Ambiente, Economia  |  giugno 18, 2022

La nascita dei G.A.L. per favorire la competitività agricolo forestale delle aree montane

Alla scoperta dei Gruppi di Azione Locale e in particolare di quello MontagnAppennino, formato da una cordata di enti pubblici, aziende private e associazioni dei territori montani. La presidente Marina Lauri: “La strategia di sviluppo incentrata sulla connessione tra pubblico e privato”. Agricoltura, turismo, artigianato, commercio e cultura i settori privati beneficiari. Tra quelli pubblici rinnovamento dei villaggi, infrastrutture turistiche e cultura

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Nel marasma attuale di leggi, regolamenti, norme europee, progetti comunitari, sigle più o meno comprensibili, che portano con sé un nuvolone nero di pratiche burocratiche, i cittadini e le aziende si sentono schiacciati e vittime di scelte calate dall’alto e spesso estranee ai bisogni locali.

Per questo una parte delle risorse stanziate a livello europeo vanno perse o almeno non raggiungono gli obiettivi per cui sono state pensate.

Per invertire la logica di tale processo sono nati, per disposizione comunitaria, i G.A.L., cioè i Gruppi di Azione Locale, che si occupano di favorire la competitività agricolo forestale delle aree montane e nel contempo di promuovere l’ambiente e gli spazi rurali.

Ogni G.A.L. è formato da una cordata di enti pubblici, aziende private e associazioni dei territori montani e si fa interprete delle esigenze e delle istanze locali con l’intento di gestire e indirizzare risorse europee su obiettivi partecipati e condivisi.

IL G.A.L MontagnAppennino

  Marina Lauri

In Italia i G.A.L sono circa 200 e si occupano di vari settori.

Per quanto ci riguarda, il nostro G.A.L di riferimento è denominato MontagnAppennino, è una società consortile senza scopo di lucro, ha sede a Borgo a Mozzano e comprende i territori di Lucca e Pistoia. E’ stato costituito nel 2016 e dal 2018 ne sono presidente Marina Lauri e direttore Stefano Stranieri. I comuni della Montagna pistoiese coinvolti sono Abetone-Cutigliano,San Marcello Piteglio, Marliana e Sambuca Pistoiese.

Non ne fanno parte, speriamo ancora per poco, le zone montane del Comune di Pistoia, cioè Cireglio, Le Piastre, Pracchia e Orsigna, a causa di bizzarrie amministrative tutte italiche e ormai incomprensibili.

Gli obietttivi

Tra gli obiettivi di MontanAppennino c’è soprattutto il contrasto all’abbandono ed all’incuria nelle zone rurali, non a caso “L’ultimo bando che abbiamo promosso – dice la presidente, Marina Lauri – è rivolto alla rigenerazione delle comunità e rappresenta una risposta che speriamo efficace alle strategie di sviluppo locale ed alle criticità dovute agli eventi emergenziali di questi ultimi anni. Le comunità stanno diventando sempre più strumenti di promozione e gestione dei territori e si stanno riappropriando di un ruolo determinante nelle politiche locali di sviluppo. Queste ultime, insieme alle istituzioni, possono dare risposte dove mancano servizi e strutture essenziali alla residenzialità

ed al miglioramento della qualità della vita in queste aree. L’importante è aprire spazi alla relazione, a percorsi e ad un’intraprendenza comune e per far questo lo strumento è la rete, il coinvolgimento di vari attori istituzionali e privati, rimettendo al centro le persone e la loro rinnovata volontà di vivere in luoghi rurali, fino a poco tempo fa ritenuti marginali”.

Le difficoltà che permangono

La sfida di vivificare le nostre terre alte è ardua, ma non impossibile, viste anche le nuove aspirazioni di un sempre più numeroso gruppo di persone che lasciano le nostre caotiche città; purtuttavia permangono numerose difficoltà, che si potrebbero definire “strutturali”.

Prima di tutto i numeri, “pregressi”, della nostra montagna, in termini di abitanti, gestione territoriale ed ambientale, infrastrutture, che scontano un cinquantennio di incuria, e poi la burocrazia che certo non ne facilita lo sviluppo. A questo proposito la stessa Lauri afferma che “la farraginosità delle normative, ma soprattutto delle procedure di accesso ai finanziamenti rappresenta sicuramente una criticità. Queste regole, che derivano da norme e regolamenti di diverse origini e fonti, necessitano di essere coordinate per rispondere alle esigenze ed alle diverse tempistiche che caratterizzano le attività del settore pubblico e di quello privato. La strategia di sviluppo del G.A.L è incentrata proprio sulla connessione tra pubblico e privato per favorire il dialogo, lo scambio e la necessaria correlazione per una crescita territoriale integrata. La complessità può essere superata attraverso azioni di semplificazione e di politiche sempre più vicine alle esigenze dei territori ed alle specificità degli stessi. Credo che il metodo utilizzato dai G.A.L faciliti questo percorso di ascolto e di vicinanza e che possa essere un modello per le strategie di sviluppo future”.

I numeri del Gal MontegnAppennino

 

Per parlare, poi, di numeri relativi all’attività di MontagnAppennino, la presidente puntualizza: “I progetti che sono stati realizzati sono 163. Tra i beneficiari privati si individuano 5 settori: agricoltura, turismo, artigianato, commercio e cultura: Tra i beneficiari pubblici, i settori sono: rinnovamento dei villaggi, infrastrutture turistiche e cultura. Molti progetti sono in fase di chiusura e gli esiti sono visibili sul sito WWW.galmontagnappenino.it e sulle pagine social”.

 

Uno sguardo al futuro

Il cammino, dunque, è lungo e non privo di ostacoli ma bisogna guardare al futuro ed avere una visione strategica della Montagna che vogliamo lasciare alle generazioni che verranno; ciò che non serve è l’elettoralismo,l’approssimazione,la gestione settoriale, il campanilismo che, pur latente, permane ed il regolismo esasperato che complica la vita a chi vuole intraprendere in Montagna. Invece ciò che serve è: semplificazione normativa, revisione urgente dei regolamenti forestali ed uniformità delle norme urbanistiche in tutti i territori montani, ma soprattutto un nuovo patto tra Pubblico e Privato ispirato alla collaborazione ed al rispetto reciproci.


La Redazione

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