Pistoia città del verde? Sì, se si pensa solo alle centinaia di vivai con le piante ben curate e commercialmente molto remunerative, ma il vero patrimonio, quello di tutti, è il verde dei boschi che coprono le colline intorno alla città e che stanno morendo, per l’incuria dei proprietari, spesso privati che avrebbero il dovere di manutenerli con tagli ciclici, e per l’ignavia delle istituzioni, che dovrebbero promuovere e controllare che questo avvenga.
Scempio senza fine
In questi giorni di chiusura generalizzata, nelle mie solitarie passeggiate fra i boschi sulle colline intorno a Pistoia, ho potuto costatare con i miei occhi lo scempio senza fine di quest’ambiente vitale per noi tutti e che nessuno considera: alla prima tempesta di vento tanti alberi non curati, coperti di rampicanti che li uccidono, vengono giù come fuscelli, ostruendo spesso vecchi sentieri pazientemente tracciati da secoli, e lì resteranno, non si sa per quanto: sono centinaia e nessuno sembra curarsene.
La natura ferita dall’incuria
Il disastroso stato in cui versano questi meravigliosi, salutari boschi, è uno delle tante ferite alla Natura dovute all’incuria degli uomini; un bosco ben tenuto permette alle altre specie, compresa la nostra, di vivere meglio, assicura un miglior controllo del deflusso delle acque, una azione antierosiva del suolo, oltre ad essere un preziosissimo, indispensabile polmone di ossigeno e un importante contrasto ai cambiamenti climatici.
La pandemia che tanto ci angoscia e danneggia non sarà la prima né l’ultima, se non iniziamo a prenderci cura dell’ambiente, a cominciare da quello noi più prossimo.
Lo dicono tutti, ma chi vuol farlo veramente?
Una proposta: salviamo i boschi
Allora lancio una modesta proposta: in questi tristi giorni in cui forzatamente molte attività sono ferme, si potrebbe pensare a curare i nostri boschi che tanto stanno soffrendo, salvaguardando un bene comune, prezioso per la salute di tutti.
Un ottimo segnale di rinascita di una coscienza ambientalistica sarebbe la formazione di squadre di boscaioli, assai utile e non certo antieconomica giacché creerebbe lavoro per tanta mano d’opera inutilizzata, con un’inversione di tendenza attesa da decenni: investire finalmente per tutelare la natura, non per distruggerla.
Un’amministrazione pubblica virtuosa che si prendesse a cuore questo progetto si farebbe interprete di una sensibilità sempre più condivisa verso i problemi dell’ambiente in cui viviamo, di cui siamo ospiti di passaggio, non padroni.
Il respiro dei boschi così diventerebbe il nostro nuovo respiro.