PISTOIA – E’ finita con una sconfitta ma era difficile poter attendere qualcosa di diverso dal posticipo di ieri sera al Palacarrara. Milano passa a Pistoia per 79 a 63 con una partita rimasta in bilico fino al terzo quarto e finita con gli uomini fondamentali di Esposito in debito di ossigeno, stremati da una battaglia impari fra due roster così diversi per qualità e quantità. Non era questa la partita dalla quale attendersi, salvo miracoli sportivi, la ripartenza della The Flexx. Il problema casomai è un altro, ossia sentire coach Esposito ripetere le stesse cose a fine gara: “Contro Milano devi saperti esaltare e noi al contrario ci siamo depressi”. Insomma, siamo ancora lì, col sacro fuoco che non c’è, la voglia di mangiare il mondo che manca, di provare sempre e comunque, qualsiasi sia l’avversario. Se a ciò si sommano le mille e una difficoltà che questa squadra ha avuto per tutto il girone di andata e la triste presa d’atto del valore (almeno quello dimostrato fino ad oggi) di diversi giocatori, il quadro comincia a farsi preoccupante.
Tre sole certezze in campo
Verrebbe da dire, usando un’espressione un po’ tranchant, che Pistoia dimostra di avere tre giocatori che se la possono sempre giocare, sul cui apporto, la cui qualità e la cui determinazione può fare affidamento (e uno è stato più fuori che dentro finora a causa dell’infortunio allo scafoide e mostra molta discontinuità): Moore, Ivanov e, appunto, McGee. Un po’ poco per poter avere grandi ambizioni. E, infatti, la vera presa d’atto, solo confermata ieri sera ma chiara ormai da tempo, è che Pistoia, per il primo anno da quando è tornata in serie A, dovrà davvero lottare, probabilmente fino alla fine, per salvarsi. Questo è l’obiettivo dichiarato e reale di questa stagione.
Salvezza il solo obiettivo
Dal campionato 2013-2014 abbiamo sempre sentito società e allenatori affermare che l’obiettivo era la salvezza, da raggiungere prima possibile. Un proposito concreto e realistico, visti i mezzi a disposizione, ma che nei fatti non è mai stato vero nella sua traduzione pratica. Pistoia ha conquistato 3 volte su 4 i play off, con un ottavo, un settimo e un sesto posto e solo una volta non li ha centrati (ma arrivando nona, non quattordicesima).
La lotta nei bassifondi della classifica
Quindi la vera lotta nei bassifondi della classifica, a parte i primi mesi del primo campionato da neo promossa, non ci ha mai davvero riguardato. Quest’anno, purtroppo, non è e non sarà così. E hai voglia a dire che per Pistoia finora è stato una sorta di precampionato e che il roster che ci porterà fino in fondo si è definito solo nelle ultime settimane. Intanto il campionato è arrivato a metà, la prossima gara è un’altra trasferta proibitiva a Brescia, e Pistoia si trova al penultimo posto in compagnia di Brindisi e Varese e con una sola squadra alle spalle, Pesaro. Quindi abbiamo giocato contro tutte le altre squadre e il risultato sono gli 8 punti. Quali sarebbero i vantaggi rispetto alle altre, da ora in poi?
In attesa di segnali
Non resta che sperare che giungano, ad oggi insperati, i segnali che si attendono da mesi da Mian (con Milano imbarazzante), Magro (quando il fantasma di oggi lascerà il posto al giocatore dello scorso anno?), lo stesso Gaspardo (intermittente ad essere generosi), e magari, hai visto mai, anche da Bond. In attesa di capire se Diawara potrà davvero rendersi utile alla causa. L’unica cosa che appare certa è che il rientro di Laquintana coinciderà almeno con un apporto di grinta e determinazione, oltre alla possibilità di dare un po’ di respiro a capitan Moore. E poi, come dire, non avremo sempre di fronte imprese impossibili: “Adesso – ha detto ieri sera Esposito – dobbiamo essere bravi a distinguere le cose buone da quelle meno buone, parlarne e lavorare sui nostri problemi, senza dimenticare che comunque qualcosa di positivo c’è. Oggi abbiamo affrontato una squadra onestamente fuori portata, ma non sempre giocheremo contro Milano”. Appunto. E questa è una certezza.
LA FOTOGALLERY DI DANIELE BETTAZZI
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La partita
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