PISTOIA – Ragazzi, ci siamo. Ormai non ha più importanza cosa abbiamo detto, scritto o pensato di questa stagione, non conta nulla quanto ci piace Ramagli e quanto siamo stati più o meno tifosi di questa squadra. Non conta nemmeno discutere su chi c’era, c’è stato o ci vorrà essere, non ha importanza se ci sentiamo più baraondini, diavoli rossi o intoccabili.
Due partite e 4 punti: tutto qui
Ognuno si terrà le proprie legittime convinzioni, ovviamente, ma all’orizzonte si presentano le due partite che valgono una stagione intera ed un pezzo importante del futuro prossimo del Pistoia Basket. Non ne mancano nove, contano solo le prossime due e, molto banalmente, dovranno arrivare 4 punti. Poco da aggiungere.
Dopo Cremona cauto ottimismo
Personalmente, l’ho già scritto sui social a fine partita, la sensazione che mi sono portato via da Cremona è quella di un cauto ottimismo. Secondo me Odum ha fatto vedere cose discrete – anche se mi ha fatto sorridere Tommaso Chetoni quando ha scritto che, almeno per ora, il play fa girare le palle sbagliate – Tony si è preso tiri pensanti a partita aperta, segnandoli, mentre il sempre indolente Crosa è stato comunque un fattore e sotto canestro si è fatto sentire eccome.
Cantiere aperto e difesa colabrodo
Certo, siamo palesemente un cantiere aperto ed anche domenica prossima non vedremo basket champagne. Vero, evidenziamo ancora problemi pazzeschi nella metà campo difensiva, la tenuta fisica di alcuni è sempre un rebus ed a tratti sembra mancare lucidità. Però non possiamo scordare che abbiamo affrontato la terza forza del campionato – fresca vincitrice di coppa e non per caso – dunque è logico e razionale provare a mettere in luce gli aspetti positivi su cui preparare la sfida con Sassari. Non era contro Cremona, in sintesi, la sfida dove trovare ossigeno in chiave salvezza.
Domenica, invece, il peso specifico della partita è enorme, contro Sassari è indiscutibilmente il momento più delicato da quando siamo tornati nella massima serie. Inutile girarci intorno, fare 4 punti nelle prossime due sfide interne significherebbe quasi ipotecare la salvezza.
Grandi aspettative su Odum, Mitchell e il Crosa
Jack Odum (a sinistra) e Andrea Crosariol
Recupereremo Peak e gli ultimi arrivi saranno più allenati e meglio inseriti, è lecito sperare in una partita importante. Lo scrivo chiaramente, sto concentrando tutte le mie aspettative su Odum, Mitchell ed il Crosa. Ovviamente non voglio sminuire il valore e l’apporto degli altri, ma la storia di questo campionato ci ha già chiarito cosa è lecito attendersi dai vari Della, Martini e Bolpin, dunque è abbastanza fisiologico puntare sui nuovi per trovare la spinta decisiva verso la vittoria.
La lezione di Allegri
Io, cari amici, ci credo. Fate pure gli scongiuri che ritenete opportuni, io ci credo. Un paio di settimane feci un parallelismo tra due allenatori livornesi, paragonando Ramagli a quel Massimiliano Allegri uscito a pezzi dall’andata degli ottavi di coppa. Oggi Max ha dato una vera e propria lezione tecnica e tattica al più giovane e meno esperto allenatore dell’Atletico. Mi auguro sia di buon auspicio per il nostro coach.
Il Poz come coach non mi fa impazzire
Amo il Poz come personaggio ma, almeno per adesso, non mi ha fatto impazzire come condottiero. Ramagli, tocca a te, la mosca atomica deve tornare a Sassari con un blocchetto pieno di appunti su come si vince una sfida senza appello.
Forza e coraggio, noi saremo tutti al nostro posto. Prendiamoci questa salvezza.