Uno sguardo oltre  |  novembre 9, 2019

Castruccio e The brig o’doon, due ponti medievali identici. A Popiglio e in Scozia

Non ce ne sono altri due così simili in Europa: una si trova sulla montagna pistoiese, l'altro ad oltre 2000 chilometri di distanza, ad Alloway, in Gran Bretagna. Uniti da diversi elementi: costruiti nel Basso Medioevo, ad arco a sezione semicircolare, con lo stesso materiale di costruzione, ciottoli fluviali e pietre. Anche i fiumi che attraversano hanno più o meno la stessa lunghezza e lo stesso bacino. Sono stati entrambi legati a leggende e fonte d'ispirazione per poeti e scrittori

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Il ponte di Castruccio

IL MEDIOEVO

Il Medioevo, millenaria età storica, è soprattutto una convenzione condita troppo spesso da luoghi comuni. Due date delimitano questo contenitore storico: il 476 d.c. con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e il 1492 con la scoperta dell’America.

I secoli del Medioevo sono stati marchiati come secoli di barbarie e assolutismo dove la caccia alle streghe e la tortura erano all’ordine del giorno. La superstizione, il misticismo, lo “ius primae noctis” ci hanno fatto immaginare una società in continua decadenza. Ma c’è anche una visione positiva che ricorda lo spirito cavalleresco, principi e principesse, immaginari fiabeschi ed un terreno fertile per le successive idee di libertà comunale, sviluppo mercantile e splendori rinascimentali.

I PONTI MEDIEVALI

La costruzione dei ponti ha origini lontanissime, l’aspirazione a costruirli risale alla notte dei tempi. La necessità di costruire un ponte ha avuto sempre la stessa motivazione: superare un ostacolo al fine di facilitare un contatto.

I ponti medievali erano prevalentemente in muratura anche se non mancavano quelli galleggianti e quelli di legno. Il ponte medievale mostra chiaramente un processo evolutivo nel corso dei secoli. Ad una prima fase che sembra dipendere quasi esclusivamente dal ponte romano per caratteristiche costruttive ne segue una successiva caratterizzata da strutture architettoniche autonome con elementi distintivi propri.

Di questi ponti se ne è conservato un numero relativamente grande anche se distruzioni, rifacimenti e restauri ne rendono, talvolta, difficile la lettura cronologica.

La difficoltà nella costruzione del ponte è sempre stata presente e lo è anche nella nostra età contemporanea. Il crollo del ponte Morandi a Genova nell’agosto del 2018 ha posto molti interrogativi e sembra che non sempre valga la frase del progettista del Golden Gate Bridge di San Francisco:” Building a bridge is a war against the forces of nature”. (Costruire un ponte è una guerra contro le forze della natura).

RITORNO AL PASSATO

Fra gli innumerevoli ponti medievali disseminati in Europa ce ne sono due che si assomigliano più di altri per materiale di costruzione, struttura architettonica ed età di edificazione. Uno si trova nella nostra montagna pistoiese ed è il Ponte di Castruccio in località Lolle nei pressi di Popiglio, l’altro è The Brig O’Doon ad Alloway nella regione dell’ Ayrshire in Gran Bretagna. Entrambi sono inoltre legati a leggende e sono stati fonte d’ispirazione per poeti e scrittori.

Prima però di raccontare di questi due ponti e delle loro somiglianze sarebbe interessante fare un piccolo esercizio di “ritorno al passato”.

L’uomo del medioevo è dal punto di vista morfologico esattamente come l’uomo contemporaneo. L’olfatto, il tatto, la vista, l’udito ed il gusto sono gli stessi. Solo l’abbigliamento, l’acconciatura e le scarpe lo differenziano dall’uomo di oggi.

Camminiamo dunque sul selciato del Ponte di Castruccio ed immaginiamo di essere nel Medioevo e concentriamoci.

La pietra è quella posta secoli e secoli fa e come la vediamo noi oggi la vedeva anche il viandante medievale. I profumi intensi del muschio nel bosco sono gli stessi che sentivano gli amanti che lì si erano appartati. Ascoltiamo i suoni della natura, dei suoi abitanti e del vento. Sono gli stessi. Tocchiamo con le nostre mani il parapetto del ponte e poi i castagni e le foglie. Nulla è cambiato. Togliamo una castagna dal suo riccio e proviamo a mangiarla. Stesso gusto. Ammiriamo il cielo azzurro e le nuvole bianche. La stessa immagine oggi come allora, di chi riflette e guarda oltre.

