Cammini, La Voce in Cammino, Rubriche  |  marzo 19, 2022

La Voce in Cammino – Emanuela sulla Via Francesca della Sambuca

Nuova intervista per la rubrica dedicata alle testimonianze dei pellegrini. Il racconto di viaggio, in solitaria sulla Via Francesca della Sambuca, di Emanuela Tomaselli: "Auguro ad ognuno di voi, di poter dire un giorno 'L’ho vissuto anche io”"

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Tempo di lettura: circa 26 minuti

La Parola e il Cammino hanno parecchio in comune. Entrambi stimolano la riflessione, ci proiettano verso l‘incontro (con Sé e con l’Altro) e favoriscono la condivisione. Mossi da queste premesse, in occasione della mostra fotografica “Pistoia in Cammino” del 2021, abbiamo lanciato una nuova rubrica intitolata “La Voce in Cammino”. Siamo andati incontro ai pellegrini in viaggio per raccogliere le loro testimonianze, per comprenderne le motivazioni, per condividere le sensazioni. Cinque semplici domande per fare di queste pagine un luogo di incontro e condivisione.

Emanuela Tomaselli, Parma – Responsabile reparto spedizioni di un’azienda di salumi, ci racconta così il suo Cammino

– IL PRIMO PASSO –

Come, quando e perché è iniziato il cammino ?

Sono appassionata del Camminare, ho percorso molti Cammini e trekking montani, anche molto impegnativi.

La partenza per questo viaggio in solitaria è partito, come succede spesso, da un’esigenza di staccare e prendersi un po’ di tempo solo per se stessa.

La scelta è ricaduta sulla Via Francesca Della Sambuca perché era uno degli itinerari relativamente vicini a casa che le permettevano in 4 giorni di essere completati e avere anche un quinto giorno di rientro/riposo prima del rientro al lavoro.

– IN LUNGO ED IN LARGO –

Il Percorso – Dov’è iniziato il cammino ? Quali i luoghi percorsi e da percorrere e ipotetica meta?

“Utilizzo il Cammino come fonte di scrittura” – dichiara Emanuela. I suoi passi li descrive così bene che riportiamo direttamente alcuni brani dal suo diario di viaggio:

16/02/2022 – VFDS – Bologna-Panico

“È arrivato il tempo per staccare un momento, per rigenerare la mente. Mi bastano pochi giorni. La via Francesca della Sambuca è proprio quello giusto. 4 giorni da Bologna a Pistoia.

Un legame tra queste due città con San Giacomo, protettore dei pellegrini. Un cammino che prosegue da Pistoia verso Roma o verso Santiago.

Così preparo il mio cammino, studiando le tappe, prenoto le accoglienze (non è scontato trovare posto visto il periodo e il territorio che attraverserò).

Arrivo a Bologna di buon ora, voglio andare alla chiesa dalla quale partire, ma io con i navigatori ho un pessimo rapporto, quindi niente chiesa (dopo aver girato tutti i vicoli del centro di Bologna😡).

Così mi dirigo sotto i portici di San Luca, da poche settimane patrimonio dell’Unesco, ed inizia la mia salita al Santuario omonimo, simbolo della città di Bologna e dei bolognesi. Sono l’unica con lo zaino in spalla, chi cammina nella mia direzione o scende, sono ragazzi o ragazze che fanno jogging. Non è la prima volta che salgo queste scale, ma devo dire che l’emozione è sempre la stessa: stupore per la bellezza, gioia di calpestare un suolo quasi sacro.

Arrivo alla meta, una specie di selfie (negata anche qui) mi preparo per il cammino vero e proprio. Tolgo la giacca (viene caldo a salire) infilo le ghette e parto. Il primo tratto fino a sasso Marconi, ripercorre la via della Lana e della Seta fatta 2 anni fa, quindi tutto facile, conosco questi sentieri che scendono verso il parco Talon, il bosco nella golena del fiume Reno, la lunga strada asfaltata che porterà al Palazzo de Rossi , piccolo borgo di un antica famiglia del luogo, dove ora c’è un ristorante e alcuni appartamenti abitati.

Una variante dovuta ad un ponte interrotto da più di un anno, mi porta direttamente a Sasso Marconi. Una piccola sosta per un caffè, e riprendo il sentiero. Ecco ora tutto sarà nuovo.

I due cammini si separano, prendendo due direzioni diverse, attraversando le montagne su versanti opposti. Cammino lungo il Reno e sopra di me vedo passare il treno più volte. Il treno che va a Porretta Terme. Arrivata in località Fontana, attraverso la SS Porrettana e comincio a salire. Il sentiero fa un giro largo per non camminare sulla Statale.

