Sanità e sociale  |  novembre 22, 2018

Il caso di Francesco Scalise accende l’interesse anche in montagna

Fa discutere la vicenda di un settantenne che da cinque anni vive in vecchio camper malandato, in piazza del mercato di Quarrata. Roberto Prioreschi chiama in causa le autorità con una lettera ai sindaci e al vescovo: “Intollerabile una vicenda come questa nella civilissima Toscana”

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Francesco Scalise nel suo camper (foto dal profilo facebook di Fabio Cappellini)

QUARRATA – Ne hanno parlato e continuano a parlarne i quotidiani e i social del caso di Francesco Scalise, un uomo di settanta anni che da cinque vive in vecchio camper malandato, stazionato nella piazza del mercato di Quarrata, ma dalla quale si deve spostare il giorno di mercato. A Fabio Cappellini la situazione è sembrata intollerabile ed ha lanciato una campagna di raccolta fondi. “Vorrei che avesse un tetto vero e proprio sulla testa – spiega Cappellini nel suo appello -. Ma negli ultimi cinque anni nessuno l’ha aiutato in questo senso. E allora cerchiamo di raccogliere il denaro necessario per acquistare un autocaravan usato che gli permetta di riscaldarsi e cucinare”.

Il “rilancio” di Roberto Prioreschi

La proposta ha fatto il giro sui social ed è stata raccolta e rilanciata anche in montagna pistoiese dall’architetto Roberto Prioreschi che ha scritto al sindaco di Quarrata, a quello di San Marcello Piteglio, suo comune di residenza, al vescovo di Pistoia. Spiega Prioreschi che le autorità non possono rimanere inermi di fronte a casi come questi: “Il sindaco del mio comune contatti quello di Quarrata e lo solleciti a trovare una soluzione a questo grave problema. Non è ammissibile nella civilissima Toscana tollerare una situazione del genere”. Da informazioni assunte, e stando anche a quanto il sindaco di Quarrata ha dichiarato, pare che il signor Scalise non voglia essere aiutato perché il suo carattere non glielo permette. Oppure, per dirla con Cappellini,“quando si precipita nel baratro della caduta sociale, si diventa ipersensibili nei confronti della propria dignità. Ci si vergogna del proprio stato, si ha bisogno di spiegazioni e di istruzioni, specialmente se si è soli e provati”.

In attesa di una risposta

Certo, in un camper migliore il signor Scalise vivrebbe meglio, ma non avrebbe risolto il problema del “tetto sulla testa” che rimarrebbe. Non resta che attendere le risposte e le valutazioni delle autorità che sono state chiamate in causa.


La Redazione

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