IL PONTE DI CASTRUCCIO

Castruccio Castracani (Lucca 1281- Lucca 1328) è stato il condottiero italiano più famoso del medioevo. Vissuto nel periodo dove le lotte tra guelfi e ghibellini erano all’apice, fu l’artefice nel 1317 della riedificazione del ponte (già costruito in età romanica) resa necessaria dopo le furiose lotte del 1300 che lo ridussero ad un cumulo di macerie.

Il Ponte di Castruccio si trova in località Lolle, nei pressi di Popiglio, ed è sempre accessibile e la visita non è a pagamento. Per gli abitanti del luogo è conosciuto anche come il ponte di Campanelle.

Costruito sul fiume Lima è realizzato con una volta a tutto sesto (arco a sezione semicircolare unica e completa) in muratura con ciottoli fluviali e pietrame erratico.

L’altezza della volta e il gioco di pendenze della strada che lo sovrasta fanno pensare ad un adattamento al dislivello dei due punti di attracco. Per questo motivo il piano di attraversamento è poco inclinato sul lato destro, mentre è molto accentuato sul lato sinistro.

E’ in sostanza un caratteristico ponte a schiena d’asino con un’unica arcata alta circa 10 metri dall’alveo del fiume.

Sulla riva sinistra del fiume si trovano due edifici detti “le due dogane” che ai tempi di Castruccio delimitavano il confine tra il territorio di Lucca e quello di Pistoia.

E’ un ponte seducente e misterioso, evocativo per la sua forma singolare, avvolto da magia e atmosfera. Ma non è unico!

Infatti il ponte di Castruccio ha un suo “fratello” che si trova esattamente ad una distanza di 2.232 km.

THE BRIG O’DOON

In realtà ci sono anche altri ponti che lo assomigliano come ad esempio il ponte Blesle nella Loira, il Bont Newydd in Galles, il Kelefos a Cipro ma il Ponte di Castruccio e The Brig O’Doon hanno un insieme di caratteristiche che li rendono più simili degli altri.

The Brig O’Doon, talvolta chiamato anche Auld Brig o Old Bridge of Doon si trova nei pressi di Alloway nella regione dell’Ayrshire in Scozia.

Il ponte è stato costruito fra la fine del 1300 e l’inizio del 1400 da un certo James Kennedy.

Attraversando il fiume Doon, il ponte si presenta nella caratteristica forma ad arco con la campata che misura circa 20 metri ed una altezza di circa 8 metri.

Il materiale di costruzione originario era costituito da ciottoli (cobblestone) fluviali e pietre. Riparato molte volte, l’ultima nel 1978, rimane un ottimo esempio di ingegneria medievale d’oltremanica.

Quello che al momento unisce questi due ponti sono: il basso medioevo come periodo di costruzione, la forma architettonica che si presenta ad arco a sezione semicircolare ed il materiale di costruzione. Anche i fiumi che attraversano hanno più o meno la stessa lunghezza e lo stesso bacino.

Vediamo ora la storia e la leggenda a cui sono agganciati.

IL PONTE DI CASTRUCCIO E IL TERRIBILE FILIPPO TEDICI

La storia ci racconta che Ormanno Tedici, capitano del popolo e penultimo signore di Pistoia (1322 – 1324) era amatissimo e intensamente voluto dal popolo. Promosse una politica di tipo moderato assumendo il ruolo di mediatore tra le due città litiganti di Pistoia e Lucca. Ormanno aveva un nipote che si chiamava Filippo che era così vile, ignobile e disprezzabile da non avere pari.

Filippo Tedici divenne il più nefasto traditore con cui Pistoia abbia mai avuto a che fare, fu il traditore che vendette la città ai lucchesi.

Ma cosa accadde esattamente?

Il nipote Filippo Tedici, accecato dalla fame di potere, spodestò lo zio Ormanno e vendette la città di Pistoia ai lucchesi in cambio di molto denaro, del vicariato della città (nomina a Capitano del Popolo) e della figlia di Castruccio Castracani (Dialta).

