Niccolò Rossi, 28 anni, vive a Pian di Novello e dopo aver svolto diversi lavori ha deciso di diventare coltivatore diretto e di continuare l’attività dei suoi avi, sebbene con idee imprenditoriali moderne. Ma le istituzioni aiutano i giovani che non vogliono lasciare i propri borghi montani?
Bisogna risalire la stretta valle del Sestaione, fino a Pian di Novello, per incontrare Niccolò Rossi, un giovane di 28 anni, che abita nell’ultima casa prima della riserva di Campolino. Da qui si gode di un panorama fascinoso; di fronte le rocce del Monte Torto e, poco più in basso, la leggendaria Torre del Fattucchio, che Giuseppe Lipparini ha immortalato in uno dei suoi Racconti di Cutigliano.
Barba folta da montanaro vero e sguardo deciso, si capisce subito che ama la propria scelta di vita quando guarda con orgoglio i campi terrazzati ed il giardino fiorito che con tenacia ha strappato alla macchia. “Del resto – ci dice – il mio bisnonno prima di morire si era raccomandato di non far ingoiare dai prunai i suoi campi, a cui teneva particolarmente perché vi faceva pascolare il suo gregge di pecore. Io, invece, ho deciso di allevare alpaca, animali gentili e intelligenti da cui traggo la lana che porto alla filanda del Ponte Sestaione. Più filiera corta di così! Inoltre c’è un risveglio presso i giovani del lavoro all’uncinetto, per il quale è ricercato questo tipo di lana”.
Lana e altri prodotti
La lana che Niccolò produce è per il 70% di alpaca e per il 30% derivata da pecore rigorosamente allevate nella Montagna pistoiese e tre sono i colori che commercializza: il bianco, il grigio e il marrone.” Degli alpaca – continua Niccolò – vendo anche il pregiato concime, ricco di azoto e ottimo per i fiori e per le piante officinali, che faccio seccare e insacchetto in confezioni da 15 chilogrammi. Un’altra caratteristica di questo tipo di concime è legata al fatto che questi camelidi non si cibano di piante infestanti e quindi i loro escrementi sono assolutamente privi di quei semi. Tuttavia ho deciso di preparare anche prodotti cosmetici naturali, ricavati da piante autoctone, come l’achillea e l’iperico, che ricerco nella nostra valle, perché noi sottovalutiamo la grande biodiversità delle nostre essenze forestali e preferiamo comprare ciò che viene da lontano. Un buon montanaro deve, però, ingegnarsi a fare anche altri lavori integrativi della mia attività principale e mi adatto a fare tutto pur di rimanere su questi monti e viverci dignitosamente”.
Un bagaglio di esperienze, le più varie
“Dopo aver conseguito a San Marcello il diploma di ITIS Indirizzo meccanico – dice ancora Niccolò -, ho cercato di fare le più varie esperienze, lavorando come cameriere, come operaio in fabbrica, come bagnino, doppiatore nel cinema e nei cartoni animati e come boscaiolo: inoltre ho frequentato l’Accademia d’arte per tatuaggi, ma mi sono accorto che la mia passione è vivere a contatto con la natura, che è anche la mia filosofia di vita e soprattutto amo questa valle anche perché la gente mostra di credere ancora in un valore antico, quello della solidarietà. La riprova è che al bisogno trovi ovunque chi ti dia una mano”.
Questa dimensione sociale Niccolò la esplica anche come Presidente dell’Associazione “ La damigiana in festa”, che organizza eventi sportivi e culturali. “Nello scorso mese di Giugno – conclude Niccolò Rossi – la nostra associazione ha organizzato la tappa La Motta-Pian degli Ontani per il campionato italiano di Speed Down (la gara dei carretti) e una quarantina di giovani del volontariato locale ci hanno data una mano, a dimostrazione che la nostra valle è viva”.
Quali incentivi per questi giovani?
Parlando con Niccolò e vedendo il convinto trasporto emotivo con cui accompagna le sue parole, vien da chiedersi cosa facciano le nostre istituzioni locali, provinciali e regionali per consentire a giovani come lui, e ce ne sono più di quanto si creda, di realizzare i propri sogni e di vivere in montagna e di montagna. E’ possibile che si opponga loro solo vincoli, divieti, normative assurde di stampo bizantino? Non si riesce a capire che sono giovani come Niccolò che rappresentano il futuro della nostra montagna, che si sta isterilendo di presenze umane e di prospettive intelligenti e che nello spazio di trent’anni rischia la desertificazione demografica?
E infine, perché i sindaci, che sono anche i primi cittadini dei nostri esangui comuni montani ,non pensano ad una sintonia di intenti e ad una progettualità comune che consenta loro di far sentire alta la propria voce nei luoghi istituzionalmente deputati a delineare politiche e opportunità di vita e di lavoro anche nei nostri luoghi meno accarezzati dalla fama mediatica?
Per info: Azienda agricola GRAN BURRONE- Allevamento alpaca e piante officinali, Via Pian di Novello 21, Abetone-Cutigliano
Niccolò Rossi: cell . 3384462181.