PISTOIA. Vabbè, dai, mancano due partite. Al netto di eventuali supplementari – con Milano? Contro Brescia? Ma quando mai? –tra 80 minuti questo strazio finisce. Su quello che ci aspetta dopo l’ultima sirena del campionato, ovvero se finiremo per rimpiangere o meno questa stagione, scrivo tra un attimo. Se devo essere sincero come poche altre volte, io di questa squadra non ne ho proprio più voglia. Non ho voglia di vederla giocare, non ho voglia di scriverne, non ho voglia di illudermi che possa ancora mettere in mostra un sussulto, una scintilla, qualcosa di interessante per il tifoso biancorosso.
Proprio non ce la fanno…
Non è che non si impegnino, non voglio dire questo. Per assurdo, sotto certi aspetti, fa quasi male vederli provare in tutti i modi, per poi puntualmente sgonfiarsi lungo il nastro della partita. Ricordo ad inizio dell’ultimo periodo, nella gara di domenica scorsa contro la Virtus Bologna, più o meno sotto dieci e quindi abbondantemente in partita, i ragazzi hanno catturato 3-4 rimbalzi offensivi per degli extra possesso che non hanno portato punti. Però ecco, non si può dire che la voglia di lottare – almeno a sprazzi – manchi del tutto. Il punto è che proprio non ce la fanno.
Jaylen Bond, “agghiacciante”
Il punto è che Jaylen Bond è il giocatore più agghiacciante che abbia mai visto giocare al PalaCarrara. Badate bene, io ero presente anche in C2, non ho necessariamente il palato fine, mi adatto e mi diverto a vedere qualsiasi tipo di basket, da quello senza fronzoli al campino a quello della massima serie. Un giocatore come Bond, però, va oltre il tollerabile. Il professionista, l’americano, un uomo che fa rivalutare tutto e tutti quelli che abbiamo visto giocare, almeno da metà degli anni 80 in poi.
Dejan il suscettibile
Lo so, il manuale del perfetto tifoso imporrebbe di non fischiare, non mugugnare, non protestare. Magari mettersi qui, davanti al pc, per scrivere che siamo salvi, indorando un po’ la pillola. Magari all’ultima in casa contro Brescia facciamo stendere anche un red carpet verso il tunnel degli spogliatoi dove far passare Dejan Ivanov, tra due ali di cheerleaders che sventolano palme e la folla adorante che applaude. Il bulgaro, il signor suscettibilità.
Sai, Dejan, l’altro giorno ho ricevuto un cliente nei guai. Non gli ho garantito che gli risolverò i problemi, soprattutto quando tecnicamente non puoi vincere nessuno pretende i miracoli o gli straordinari, magari si cerca di limitare le conseguenze al minimo. Però, ecco, in quei casi evito di elargire pacche sulle spalle, evito di battermi il pugno al petto – sai che scena? Quasi quasi provo, invece – con quell’atteggiamento un po’ paraculo del tipo “tranquillo, ci penso io!”. Magari evito anche di perdere fogli della pratica, di dimenticarmi il giorno dell’udienza, magari almeno il portone del Tribunale riesco a trovarlo. Uguale con te, nessuno pretendeva tu fossi il messia o che tu vincessi le partite da solo, però sei stato davvero tanto spaccone quanto deludente.
I fischi si accettano
Sono sicuro, hai mille buoni motivi e diecimila scuse, dal punto di vista tecnico, tattico e fisico. Del resto, fatta qualche lodevole eccezione, quest’anno al PalaCarrara non si è abbondato in autocritica, vero o no? Però, ecco, il bravo professionista i fischi li mette in conto. Io metto in conto che questo pezzo possa non piacere a nessuno, o che il cliente in ufficio possa non restare soddisfatto del mio meglio, tu – al termine dell’ennesima prestazione moscia, sia personale che di squadra – devi prendere i fischi, imboccare il tunnel e non fare il risentito. Tra 80 minuti ci si saluta, arrivederci e grazie. Resterà l’amara sensazione di aver sprecato i soldi del tuo ingaggio. Peccato.
Più minutaggio ai giovani italiani
Dispiace anche vedere Maltinti – a fine primo tempo – scavalcare la balaustrina della tribuna con atteggiamento risentito verso gli arbitri. Vero che anche la Virtus è bianconera, quindi la tendenza a dare del ladro parte in automatico per molti, ma veramente quando due titolari non prendono nemmeno il ferro si reputa sia il caso di protestare contro gli arbitri? Veramente sono l’unico a ritenere che, al di là del premio per il minutaggio degli italiani, già in cassaforte, sia il caso di far giocare tutta la partita ad Onohua, Barbon e Della Rosa? Almeno si vedrebbe impegno. Almeno il parziale finale sarebbe più accettabile. Almeno approfittano per fare esperienza e crescere. O no?
Tanti interrogativi sul futuro
Qualcuno dice – probabilmente con molte ragioni – che con alta probabilità finiremo per rimpiangere questa squadra. Insomma, dall’unico fronte che conta ed interessa davvero, quello fuori dal campo, tutto tace. Allora domando io: Roberto, si sa nulla dalla Federazione o dal Comune sulla questione capienza? Nel frattempo, in termini di programmazione, che passi avanti si sono fatti, per convincere Tomasi ad aprire il borsellino per il PalaCarrara? Sei sempre convinto di dimetterti da Presidente? Se la risposta è affermativa, chi avete individuato come successore? Fronte sponsor, la The Flexx che fa? Hitachi è pronta a tornare, come qualcuno sussurra, probabilmente più per speranza che per altro? Vedo molti consorziati spingere sui social per promuovere l’adesione al Consorzio, quali novità? Quali prospettive?
Qualche prima risposta non guasterebbe
Domande ce ne sarebbero mille, ma le altre – per esempio su Esposito, Bongi, prossima campagna abbonamenti, prossimo mercato – sono oggettivamente premature. Non sarebbe male, però, cominciare a dare qualche risposta, magari piena di speranza, fiducia ed ottimismo, alle domande elencate sopra. Cominciare, insomma, a venderci la visione del futuro prossimo della pallacanestro a Pistoia. Siamo curiosi e vogliosi.