PISTOIA – Lorenzo Zogheri è il nuovo Presidente della Fondazione Caript. E’ stato eletto Giovedì 28 maggio dal Consiglio Generale e presentato alla stampa Venerdì 29.
Nato a Pistoia il 20 febbraio 1967, Zogheri si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Firenze nel 1991; successivamente ha svolto il Servizio Civile presso la Caritas Diocesana di Pistoia. Dal 1997 svolge la professione di notaio e dal 1999 è titolare di uno studio notarile, prima a San Marcello Pistoiese e poi a Pistoia. Consigliere di amministrazione della Fondazione Caript dal 2016, Lorenzo Zogheri entrerà ufficialmente in carica il 1° luglio prossimo, subentrando Luca Iozzelli, alla guida dell’ente da maggio 2016.
“Nell’era della globalizzazione e della rivoluzione digitale, dove sembrano esserci solo spazi aperti e tutto sembra essere liquido e in continua trasformazione, l’unico spazio solido e tangibile è quello rappresentato dalla dimensione territoriale e comunitaria, che deve essere valorizzata ponendone in risalto le competenze distintive – sottolinea il nuovo presidente nel suo intervento -. Alla luce di questo, fra gli obiettivi per il prossimo mandato deve esserci quello di favorire e di promuovere occasioni di confronto e di collaborazione con il mondo del lavoro e le associazioni di categoria finalizzati alla elaborazione di iniziative e di strategie volte a rafforzare le peculiarità produttive locali e la presenza degli attori del territorio sul mercato.
Una leva imprescindibile della promozione dello sviluppo economico – conclude Zogheri – dovrà sicuramente essere il sostegno all’innovazione, anche in considerazione del timore diffuso in provincia che il tessuto produttivo non abbia la capacità innovativa necessaria per agganciare la sfida dello sviluppo”.
Le finalità strategiche, le linee guida e gli obiettivi che il neoeletto Presidente della Fondazione intende perseguire sono indicati nel suo Programma di mandato 2020-2024 – consultabile sul sito www.fondazionecrpt.it
L’intervento del presidente uscente Luca Iozzelli
A sinistra il nuovo presidente Lorenzo Zogheri, a destra Luca Iozzelli, presidente uscente
“Fin dall’inizio del mio mandato ho maturato la convinzione che vi fosse la necessità di una maggior relazione della nostra Fondazione sia con le comunità presenti nel territorio e di conseguenza con i cittadini che ne fanno parte, sia con gli altri enti pubblici e privati che vi operano. Era perciò importante, anche a livello simbolico, che la sede della Fondazione fosse un luogo facilmente accessibile, a disposizione di tutti coloro che ne avessero necessità.
Era altrettanto fondamentale che chiunque volesse confrontarsi con il nostro ente potesse trovare facili vie di relazione con il Presidente, con i consiglieri, con il direttore e con lo staff in base alle diverse istanze. Una “casa di vetro”, assolutamente trasparente, accogliente e aperta all’esterno: questo doveva essere la Fondazione per tutti i cittadini.
Esisteva inoltre l’esigenza di consolidare i già fruttuosi rapporti con le altre espressioni istituzionali – Comuni, Regione, Camera di Commercio, Diocesi, istituti scolastici – nonché con i cosiddetti “corpi intermedi” – sindacati, associazioni di categoria e di volontariato – per favorire una collaborazione tesa a fare squadra circa le problematiche comuni e verificare i bisogni emergenti del territorio.
L’indagine demoscopica che abbiamo commissionato all’istituto Demopolis dimostra che questi obiettivi sono stati raggiunti: sempre più la Fondazione è avvertita dai cittadini come punto di riferimento essenziale, non solo per la sua capacità di intervento nei diversi settori nella quale è impegnata, ma anche quale soggetto capace di lavorare sinergicamente con gli altri enti territoriali. Proprio in questa direzione, nel mio programma di mandato sottolineavo come esistesse per i principali enti e istituzioni pubblici e privati la necessità di «collaborare attivamente e proficuamente per individuare in modo concorde le strade da percorrere e una visione strategica comune per il futuro, superando anacronistiche divisioni e contrapposizioni del passato, anche recente».
Per delineare questa prospettiva comune di medio-lungo periodo la Fondazione ha deciso di concorrere assieme ad altri enti del territorio alla definizione del Piano Strategico della Cultura della provincia di Pistoia, e allo studio del Piano Strategico di Sviluppo Territoriale.
Gli anni a venire saranno perciò un banco di prova della capacità del nostro territorio di tracciare un percorso comune per ridare spinta a una realtà economica in persistente difficoltà, e non ho dubbi che la Fondazione saprà recepire la sfida sia dal punto di vista progettuale, che finanziario.
Parallelamente al perseguimento delle finalità sopraindicate, ho ritenuto necessario dare impulso ai vari organi della Fondazione attuando un’incisiva riorganizzazione interna per meglio rispondere agli obiettivi, tempo per tempo, individuati.
Gli ultimi anni sono stati particolarmente impegnativi per quanto riguarda la gestione del patrimonio, ma i risultati raggiunti dimostrano in modo inequivocabile come le scelte operate siano state positive per il nostro ente, permettendoci il mantenimento degli standard erogativi. Anzi, siamo passati dai sei bandi specifici del 2015 ai dodici degli anni successivi, con un notevole sforzo sul piano organizzativo e un crescente impegno da parte di tutto lo staff.