Dopo un paio di km trovo un cantiere dove stanno lavorando alcuni operai, proprio sul ponte che devo attraversare. ‘Mi dispiace signora non posso farla passare, se arriva un controllo siamo nei guai’. Mi faccio spiegare dove passare, ed inesorabile  devo tornare indietro e fare la Porrettana fino a Lama di Reno sarebbe come dire camminare sulla via Emilia o l’Aurelia. Praticamente un tentato suicidio. Il signore mi saluta con un ‘ buon viaggio’ 😡 e mi avvio velocemente. È l’inc….tura che mi fa andare veloce! Altri 2 km per tornare indietro , imbocco la Statale cercando di stare il più possibile sul ciglio della strada. I camion, le auto ..tra l’aria è i gas di scarico sto facendo aereosol di idrocarburi 😫poi ragiono: ma dovrei incontrare ancora il sentiero che scende, consulto la traccia gps e vedo che sono quasi di fronte ai segnali! Evviva!

Così faccio l’ultimo tratto prima di salire verso Panico , dove dormirò stasera, su strade secondarie. Ancora uno sforzo, una salita, che alla fine della giornata è come una pugnalata, ed eccomi arrivata!

La signora gentilissima mi accoglie, luogo tranquillo e rilassante. Finalmente posso riposare.

È stata una giornata lunga, tanti km. Credo davvero di essere l’unica pellegrina su questi sentieri. E adesso pizza…”

17/02/2022 – VFDS – Panico-Riola

“Questa mattina apro le finestre della mia camera, l’alba tinge di rosa il cielo. Bene oggi avrò il sole che mi accompagna. Saluto la signora del B&b , persona gentilissima e riprendo la mia strada verso Riola. Non fa freddo, respiro l’aria leggera , il silenzio mi circonda.

Quando arrivo a Canovela, raggiungo un signore che cammina lentamente. La sua curiosità innesca un discora che ci accompagnerà fino a Marzabotto, quando i nostri sentieri si separeranno. ‘Vede signora, io abitavo lassù’, dice indicando un gruppo di case dall’altra parte della montagna. ‘Poi sono sceso quaggiù e non ne ho più visto una buona. Da giovane ero un atleta, adesso devo camminare per forza, faccio 10 km al giorno per poter smaltire le medicine che ho preso’.

  

Arriviamo al Ponte delle Streghe, che attraversa il Reno. Siamo alle porte di Marzabotto , ci salutiamo e il sentiero diventa una ciclabile lunga che mi porterà fino a Pioppe di Salvaro. Sono in mezzo, tra il fiume Reno alla mia sinistra , la ferrovia e la ss Porrettana, alla mia destra. Ora il fiume e come un torrente di montagna, il suo letto porta i segni di violente piene, alberi sradicati, massi enormi che diventano dighe. È grande il suo letto, le sponde sono alte, l’acqua lascia affiorare i sassi .. è bello ascoltare il suo rumore.

Poi il treno. Ma quante volte è passato avanti e indietro, in queste ore? Sicuramente l’autista mi avrà visto come minimo 7/8 volte, mi scappa da ridere, immaginando la sua faccia sorpresa..ma io ho tanta fantasia 😃. Cerco di non sentire il via vai dei camion, delle macchine sulla statale ma è quasi impossibile. Finalmente qualche casa! Qui una signora mi chiede incuriosita” dove va così equipaggiata?” Mi dice che lei si occupa dei sentieri Cai, conosce chi cura questo cammino. Le racconto della mia disavventura di ieri “ ci penso io ad informare chi di dovere, mi dispiace che lei abbia rischiato camminando sulla statale “ È stato bello parlare con qualcuno, ascoltare ed essere ascoltata. E poi..questo accento bolognese mi piace da morire☺️ caspita ma non finisce mai questa ciclabile! Termina a Pioppe di Salvaro, piccolo centro con una asilo, una centrale elettrica e sulla salita un negozio con bar annesso. Adesso ci vuole un bel caffè! Dietro al bancone c’è una ragazza poco contenta di essere lì (non voglio esagerare) bevo il mio caffè, in quel momento entra un signore anziano e lei senza neanche salutare prende un bicchiere e versa del vino bianco. Non resisto devo dire qualcosa “ manca un po’ di musica” è lei “guardi sto spegnendo il più possibile per non spendere , tanto qui non viene nessuno. Magari per l’aperitivo verso sera, allora accendo anche la musica”. La saluto augurandole buon lavoro! 😱😱. Ora la strada è in salita, passo davanti a un cortile dove un signore sta spaccando la legna.” Signora, lei cammina e io spacco legna. Sono un professore di ginnastica, insegno a Sasso Marconi, e per tenermi allenato faccio questo. Buon proseguimento “ non ho avuto modo di ribattere. Il rumore dell’accetta copriva le mie parole. Arrivo in località Salvaro, qui siamo nel Parco del Monte Sole, territorio protagonista di eccidi e distruzione durante l’ultima guerra.

