SAMBUCA – Ogni volta che piove con intensità un po’ maggiore, la montagna soffre: smottamenti, crolli, piccole e grandi frane cadono sulle strade o addirittura le spazzano via e impediscono l’accesso a borghi piccoli e grandi.
Questa volta è successo anche al paese di Sambuca Castello, uno dei più fascinosi del nostro territorio montano: martedì 10 gennaio un vecchio muro di retta è collassato poco prima dell’abitato ed ha invaso la carreggiata creando disagi agli abitanti.
E’ la conseguenza della storica incuria che da più di 50 anni avvelena tutta la Montagna pistoiese e che, stando così le cose, non può far altro che peggiorare le condizioni di ambienti e territori.
E sarebbe ingeneroso attribuire tutte le responsabilità di questi disastri agli amministratori locali; non che in parte non le abbiano, ma sarebbe come guardare il dito e ignorare la luna.
Essi sono in prima linea a subire le conseguenze della miopia e della superficialità di coloro che rivestono incarichi ben più importanti e che non decidono, o non vogliono decidere, sull’avvenire delle terre alte, nazionali e regionali, occupandosi magari solo di microscopiche porzioni di esse.
Il caso di Sambuca Castello
Sambuca Castello, poi, è un caso davvero particolare; dei vecchi sambucani non ce n’è più nemmeno uno e quelli che c’erano hanno venduto le loro proprietà. In compenso negli ultimi anni si è verificato un fenomeno apparentemente inspiegabile: diversi cittadini provenienti da Pistoia, Bologna e Firenze hanno acquistato casa in questo antico borgo e vi trascorrono tutti i fine settimana e le vacanze. Ultimamente c’è perfino qualcuno che vi ha preso residenza fissa.
Non deve stupire che la gente metropolitana ricerchi in questi posti fuori mano tranquillità, pace e una dimensione più a misura d’uomo e quando può fugga dalle caotiche città ed è probabile che in un futuro non molto lontano questo trend aumenti.
Ma le potenzialità di Sambuca Castello sono anche altre. Per il Giubileo del 2000 nella grande canonica della Chiesa è stato realizzato, con risorse pubbliche, un ostello che è rimasto aperto solo per poco tempo. Da una decina di anni è inspiegabilmente chiuso, proprio mentre sta prendendo forza la riproposizione delle vie storiche, che attirano pellegrini e camminatori da ogni dove. La via Francesca della Sambuca, che congiungeva Pistoia a Bologna, è una di queste vie e passa proprio dall’abitato di Castello. E’ un peccato mortale che una struttura come l’ostello, che potrebbe esser utile alla comunità e creare anche qualche posto di lavoro, rimanga inutilizzata e mi immagino quale diversa sorte avrebbe questo prezioso bene se si fosse trovato in Trentino o in qualche altra regione virtuosa!
Intanto teniamoci la frana, metafora della Montagna pistoiese e di molte altre Montagne nazionali e continuiamo a tacere di fronte ai silenzi della politica, noi tutti, i sindaci e chiunque abbia responsabilità pubbliche e istituzionali.