Infine, una riflessione conclusiva: al momento in cui ho assunto la carica di presidente ero consapevole di dover portare avanti un’eredità importante, quella di un ente ben amministrato che aveva visto come essenziale punto di riferimento per ben ventiquattro anni il mio unico predecessore, il prof. Ivano Paci. La sfida che quindi gli organi della Fondazione, nonché l’intera struttura, avevano di fronte era oggettivamente molto rilevante. Trascorsi i quattro anni del mio mandato credo di poter affermare che i risultati raggiunti abbiano premiato il forte impegno di tutti: nel periodo 2016-2019 la Fondazione Caript ha deliberato erogazioni per quasi 54 milioni di euro, al tempo stesso incrementando il suo patrimonio del 16%.
Non resta quindi che fare gli auguri di buon lavoro ai nuovi amministratori nella convinzione che l’azione portata avanti dalla nostra Fondazione possa proseguire con rinnovato impegno e nuove prospettive per il territorio e le comunità che vi abitano”.
Luca Iozzelli
Le parole del nuovo presidente Lorenzo Zogheri
L’identità delle fondazioni è insita nella loro stessa origine. Hanno ereditato dalle Banche conferitarie l’attenzione ai bisogni della comunità e lo spirito solidaristico di cui queste ultime erano state espressione e che affondava la sua radice nell’esperienza dei Comuni. Questo patrimonio genetico deve essere però considerato un punto di partenza e non un punto di arrivo; deve rappresentare il costante termine di riferimento per dare risposte ai bisogni che cambiano e alle istanze provenienti dagli attori pubblici e privati del territorio.
Il ruolo della Fondazione nell’attuale contesto socioeconomico, alla luce della sua natura giuridica e della sua identità, non può essere quindi quello del soggetto che, utilizzando le risorse generate dal suo patrimonio, fornisce le risposte ai bisogni sociali e collettivi che restano disattesi a causa della progressiva riduzione delle risorse pubbliche e del restringimento del campo di azione del welfare. Il suo ruolo deve essere invece quello di stimolare lo sviluppo, la coesione e l’innovazione nel territorio.
In questa prospettiva, uno degli obiettivi della Fondazione per il prossimo mandato può essere la promozione e la realizzazione di uno strumento, come la Fondazione di Comunità, che consenta una collaborazione fra i soggetti espressione di un singolo territorio e che al tempo stesso sia anche in grado di attrarre le risorse economiche che quel territorio è in grado di esprimere, valorizzandole attraverso un’oculata gestione e mettendole poi a disposizione di iniziative finalizzate al soddisfacimento di specifici bisogni della comunità, utilizzando come strumenti non solo le erogazioni, ma anche altri fattori che devono essere valorizzati e messi a disposizione.
In primo luogo la sua capacità di ascoltare, che deriva dall’essere un soggetto che conosce le problematiche e i bisogni del territorio grazie al suo contatto con gli enti del Terzo Settore che operano nel sociale e grazie anche alla sua governance duale che, affiancando al Consiglio di Amministrazione un organo di indirizzo come il Consiglio Generale, fa sì che al suo interno siano rappresentati una pluralità di soggetti ciascuno dei quali conoscitore e portatore di istanze del territorio che chiedono di essere soddisfatte.
In secondo luogo, la sua capacità di aggregare i vari attori pubblici e privati del territorio per farli lavorare insieme su obiettivi comuni. Questa capacità deriva dall’autorevolezza che la Fondazione nel tempo ha acquisito, essendo stata sempre autonoma e indipendente, e proprio questa autonomia e indipendenza possono far sì che le sue iniziative trovino accoglimento anche da parte di altri soggetti.
Infine, la capacità di innovare e di sperimentare; essendo un soggetto di natura privata, la Fondazione potrà permettersi anche il lusso talvolta di fallire, ma attraverso il fallimento e l’analisi della sua causa, si potranno comunque trovare spunti nuovi per lo sviluppo del territorio. Questo naturalmente non deve voler dire che la Fondazione, in considerazione del suo ingente patrimonio, dovrà sostenere qualsiasi progetto che si presenti come innovativo e sperimentale, ma solo che non deve aver paura di finanziare progetti che abbiano tali caratteristiche.
Altro traguardo da raggiungere dovrà essere quello della elaborazione di prassi e modelli che consentano un’attenta valutazione della efficacia dei progetti realizzati grazie all’intervento della Fondazione, al fine sia di evitare che in futuro possano essere finanziati interventi analoghi a quelli che si sono dimostrati inefficaci, sia di estendere su scala più ampia le soluzioni che invece si sono dimostrate più valide ed efficaci.
La Fondazione inoltre dovrà sostenere ricerche e approfondimenti periodici che abbiano la finalità di individuare precocemente e preventivamente le necessità del territorio, in modo da agire in una fase precedente a quella in cui il bisogno lasciato insoddisfatto determina gli effetti sociali più deleteri.
Sono consapevole del fatto che il programma di mandato che intendo portare a termine, da solo, non potrà certo soddisfare i bisogni provenienti dal nostro territorio, ai quali potranno essere date risposte adeguate solo se tutti gli organi della Fondazione e le persone che ne fanno parte condivideranno gli obiettivi da perseguire e saranno uniti nel raggiungerli”.
Lorenzo Zogheri