Una lapide ricorda questi avvenimenti di una guerra passata, ma anche una panchina ricorda una guerra contemporanea: i femminicidi.

Mi fermo un attimo a pensare, mai dimenticare, mai.

La strada è ancora lunga, oggi solo asfalto. Quando arrivo a Vergato, mi trovo nel bel mezzo di tanti bambini che escono da scuola. Mi scappa da ridere, mi sento come un extraterrestre, le mamme mi guardano un po’ perplesse, i bambini non fanno neanche una piega. Hanno altro da fare, sono finalmente liberi di correre 😌Ormai ci sono, ancora qualche km. Ora la ferrovia, la statale e il Reno, sono solo alla mia sinistra. Il cielo e limpidissimo, il sole mi scalda il viso e un vento leggero mi fa respirare a pieni polmoni. Una signora si ferma a chiedere “dove va? Ma come fa?“ insomma è curiosa di sapere ed io sono felice di togliere ogni curiosità. Quando arrivo a Riola, posso dire di averne avuto abbastanza di calpestare dell’asfalto e quando entrò in camera, tolgo le scarpe in me che non si dica. Controllo dove sono arrivata: metà del percorso è alle mie spalle!

La mia giornata non finisce così: stasera andrò a cena con 3 amici virtuali Gianni , Antonella e Luisa.  Stanno seguendo i miei passi e mi vogliono conoscere. Oggi è stata una bellissima giornata di parole.

Ho parlato con persone diverse, ma tutte con una cosa in comune: la curiosità, una bella e sana curiosità. E poi quell’accento bolognese ..☺️”

 

18/02/2022 – VFDS – Riola – San Pellegrino

“La bella serata trascorsa con Luisa, Gianni, Antonella amici non più virtuali, mi ha dato la carica, mi ha riempito di energia. Tra buon cibo e tante parole belle, il tempo è passato veloce . Questo cammino mi ha fatto un bel regalo, davvero, ho conosciuto delle belle persone. Con questi  pensieri nella testa, mi preparo di buon ora. Oggi devo affrontare una tappa lunga e faticosa. Per partire con il piede giusto ci vuole una bella colazione. Il bar del paese è aperto, quindi problema risolto. Mi chiama Elisabetta , la signora del B&b ‘ma sei già partita ? Sto partendo ora.. aspetta che vengo a salutarti intanto ti faccio vedere la nostra chiesa.’ Così Paola mi spiega la storia di questa chiesa moderna, voluta da un architetto finlandese che si era innamorato di questo posto. ‘Ora parto davvero, ti ringrazio Paola per la tua disponibilità’. Comincia subito la salita ,oggi finalmente potrò vedere il panorama dall’alto visto che il tragitto sarà per buona parte sul crinale, prima di scendere a Porretta Terme.

Il sole spunta da dietro i monti, finalmente la valle s’illumina e il famoso castello Rocchetta Mattei splende in tutta la sua bellezza. Quando arrivo in località Savignano ,davanti ad una chiesa ormai fatiscente, la tentazione di entrare è troppo grande..quindi..mi faccio largo tra i rovi ed entro.

Luogo inquietante, laggiù dove c’era l’altare c’è una coperta: non ci sarà qualcuno la sotto? scatto qualche foto e faccio dietront velocemente.

 

Riprendo il cammino, arrivo finalmente sul crinale! Uno spettacolo incredibile: davanti a me il Corno alle Scale, il comprensorio dell’Abetone e in fondo si vede anche il Cimone. Sulla mia sinistra il monte Vigese e Montovolo. Il cielo di un azzurro che sembra dipinto..

Faccio 2 passi e mi fermo: foto. Ancora 2 passi, altra foto. Vado avanti così per un po’, poi devo pensare a camminare e basta altrimenti non arriverò mai più.. anche oggi mi fanno compagnia il treno e la Porrettana, sono laggiù alla mia destra, ma lontani da me..ricomincia la salita. Ecco il bivio per Porretta, ho deciso di fare la variante per andare a vedere questo paese, mi incuriosisce. Ed ora tutta discesa, ora posso recuperare tempo vado veloce quasi di corsa. Ho attraversato per un paio d’ore un bosco di castagni , solo il rumore di un taglialegna e di un picchio che faceva legna a modo suo ,mi hanno accompagnato..quando arrivo a destinazione cosa trovo? Ma il mio amico treno naturalmente. Si proprio in stazione si arriva. Comincio a girare e all’improvviso mi sento chiamare: è Luisa .

