PRACCHIA (PISTOIA) – Si è detto molto riguardo all’emergenza Covid e all’impatto che ha avuto, oltre che sulle nostre vite private, sul più vasto universo-mondo umano. E di quest’ultimo fa parte, croce e delizia, anche la sfera dell’industria del turismo: in tale ottica, relativamente al Coronavirus, molti esperti hanno intravisto una svolta al concetto di viaggio e di vacanza. Si è parlato quindi di “ritorno della villeggiatura anni Sessanta”, cioè di quel tipo di turismo sul territorio nazionale di media-lunga durata.
Un ritorno agli anni ’60
È stato davvero così? Chissà. Saranno gli anni a svelarlo. Ma dato che qualcuno ci ha detto che “peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”, noi intanto lo abbiamo chiesto a due famiglie di villeggianti in Appennino Pistoiese e, nello specifico, a Pracchia.
Decisivo l’annuncio su internet
“Estate particolare per me e per la mia famiglia, questa – mi racconta un villeggiante per la prima volta a Pracchia – sia perché sono mamma da poco, sia perché il Covid ha rimescolato le carte in gioco: eravamo molto in allerta e temevamo di non riuscire a fare delle ferie serene. Così io e il mio compagno abbiamo deciso di optare per delle vacanze in montagna, a Pracchia, per una serie di ragioni ed eventi”, spiega la signora, che ha trovato la casa tramite un annuncio su internet.
“Conoscevamo Pracchia solo di nome”
Prime impressioni sul paese? “Né io né lui conoscevamo Pracchia se non di nome. E Pracchia ci si è da subito rivelata in tutta la sua bellezza: il fiume, le montagne, i colori degli alberi, il paesino stesso: così piccolo, dislocato sulla strada statale, ma dalla storia particolare di passato operaio, fin dai tempi della alla lavorazione del ferro”.
A Pracchia grazie al passaparola
Anche un’altra signora, villeggiante per caso a Pracchia per la prima volta, espone le sue impressioni estemporanee sul paese. Lei e la sua famiglia hanno trovato casa tramite il passaparola: “Veniamo da Firenze, dove in quei giorni c’era un caldo tremendo. Appena arrivati, ci siamo fermati subito a mangiare al circolino per pranzo: ci è piaciuto molto tutto, il cibo e l’atmosfera, con tutti quei tavolini fuori, l’arietta fresca. Eravamo già convinti, ancora prima di vedere l’appartamento, del fatto che ci piacesse molto il paesino”.
Villeggianti per un mese
Quanto è durata e com’è stata la loro villeggiatura a Pracchia? “Siamo rimasti in villeggiatura per un mese intero, il che ha comportato molti vantaggi, oltre alla possibilità di stare al fresco – spiega ancora -. Ad esempio, il poter rimanere incantati anche dai paesi vicini: Pontepetri, Campo Tizzoro, San Marcello e così via, che abbiamo avuto tempo di visitare con calma”.
Il rumore del fiume come un cd
Escursioni in giro anche per la seconda “villeggiante”, ad esempio nella Valle di Orsigna, che ha cercato di godersi a pieno pure gli spazi del paese e la casa presa in affitto, essendo rimasta per un po’ meno tempo – tre settimane circa. “Avevamo delle grandi finestre verdi che davano sul bosco e il rumore del fiume che scorreva, molto forte ma molto riposante. A noi cittadini sembrava un cd di quelli che prendi per rilassarti”, aggiunge scherzando. Poi continua: “Intorno ci sono davvero tutti boschi, è tutto realmente nel mezzo al verde”.
L’importanza del circolino
Poi torna a parlare del Bar Pizzeria Emporio la Magona, e di un altro spazio a suo avviso importantissimo in un paese come Pracchia: “Per noi il circolino è stato davvero un punto di ritrovo, ci siamo stati a pranzo e cena un sacco di volte! Quello, e il campetto dei giochi dei bimbi! Era l’ideale: si è subito venuto a creare un bel gruppetto di bambini, mentre i genitori stavano tranquilli sulle panchine… Noi siamo arrivati che già conoscevamo un’altra coppia con una bambina piccola, ma non sarebbe stato difficile socializzare in quel luogo anche se non avessimo avuto contatti”.
Firenze distante solo poco più di un’ora
Com’è stato muoversi in vacanza, com’è collegato il paese secondo qualcuno che viene dalla città? “Potevamo comunque raggiungere Firenze in un’ora di macchina o poco più, e al tempo stesso avere la possibilità di fare diverse escursioni sui fiumi e sui sentieri in tutta serenità, perché questi luoghi non erano mai particolarmente affollati. Ci siamo sempre sentiti molto al sicuro”. Aggiunge la seconda villeggiante: “Dato che non conoscevamo la zona, ci ha davvero meravigliato la vicinanza a Firenze: io ho potuto scendere per lavorare in città, partendo la mattina presto con l’arietta rinvigorente e tornando la sera, senza alcun problema”.
La dimensione “riscoperta”
Qualche riflessione finale da condividere? “A Pracchia è stato come ritrovare una dimensione che abbiamo qui in città, però nel mezzo al verde e all’aria buona, l’ideale per chi ha una bimba piccola come noi. Unica nota un po’ stonata: la provinciale da percorrere a piedi tutti i giorni senza un percorso pedonale definito e senza troppi attraversamenti, specialmente con una bimba piccola. Avessimo trovato un’altra situazione ci saremmo sentiti ancora più tranquilli”.
Pracchia una rivelazione
“Spero, il prossimo anno, di poter tornare ad alloggiare di nuovo in questo paesino, che pur essendo piccino ha saputo offrire eventi cittadini, come per esempio Pracchia in Musica, vari concerti svolti in giro per il paese. Da un lato, spero che Pracchia possa rinascere e ritornare al suo antico splendore di località di villeggiatura, che si percepisce realmente, e tuttavia, un po’ egoisticamente forse, spero che non perda niente di quello che è anche oggi. Per noi è stata una rivelazione: non solo luogo di soggiorno, ma anche spazio di incontro con una natura ancora autentica e selvaggia”.
Uno spot per Pracchia
La conclusione è di buon auspicio: “Promuoveremo senz’altro Pracchia tra i nostri amici, nella speranza che il prossimo anno possa avere tanti altri visitatori. Rispettosi però della natura e di quei pochi che ancora soggiornano a Pracchia per tutto l’anno”.