Alcuni anni dopo, a seguito della morte di Castruccio Castracani, Filippo Tedici fu esiliato da Pistoia. Fallita una congiura contro i Guelfi che governavano la città fu costretto a rifugiarsi nella montagna pistoiese nei pressi di Popiglio dove fu catturato ed ucciso.

La leggenda ci dice che proprio nei pressi del ponte di Campanelle Filippo Tedici venne riconosciuto ed assalito dagli abitanti del luogo fedeli a Pistoia e barbaramente decapitato.

Ucciso quindi proprio sul ponte costruito da Castruccio a cui il Filippo Tedici aveva venduto le chiavi della città di Pistoia.

THE BRIG O’DOON E LA LEGGENDA DI TAM O’ SHANTER

Tam O’ Shanter è una vecchia leggenda scozzese che ha come protagonista Tam un contadino di Carrick.

Dopo una lunga giornata passata al mercato di Ayr, Tam si attarda all’osteria con gli amici a bere e scherzare fino alle “ore delle streghe” (tra notte e giorno). A notte fonda decide di tornare a casa dove lo aspetta rancorosa la moglie Kate. Cavalca la cavalla Meg e ed in preda ai fumi dell’alcol cerca di mantenere dritta la strada. Passa davanti alla chiesa di Alloway e vede attraverso le finestre illuminate streghe danzare, il diavolo suonare la cornamusa ed altre immagini raccapriccianti. Immagina di vedere pure una giovane strega (Nannie) in abiti succinti che lo porta ad esclamare “Weel done, cutty sark!” (ben fatto-sottana corta!). Ma a questa esclamazione gli indiavolati, con a capo proprio Nannie, iniziano a dargli la caccia. Tam allora sprona la cavalla Meg per raggiungere il prima possibile The Brig O’Doon sapendo che le creature diaboliche non possono attraversare l’acqua corrente. Ma proprio all’inizio del ponte la strega Nannie lo sta per raggiungere, si aggrappa alla coda di Meg staccandogliela. Tam riuscirà ad oltrepassare il ponte e tornare a casa dove lo aspetta l’inviperita la moglie Kate.

SPUNTI LETTERARI SU CASTRUCCIO CASTRACANI E TAM O’SHANTER

Mary Shelley (1797 -1851) autrice del racconto “Maurice, or the fischer cot” inedita storia per bambini ritrovata in una biblioteca privata di una villa a San Marcello Pistoiese è forse maggiormente conosciuta per essere l’autrice del romanzo gotico Frankenstein. Ha vissuto molto in Italia ed il fatto che a San Marcello sia stato trovato questo inedito racconto (composto nel 1820) ci fa pensare che abbia visitato la nostra montagna pistoiese ed il ponte di Castruccio Castracani. Direi che non a caso tra il 1818 ed il 1821 compose “Valperga. Life and adventures of Castruccio”.

Questo testo, dall’impronta romantica, racconta le vicende del signore Castruccio Castracani. Lo descrive come uomo senza scrupoli capace perfino di combattere contro la sua promessa sposa, Eutanasia signora di Valperga. In Castruccio vede le caratteristiche negative dell’avidità e dell’egoismo e le contrappone ai concetti di amore e buon governo incarnati da personaggi femminili.

Lo scozzese Robert Burns (1759 – 1796) trova invece ispirazione dalla leggenda del ponte di Alloway e di Tam per scrivere un poemetto epico. Il titolo del poemetto è appunto “Tam O’ Shanter” proprio come la leggenda.

R. Burns traccia un nitido quadro della classe popolare della fine del ‘700, una popolazione dedita al bere in compagnia, scherzare e a cercare una occasionale compagnia femminile fregandosene delle mogli. Il racconto di 228 versi a rima baciata è anche molto umorista con dei rilievi sociali più che interessanti.

Riporto di seguito un breve passaggio scritto in parte anche in dialetto scozzese che ovviamente non sono in grado di tradurre. Ma basta leggere per ascoltare la rima.

 

When chapman billies leave the street,

And drouthy neebors neebors meet,

As market-days are wearing late,

And folk begin to tak the gate,

While we sit bousin, at the nappy,

And getting fou and unco happy.


La Redazione

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