Così mi porta in giro per il vecchio borgo di Porretta, mi fa da cicerone, descrivendo le cose più importanti. Le terme vecchie sono fatiscenti, peccato. Qui è stato girato un film che ho visto e rivisto tante volte. Fotografo i murales dedicati al Porretta Soul festival, manifestazione internazionale che si svolge ogni anno. Incontriamo un amico di Luisa, facciamo quattro chiacchiere e poi devo partire, ho ancora tanta strada da percorrere.

Un lungo tratto pianeggiante mi porta al Mulino di Chicon  e poi a Pavana. Da ora in avanti sarà dura. Attraverso un sentiero in salita (e che salita) mi addentro in un bosco di castagni, questa deve essere stata una vecchia strada di secoli fa. Il tempo sta cambiando, nuvole nere coprono il cielo, il vento spezza alcuni rami secchi. “Non pensare Manu, cammina e vai avanti.. non ci pensare “ non finisce mai questo bosco, continuo a salire, a calpestare sassi e non vedo la fine.. quando vedo un comignolo spuntare tra gli alberi, mi sento salva! piccole case disabitate, ma che danno sollievo ,non sono più nel nulla! Ancora 15 minuti in discesa e poi risalita eccomi al Castello di Sambuca Pistoiese. È un piccolo borgo con la chiesa  ancora in buono stato ma il castello è praticamente un rudere. Alcuni operai stanno sistemando una casa , passo di fianco , saluto e loro zitti.  Ora il sentiero è la strada, meno male! Mi sento già meglio, anche se il cielo è scuro e il vento soffia gelido. Stasera mi sarei dovuta fermare qui, al convento ma purtroppo le suore non possono ospitare nessuno causa quarantena. Quindi devo fare altri 6 km. Spero solo di non fare ancora bosco.  Un breve tratto sulla Porrettana, non trafficata come a valle , ed ecco l’inizio del sentiero! Porta in ripida salita nel bosco! No , no posso farcela! Provo a  fare qualche metro ma le gambe non rispondono. No, proseguo sulla Porrettana , non riuscirò mai a fare quel sentiero. Sembra strano, ma mi sento più al sicuro sulla strada che nel bosco. Cammino veloce, conto i km leggendo i cartelli sui paracarri: 25-24-23-22.

Non sono preoccupata, anzi sono sicura di aver fatto la scelta giusta: non sarei mai riuscita a salire ancora in quel bosco. Riesco a fare anche qualche foto del torrente Limentra e poi ecco  San Pellegrino in Cassero, fine della tappa! Oggi è stata dura davvero: sono salita 2 volte a 730 metri partendo dal fiume Reno, ho affrontato una salita durissima, ho dovuto fare una scelta. Anche se non sembra e’ stata l’unica giusta. Da domani non vedrò più il treno che fa la spola da e per Porretta Terme, non sentirò il rumore dell’acqua del fiume Reno..ma la Porrettana mi farà ancora compagnia.”

19/02/2022 – VFDS – SanPellegrino – Pistoia

“Quando una giornata di cammino, inizia facendo colazione coccolata dal calore di una vecchia cucina dove una stufa a legna riscalda, sai già che sarà un buon cammino. È questo che ho trovato al mio risveglio. Qui a casa del signor Roberto e della signora Paola, mi sono sentita a casa. ‘Se vuole, signora, può cenare con noi’ mi aveva detto, quando ho prenotato il pernottamento. Ho accettato con grande piacere l’invito ed ho trovato l’accoglienza con la A maiuscola. Una tavola con cibi semplici e genuini, un buon bicchiere di vino e tante chiacchiere. La semplicità che scalda il cuore! Ho saluto la signora ringraziando con tanta gratitudine per ciò che ha fatto per me, lei con la sua semplicità mi augura ‘buon cammino signora’

 

Esco di casa presto, il cielo è cupo, ancora non piove , come dicono le previsioni. Il sentiero entra subito nel bosco in salita.

Oggi arriverò al Passo della Collina 970 metri , neanche tanto visto che parto da 650. Non ho fretta, ma oltre la pioggia imminente, compare anche la nebbia. Quindi meglio accellerare. Sul sentiero passo in piccoli borghi , case tenute in ordine. Ormai devo indossare la mantellina, non posso bagnarmi, sarebbe dura continuare con il freddo nelle ossa. Il sentiero si fa sempre più ripido, in questi boschi di castagni centenari dove calpesto pietre di un antica strada.

