PAVANA (SAMBUCA) – Dal 12 Ottobre scorso la sede storica di Pavana della Banca Intesa San Paolo, ex Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, ha chiuso i battenti lasciando i cittadini dell’intero Comune di Sambuca senza l’ennesimo importante servizio. Si tratta della scelta comune a moltissimi istituti bancari, che hanno deciso di abbandonare i territori montani e più disagiati. Una simile smobilitazione crea disagio ai territori rurali ed alle comunità di montagna e di fatto non rispetta l’Italia minore dei tanti piccoli comuni e dei borghi dislocati geograficamente.
Una fuga che non ha nulla di lungimirante rispetto ad un futuro forzatamente orientato verso una economia circolare e sostenibile, verso un equilibrio nello sviluppo e verso il superamento di un lungo processo economico che ha prodotto sperequazioni geografiche e sociali. Ma in ultima analisi non si tratta solo di una fuga, ma anche di una vera e propria abdicazione rispetto alla lunga storia bancaria fatta di valori, solidarietà e di costruzione di solidarietà.
Le riflessioni del Sindaco Marco Breschi
Della sede bancaria recentemente chiusa rimarrà un bancomat, che il sindaco di Sambuca Marco Breschi è riuscito ad ottenere tramite una interlocuzione personale e riservata. “Nella nostra terra – spiega il primo cittadino – la chiusura dell’unica filiale bancaria esistente è stata vissuta dai residenti con silenziosa rassegnazione, quasi il segno di un amaro destino, della definitiva proclamazione della parola ‘fine’ di un’epoca. Se poi si pensa che a breve chiuderanno lungo, la Statale 64, alcune piccole botteghe di prossimità, che costituiscono altrettanti servizi sociali, potrebbe sembrare davvero una sconfitta definitiva, un tramonto senza alba. Eppure la recentissima riapertura della Trattoria in Piazza del Comune, a Taviano, e la speranza di poter attrarre una banca più votata al territorio e meno propensa agli algoritmi, ci fanno credere fermamente ad una possibile inversione di tendenza”.
Il ruolo di Comune e Regione
“Il Comune – continua Marco Breschi – è disposto a fare con coraggio la sua parte ed a sostenere chiunque vorrà impegnarsi in un percorso rivoluzionario di fiduciosa rinascita, ma è necessario il sostegno della Regione che, almeno nelle parole del suo presidente Eugenio Giani vuole dare attenzione alla ‘Toscana diffusa’, ossia favorire uno sviluppo equilibrato al territorio regionale, salvaguardandone le diffuse specificità. Per questo noi sambucani speriamo che il presidente Giani riservi una particolare attenzione a quelle aree della Toscana dimenticata che più di altre vivono un vero e inarrestabile processo di abbandono e di sperequazione economico-sociale. L’attenzione deve essere immediata per Sambuca Pistoiese, porzione sofferente di questa Italia dimenticata – conclude Breschi -. Il tempo è finito, non ci sono più margini di attesa. La desertificazione antropica e socio-economica della nostra terra è ormai dietro l’angolo”.