After all is basketball, Sport & tempo Libero  |  luglio 25, 2018

Pistoia Basket, riflessioni di mezza estate

Prime valutazioni dopo i cambi societari e il delinearsi del roster. Addii e conferme ai vertici societari. La “panchina” al risparmio di sole belle speranze. I primi acquisti di stranieri “sconosciuti”. La quota abbonamenti a 800: una conferma dell'amore incondizionato dei tifosi per la pallacanestro pistoiese

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PISTOIA – Meno male che il direttore di questa testata giornalistica, prima che grande tifoso dei biancorossi, è uomo di spiccata sensibilità e mi ha perfettamente compreso quando ho comunicato che mi sarei preso una lunga pausa estiva nella stesura dei pezzi sul Pistoia basket. Del resto, cari amici, cosa avrei dovuto scrivere? Esattamente, al netto del copia incolla dei comunicati sulla conferma del Della e sull’ingaggio di due stranieri ed altri 3 componenti della panchina, su cosa avrei dovuto elucubrare o sbizzarrirmi?

La richiesta di cambiamento caduta nel vuoto

Stiamo vivendo un’estate complessa, del resto si sapeva e ce lo aspettavamo. Per certi versi, tutto sta procedendo secondo un ordine naturale e logico delle cose che, almeno visto da fuori, pare effettivamente immutabile. Ma facciamo un attimo un passo indietro, tornando al famoso comunicato al quale partecipai attivamente nel momento della stesura. Al di là di qualche errore di forma – qualche firma è stata aggiunta per sbaglio o leggerezza, altre di qualcuno che ci voleva essere finì per mancare in calce al pezzo – non vi è dubbio che quella linea, la mia e di tutti quelli che hanno aderito, è stata clamorosamente sconfitta. Tanto rumore per nulla, in sintesi.

Sì perché, dopo quella richiesta forte di cambiamento ci siamo ritrovati con alcuni ingressi in dirigenza degni di nota e di oggettivo spessore, non si può negare. Il nuovo organigramma, tra l’altro, oltre all’individuazione di un nuovo presidente permette un’indiscutibile maggiore chiarezza nei ruoli di tutti, senza dubbio.

Tutto confermato e tutto garantito

E’ anche vero, però, che ci ritroviamo con Robertone che non è più presidente ma che continua a fare quello che ha sempre fatto, ovvero tiene i rapporti con la tifoseria ed indice conferenze stampa dove, con tutto il rispetto del caso, continua a mandare messaggi che forse sarebbe meglio evitare di rendere pubblici. Ivo Lucchesi è sempre vice presidente e, senza alcuna ironia, va benissimo così perché – lo sanno anche i sassi – sa garantire un bello spicchio di rinnovi di sponsorizzazioni. Giulio Iozzelli e Michele Stilli sono sempre gli uomini del mercato e – anche in questo caso senza alcuna ironia – va benissimo così perché la storia delle ultime stagioni dimostra che sanno fare benissimo il loro lavoro e che le poche volte in cui la squadra non è sembrata troppo ben costruita è stata evidentemente colpa di Esposito. Lo staff medico e atletico è sempre lo stesso e – anche in questo caso senza alcuna ironia – va benissimo così perché sono tutti professionisti cui io per primo mi affiderei senza paura.

Pensate un po’, dello staff medico e atletico la dirigenza si fida talmente tanto che sono andati vicinissimi ad ingaggiare nuovamente un caso umano, quell’Antonio Campbell di cui mancava solo la firma e di cui, solo dopo che l’accordo è saltato, si è scoperto – grazie alla bravura di Federico Guidi di Pistoia Sport – che usciva da un infortunio gravissimo al piede. Come da tradizione, concedetemelo.

Quello di Campbell è un passaggio a vuoto che disturba, perché passano gli anni ma il viziaccio di non riuscire a tenere tutto sotto traccia fino alla firma definitiva è sempre lo stesso anche con la nuova dirigenza. Peccato perché poi – mi sono testimoni alcuni amici del bar del palazzetto – qualcuno ha tentato di far passare l’idea che si sia stati noi a fare marcia indietro ed a non volere il giocatore. Tentativo audace e, lasciatemelo dire, poco convincente, ma del resto a questo giro la colpa ad Esposito – che, notoriamente, è sempre stato un grande estimatore di giocatori rotti – non si può dare e, nell’attesa maturino i tempi per cominciare a chiamare in causa Ramagli, qualcosa bisogna pur inventarsi.

Del resto, mi si dirà con ragione, quelli che vengono a Pistoia sono tutti un po’ scommesse, a volte sono matti da legare, molto spesso sono rookie, quando sono esperti e scelgono Pistoia probabilmente non sono troppo in forma. E’ sempre stato così, figuriamoci se cambia qualcosa nell’estate in cui non si riesce a trovare un main sponsor.

Il nodo main sponsor

Già, lo sponsor. A regola non dovrebbe essere troppo difficile individuarlo, se è vero che la The Flexx è restata come gold – quindi garantisce un bel po’ di soldini comunque – e quindi al main sponsor, per essere almeno in linea con le stagioni precedenti, non deve nemmeno essere chiesta una cifra mirabolante. Per quello che so io, comunque, la comunicazione del main è attesa nelle prossime ore. Se poi non si chiude, al limite, sarà colpa della partenza di Esposito.

La squadra che prende forma? L’unica possibile

Comunque sia, al netto di qualche frecciatina che, dopo due mesi di silenzio, vorrete concedermi, la verità è che la squadra che sta prendendo forma è davvero l’unica possibile. Dopo che l’esperienza ci ha insegnato che spendere troppo per dei discreti italiani non rende, la logica di fare una panchina al risparmio, piena di giovani talenti da far sbocciare, per spendere il grosso sul quintetto base straniero ha un senso ed è probabilmente l’unica scelta possibile.

Gli abbonamenti? Solo amore

Ho letto Capecchi sollevato per il superamento della quota 800 abbonamenti, segno – a suo dire – che i primi due colpi da quintetto base hanno restituito entusiasmo alla piazza e fiducia nella dirigenza. Perdonami, Presidente, non è proprio così. Gli 800 e rotti abbonamenti, dopo aver passato una stagione a tifare Bond, dopo l’avvicendamento del coach, dopo la composizione di una panchina che, a detta di un tuo dirigente, sarebbe quella giusta per una metà classifica in LegaDue, dopo che i primi due ingaggi stranieri sono di due giocatori poco meno che sconosciuti, non hanno nulla a che vedere né con l’entusiasmo né con la fiducia, ma sono solo e semplicemente amore. Ripeto, va benissimo così, non avete sbagliato nulla e probabilmente state davvero gestendo il giocattolo nel modo migliore possibile, però il numero enorme – sottolineo enorme, viste le condizioni di partenza – di tessere staccate è solo un grande, enorme, immenso gesto di amore della piazza verso la nostra realtà.

E’ la prova schiacciante che, vada come vada la stagione, la pallacanestro a Pistoia non morirà mai.

 

 

 

 


La Redazione

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