 

Ed eccomi arrivata al passo. Da ora in poi solo discesa, quasi esclusivamente attraverso i boschi. Ormai il “ peggio” è passato e la mia mente fa il rewind di questi giorni. Perdi la cognizione del tempo, in questa modalità. Ho dovuto guardare il calendario per ricordare che giorno è oggi ☺️☺️ogni giorno vissuto non è’ mai stato uguale, mai.

Il primo giorno tanto km e un’imprevisto . Il secondo tante belle parole con persone curiose di sapere cosa facessi. La cena con amici ora non più virtuali che hanno reso speciale questa giornata. Il terzo la bellezza dei panorami, il sole il cielo azzurro, la soddisfazione di essermi tolta una curiosità visitando Porretta Terme. La cena in condivisione con Roberto e Paola persone di una dolcezza straordinaria. E oggi.. oggi raggiungo il mio obbiettivo. Sono contenta, ma mentre scrivo queste parole gli occhi si riempiono di lacrime.. anche questo è gioia😌ora torno a casa consapevole di avere vissuto un’esperienza notevole, fatta di fatica ma anche di tanta bellezza. Grazie a tutti voi amici virtuali e non , mi fa piacere avere condiviso con voi queste giornate. Auguro ad ognuno di voi, di poter dire un giorno ‘L’ho vissuto anche io
Un abbraccio”

– L’ALTRO E L’OLTRE –

Quali i compagni di Viaggio e le persone incontrate sul cammino? Quali aspetti che non erano stati presi in considerazione (positivi e negativi) azioni ed emozioni provate di fronte a questi ?

 Emanuela ha viaggiato praticamente sempre da sola, solo per un piccolo lasso di tempo è stata accompagnata da un viandante di passaggio con il quale ha condiviso qualche km, quindi nessun compagno di viaggio ma tante persone curiose del suo camminare e del cammino intrapreso. Quella sana curiosità di chi cerca di capire, di conoscere e scoprire cercando un dialogo; alcune sono andate anche appositamente a conoscerla di persona prendendo l’occasione che la “Via” l’ha portata vicina a casa.

Poi ci sono i compagni di viaggio non umani che si manifestano in modi diversi: il treno che avanti e indietro la osserva benevolo progredire nei suoi passi km dopo km, e l’acqua che quando non si fa vedere direttamente si fa sentire dandole una piacevole compagnia. Ed infine i “cuori” in sassi e foglie che trova ovunque, ed è una particolarità che trova ovunque… chissà cosa le vorranno dire ?

  – IN DENTRO E NEL PROFONDO – 

Sentirsi in Cammino – L’aspetto intimistico del Cammino, il tempo dedicato a ritrovarsi ed ascoltarsi durante il viaggio,
sensazioni e racconto dell’ascolto di se stesso ?

Emanuela sente necessario di “non avere fretta” e risponde al richiamo del cammino come esigenza fisica, come la necessità di stare alla luce del sole invece che quella artificiale, sentire il vento e restare colpiti da i colori del cielo; ma soprattutto come fonte di riequilibrio mentale, un modo sicuro per riordinare le idee.

Nell’incedere dei passi le capita di pensare a quello che è “rimasto” a casa o al lavoro, ed ha modo di osservarlo e pensarlo in maniera diversa, fare dei resoconti giusto/sbagliato… il camminare si avvicina ad una seduta con uno psicologo.

Il cammino quindi è sinonimo di benessere interiore, di pace e tranquillità.

– IL PROSSIMO PASSO – 

Quello che verrà dopo il cammino, aspettative e proiezioni ?

Sicuramente altri cammini, ma a breve è già in programma di fare il Cammino Celeste in bici con il compagno.


Maurizio Pini

Maurizio Pini nasce a Pistoia nel 1979. Negli anni 90 la passione della fotografia e della grafica si espande anche nel campo lavorativo. Fra reportage per eventi locali e nazionali, servizi fotografici di gioielleria e di opere d’arte, realizzazioni di grafica stampata/digitale/web, la sua carriera si accresce di sempre nuove esperienze da cui trarre nuovi insegnamenti e crescita personale. Nel suo lavoro la ricerca, lo studio e la pianificazione ricoprono una grande importanza ed il connubio con originalità e creatività sono la parte portante del suo operato. Gli ultimi lavori fotografici si stanno incentrando sul dialogo con la Natura e sono su www.mauriziopini.com e la Pagina Facebook  @mixinartofficial Maurizio Pini – MIXINART