PISTOIA – Sono tra quelli, credo di non averne mai fatto mistero, che a maggio non erano particolarmente ottimisti sulle prospettive di lungo termine del nostro amato Pistoia Basket. Dopo aver partecipato alla splendida serata organizzata dal Consorzio e dopo aver visto i ragazzi all’opera contro Udine nel torneo in memoria di Teo, sono tra quelli a cui è tornato un bel po’ di sano ottimismo.
La cena con gli sponsor
Con ordine, parto dalla cena del mercoledì. Nella splendida cornice dell’OrtoFair di Paolo Mati, sotto la sapiente guida di Alberto Peluffo, più di 220 persone – tra sponsor ed ospiti – si sono trovati per una piccola presentazione in anteprima della squadra. Mi siano permesse, dunque, due parole sulla figura di Alberto Peluffo, già presidente del Consorzio e neo vice presidente del Pistoia Basket.
I grandi meriti di Alberto Peluffo
Peluffo, mi sia concessa la carezza, è uno dei motivi per cui è lecito tornare ad essere fiduciosi sulle prospettive di lungo periodo del giocattolino. Professionista serio e credibile, carismatico, ha portato il Consorzio a tenere insieme intorno alla palla a spicchi circa 90 piccole realtà che ad oggi costituiscono, di fatto, uno dei maggiori sponsor del Pistoia Basket. Dopo un’estate di alti e bassi, mercoledì scorso si respirava un’aria piena di entusiasmo e voglia di canestri. Se è vero che, anche quando sembra che il fuoco si stia spengendo, sotto la cenere della voglia di palla a spicchi qualcosa brucia sempre, la passione percepita dentro al Consorzio è certamente frutto di un lavoro di coinvolgimento di aziende e professionisti fatto con grande competenza c grandi capacità. Alberto, chapeau. Non resta che sperare che, anche nella veste di vice presidente, Peluffo sappia portare la stessa brillantezza, capacità ed entusiasmo dimostrati fino ad oggi.
Bella gara nel ricordo di Matteo
Vi è poi la squadra, ma prima di scrivere dei ragazzi è impossibile non dedicare un pensiero a Matteo Bertolazzi ed al grande ricordo che i ragazzi della 7forYou continuano a tenere vivo con iniziative come quelle di sabato sera. Una bella partita, a tratti fin troppo vera, quella contro Udine, dov’è stato possibile avere qualche indicazione in più – per quello che, a metà settembre, può valere – sulla squadra di Ramagli.
K. Johnson, un play con gli attributi
Partendo dalla regia, l’impressione è che Kerron Johnson possa essere devastante quando attacca il ferro, ma sia tutto da verificare dal perimetro. La sensazione è che la difesa avversaria possa essere tentata dal difendere durissimo sulla sua penetrazione, provando a battezzarlo sulla linea da 3, magari concedendogli qualche tiro di troppo. La giornata in cui troverà la striscia dalla lunga potrebbe essere un fattore, però va rivisto. Di lui Ramagli dice che ha gli attributi, sul piano difensivo sembra un bel guanto. Inoltre è il giocatore che, al netto dei desiderata della tifoseria, si candida con prepotenza per la fascia di capitano.
Della Rosa in cerca di conferma
Il suo sostituto, il Della, è il giocatore su cui, per certi versi, abbiamo ancora tutto da scoprire. L’anno scorso, infatti, era la novità ed è stata una bellissima sorpresa, quest’anno è difficile immaginare che la difesa vorrà lasciargli la mattonella a cuor leggero. La scommessa, in sintesi, sta nella conferma a buoni livelli di tutto quello che di buono si è visto lo scorso anno. Io ci credo.
D. Johnson senza bisogno di presentazioni
Dominique Johnson, poi, non ha bisogno di presentazioni. Mi piace tuttavia riportare le parole spese per il giocatore da Ramagli, dopo il torneo di Lucca. Il coach ha detto che dallo Usa ci si aspettano sempre venti punti, però poi lo scopri anche capace di collezionare otto recuperate ed otto assist. Si potrebbe dire che, nella percezione collettiva, rappresenta un po’ quello che McGee è stato nel mercato della scorsa stagione, ovvero il giocatore decisamente ben pagato da cui ci si aspetta molto. Tyrus, a conti fatti, ha deluso le aspettative, il sapore della stagione che inizia dipenderà molto dal fattore DJ. Staremo a vedere.
Bolpin e Martini con la faccia giusta
Quanto a Bolpin e Martini, è piaciuto molto il fatto che non siano “menci”, ma escano dalla panchina con la faccia giusta. Tecnicamente, senza voler mancare di rispetto a nessuno, non sono probabilmente ancora al livello di Gaspardo e Mian, ma piace molto il body language – per usare un termine caro agli scienziati – messo in mostra fino ad oggi. In una piazza come la nostra non è un dettaglio trascurabile. C’è molta curiosità, se saranno capaci di sputare sangue diventeranno anche loro “uno di noi”.
Incognite sotto canestro in attesa di Auda
Sotto canestro, infine, le incognite più grosse. Non si tratta di perplessità, ci mancherebbe, il punto è che l’assenza di Auda ed i piccoli infortuni di Krubally hanno reso impossibile capire di cosa stiamo parlando. Per una prima impressione, dunque, meglio aspettare.