PISTOIA – Sono sincero, mi aspettavo di peggio. La scorsa settimana, se ricordate, analizzando il primo scorcio di campionato ho scritto che la sfida con Brindisi potrà avere un peso specifico enorme, con ciò evidentemente sottintendendo il timore di giungere alla quarta di campionato ancora a quota zero. Non speravo troppo, per tanti motivi, in una sorpresa nella trasferta a Pesaro, tuttavia penso che accanto alla conferma di alcuni limiti – su cui lo staff tecnico saprà lavorare – si siano già viste alcune buone cose.
Partita persa solo per dettagli
Credo di poter dire, infatti, che abbiamo perso una partita giocata decisamente meglio degli avversari, quantomeno in termini di organizzazione, circolazione di palla e scelte di tiro. Ramagli ha sottolineato che Pesaro ha vinto la partita per alcuni dettagli, come sempre capita nelle sfide equilibrate, in questo ha ragione da vendere perché i padroni di casa hanno esibito una pallacanestro che è sembrata un corri e tira, piuttosto che un gioco ragionato. Di più, probabilmente – a conti fatti – abbiamo perso per due sciocchezze difensive, oltre che per un calo di lucidità finale, probabilmente imputabili ad una crisi di ossigeno di giocatori arrivati un po’ cotti all’ultima sirena.
Del resto, si sapeva. La squadra è stata costruita per spremere molto lo starting five ed attingere con intelligenza dalla panchina. Il dato dei sette punti totali segnati dalle riserve è emblematico, poco importa che anche Pesaro abbia ottenuto solo 6 punti dai rincalzi, anzi questi numeri, sotto certi aspetti, aumentano il rammarico.
Sconfitti ma Pesaro non è superiore
Sì perché Pesaro non ha rubato niente ed ha meritato la vittoria ma, in tutta franchezza, è sembrata poca cosa. Per larghi tratti siamo stati in controllo, ci siamo portati a casa la sconfitta ma anche la consapevolezza che i sei punti di scarto sono ribaltabili alla prima di ritorno.
Ovvio, Pesaro segna due in classifica e potrà contare sulla sicurezza di aver già vinto uno scontro diretto importantissimo. Sì, lo ripeto, scontro diretto. Negare che di questo si sia trattato, per il solo fatto che si giocasse la prima di campionato, allo stato dell’arte è un insulto all’intelligenza.
Alcuni dati interessanti…
Però ecco, merita concentrare l’attenzione su alcuni dati interessanti. Il primo, i 7 rimbalzi di Kerron Johnson, quando un piccolo ne prende così tanti è segno che l’organizzazione di squadra è un pezzo avanti. Il secondo, i 9 falli subiti da Peak, che deve aggiustare la mira dalla linea della carità ma è un torello che gioca palloni, si prende responsabilità e contatti. Il terzo, il buon equilibrio nelle scelte di tiro, con 42 tentativi da due e 21 da tre. Certo, la percentuale dal perimetro dovrà necessariamente salire e capitan Johnson dovrà cominciare a giocare sul serio, ma anche un certo equilibrio nelle scelte di tiro mi pare un già un buon risultato su cui continuare a lavorare e crescere.
…e le note dolenti
Poi, poco da fare, ci sono le dolenti note. Troppe palle perse e, ancora una volta, una sconfitta nella sfida a rimbalzo, un dato che temo possa diventare una costante di questa squadra. L’impressione – questa più che mai tutta da verificare – che Auda sia davvero un bel giocatore mentre Krubally faccia decisamente più fatica. Staremo a vedere.
Arriva la corazzata Venezia: mission impossible?
Adesso arriva Venezia, che mentre scrivo il pezzo ha appena vinto di dieci contro il Paok. I lagunari sono una corazzata, hanno tanto talento, una panchina infinita ed un grande allenatore che è una vecchia conoscenza ed un amico di Pistoia. Il pronostico è scritto, tuttavia c’è curiosità. Razionalmente sembra impossibile, però…chissà.