PISTOIA – Al netto delle battute e dei toni polemici che spesso uso nello scrivere questi pezzi, voglio sinceramente bene a tutti i protagonisti che animano la grande famiglia del Pistoia Basket. Con qualcuno ho coltivato un’amicizia vera, altri invece li conosco decisamente meno, ma sono sinceramente convinto che tutti meritino rispetto.
Ecco il 6+6 escluso a priori
Mi è onestamente dispiaciuto, pertanto, vedere costretto Massimo Capecchi – che prima di tutto è una persona per bene, oltre che un grande professionista ed un appassionato vero – a rimangiarsi quanto detto solo due settimane fa, vederlo comunicare con atteggiamento quasi dimesso il passaggio al 6+6 nella composizione del roster biancorosso.
Mai dire mai
Insomma, è andata così. Nel giro di pochi giorni siamo passati da un testuale “Se mi fai la domanda se passeremo al 6+6 ti rispondo secco, NO!” alla comunicazione dell’ingaggio di Mickell Gladness e della necessità di allungare ulteriormente la panchina mettendo formalmente sotto contratto un ragazzino del settore giovanile. Non solo: alla domanda se quello di Gladness fosse l’unico correttivo in corso d’opera, la risposta è stata affermativa, ma si è aggiunto anche un sibillino “mai dire mai”, con ciò intendendo – almeno io l’ho interpretata così – che da gennaio in avanti, quando si libereranno diversi USA ed il mercato di riparazione entrerà nel vivo, si potrà valutare se modificare ulteriormente la composizione della banda Ramagli. Nel caso, sarà necessario vedere se si riuscirà a piazzare qualche scontento in qualche altra società, oppure se sarà il caso di rescindere con DJ, ma il discorso è prematuro pertanto sarà affrontato più avanti.
L’arrivo di Gladness
Dunque, Gladness. Dicono di lui che porterà tanta solidità difensiva ma che non sia propriamente un cecchino, anche se probabilmente servirà anche a far chiudere la difesa avversaria ed a favorire tiri a più alta percentuale di tutti gli altri. Speriamo.
Altre sconfitte in arrivo?
Quanto alla lettura di quanto successo, la versione ufficiale è che fino a due settimane fa un giocatore del genere non era disponibile, pare non sia costato molto e dunque, appena individuato, si è proceduti con l’extrabudget. In linea di principio non fa una grinza, all’atto pratico tutta questa vicenda ha il sapore, spero nessuno si offenda, della navigazione a vista e dell’improvvisazione. Perderemo a Sassari, mercoledì prossimo arriverà il nuovo centro e, dopo aver verosimilmente perso anche a Reggio, proveremo a sbloccare la situazione contro Brescia. Poco da aggiungere, mi pare.
Speriamo non sia troppo tardi
Poco da aggiungere, lo ribadisco, perché questa stagione mi ha tolto anche la voglia di fare polemica. Pesaro è già a +5, due vittorie sopra più lo scontro diretto, speriamo non sia troppo tardi. Nessuno accenni alle vicissitudini di Cantù, vi prego, che senso avrebbe – del resto – continuare a vegetare sulle disgrazie altrui?
Una domenica troppo triste
Speriamo non sia troppo tardi, dicevo, perché domenica scorsa è stato troppo triste. Chi ci capisce qualcosa sapeva già come sarebbe andata a finire dopo il primo quarto, dato che avevamo subito 20 punti e sapevamo di non averne 81 nelle mani. Del resto, la difesa nella pallacanestro è pura fatica, allungare le rotazioni era l’unica possibilità per provare a dare una svolta alla stagione. Chi ama questo gioco si era già rassegnato ancora prima della palla a due, quando non ha sentito e visto alcun sussulto dagli spalti all’ingresso in campo di Cremona e dei nostri.
Professionisti fino in fondo
Chi ama questa giochino avrebbe anche gradito non vedere Kerron Johnson in sala stampa, avrebbe preferito trovarci fin da subito qualcuno della dirigenza pronto a dare rassicurazioni. Chi ama questi colori ha anche sperato in un bel multone dato ai due Johnson, perché se è vero che i tifosi devono imparare il rispetto del lavoro di tutti, qualche giocatore deve imparare a comportarsi da professionista fino in fondo. Lasciamo perdere, via, sono discorsi che ormai lasciano il tempo che trovano.
La dirigenza ha preso atto che vincere una partita, in quelle condizioni, era oggettivamente un’impresa ed ha agito di conseguenza. Non resta che aspettare e vedere cosa succederà.