare una app o rispondere a una e-mail e quanto sia difficile saper usare le proprie mani"

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CIREGLIO – Lo stile del nord che incontra l’artigianato italiano, le forme e il design tipici dell’Europa settentrionale, la Germania dalla quale proviene ma non solo, che si mescolano alla tradizione della produzione manuale del Bel paese. Dovendo trovare una sintesi al lavoro della stilista tedesca Britta Hermann, diremmo che è tutta racchiusa qui. Come lei stessa spiega: “E’ un incontro tra culture. Le mie idee, il mio design e l’effetto della cultura italiana”. E ancora, più nel dettaglio: “Non cerco qui un qualcosa di tecnico, perfezionato al computer. Tutto nasce da una lunga riflessione tra me e l’artigiano, lo sporcarsi le mani, il provare e riprovare, il cercare sempre soluzioni creative, è la chiave di questa fusione”. Tedesca di Amburgo, ormai da oltre dieci anni vive in Toscana, sulla bassa montagna pistoiese, alla Trappola (tra Borghetto e Tani), un gruppetto di abitazioni sulla via Modenese, poco prima di Cireglio, in una vecchia casa circondata da olivi e galline. Poco più giù, a Capostrada, in via Modenese 105, c’è il suo piccolo show room, visitabile su appuntamento.

Lo showroom di

Lo showroom di Britta

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Da Amburgo alla montagna pistoiese

Dopo aver vissuto gran parte della sua vita in una grande città come Amburgo, Britta ha trovato proprio sulla montagna pistoiese ciò che le era sempre mancato: l’integrazione della propria vita con i ritmi della natura, poter assaporare la lentezza e la profondità delle cose, un panorama bellissimo da scoprire e ammirare continuamente. Britta ha scelto l’Italia perché da sempre è affascinata dai colori vibranti, il profumo, la natura e naturalmente l’”arte di vivere” e in Italia ha continuato la sua personale ricerca nel campo dell’”Italian Artisanal Handicraft”. La collezione di ceramiche si chiama MANI (se ne può avere un saggio sul sito www.maniceramics.com), un lavoro creato, appunto, “con le mani e con il cuore”. E così, con le mani e con il cuore, la designer tedesca modella le forme dei suoi oggetti, insieme agli artigiani con i quali collabora, soprattutto nelle fabbriche di Montelupo Fiorentino e Faenza. Il risultato di questo lavoro non ha davvero nulla in comune con i tipici souvenir, spesso dall’aspetto un po’ kitsch. Al contrario, siamo di fronte a linee pulite e un tocco delicato, scandinavo nell’immagine. La sottile differenza sta nel know-how italiano. “Qui esistono ancora le piccole manifatture, uomini che hanno svolto il loro mestiere per oltre 40 anni”, spiega ancora Britta Hermann.
Certo viene da chiedersi se per una donna del nord Europa il lavorare qui non le abbia creato qualche difficoltà. Britta ridimensiona questo aspetto: “Inizialmente ho dovuto impiegare un po’ di tempo per far capire che non intendo le dieci quando fisso un appuntamento per le nove e che se dico rosso non intendo giallo. Oltre naturalmente ai problemi del come farsi rispettare in quanto donna in un mondo, quello dei ceramisti ancora molto maschilista. Ma qui si esaurisce quello che potrei definire una differenza nel modo di fare ‘tipico tedesco’, che ho portato con me da Amburgo a Pistoia. L’Italia è caotica ma anche accattivante, ospitale e un po’ folle”, sottolinea ancora la designer.

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Da un pezzo di carta alla ceramica

E il lavoro, invece, come nasce? “Da un piccolo schizzo, una forma bidimensionale disegnata su un pezzo di carta”, spiega. Dal momento che non potrebbe mai realizzare da sola un prototipo di otto chilogrammi, la designer ha bisogno della collaborazione di più soggetti, a partire da un tornitore. Una volta realizzata la nuova forma, la si deve far asciugare all’aria per un paio di giorni. Dopo alcuni giorni di tempo per l’asciugatura, il materiale del prototipo è ancora lavorabile e pronto per prendere la sua forma finale. L’artista lavora adesso sulle linee e gli spigoli. Si passa quindi alla cottura, che dura 12 ore, in forno, ad una temperatura che può raggiungere i 1040 gradi. A questo punto il vaso è pronto per il tocco finale. A differenza dei suoi colleghi che preferiscono il cotto rosso, la Herrmann predilige lavorare con argilla bianca. I colori che usa sono tutti senza piombo e vengono dipinti direttamente sulla ceramica. Una rivestitura quindi di cristallina. Il pezzo infine deve trascorrere altre dieci ore in forno, a poco meno di 1.000 gradi. Solo così è finalmente pronto ad uscire in piccole serie dalle fabbriche.

La capacità di usare le proprie mani

“Da quando lavoro con questi uomini, ho imparato quanto sia facile scaricare una app o rispondere a una e-mail. Davvero difficile, però, è la capacità di sapere usare le proprie mani o conoscere il motivo perché gli smalti sbollano qualche volta. Il tesoro dei mestieri dell’Italia si trova nello spirito e nelle competenze di questi uomini. Ma in futuro tutto questo rischia di non venire più tramandato, senza per altro che sia stato in precedenza documentato. Cosa ci riserva il futuro, non è scritto da nessuna parte. Per questo è importante impegnarsi a continuare a farlo vivere”.


Paolo Vannini

Laurea in scienze politiche, giornalista professionista dal 1998, ha lavorato nei quotidiani La Nazione e Il Giornale della Toscana (edizione toscana de Il Giornale), è stato responsabile dell'Ufficio comunicazione del Comune di Firenze, caporedattore dell'agenzia di stampa Toscana daily news, cofondatore e vice direttore del settimanale di informazione locale Metropoli. Ha lavorato presso l'Ufficio stampa di Confindustria Toscana, ha collaborato e collabora per diverse testate giornalistiche cartacee e on line - fra queste il Sole 24 ore centronord, Il Corriere Fiorentino (edizione toscana del Corriere della Sera), Radio Radicale - si occupa di uffici stampa e ghost writing.