Si dirà che un episodio per quanto grave, e speriamo che nelle prossime ore la sua gravità possa pian piano attenuarsi, è sempre un episodio. Ma l’incidente di lunedì 16 ottobre, sulla strada regionale 66 a Cireglio – un signore di 94 anni investito mentre attraversava la strada da un’auto che per fortuna procedeva probabilmente a velocità molto moderata – ci spinge, ancora una volta, a parlare delle condizioni di un’arteria stradale vicina al collasso. Come dimostrano gli articoli che “alleghiamo” in coda al testo non è la prima volta che lo facciamo e, temiamo, non sarà l’ultima. Ma stavolta non è per raccontare i suoi mali cronici e la sua invivibilità. No, questo articolo ha una finalità ben precisa: chiedere impegni precisi, concreti, fattibili. Non libri dei sogni, con i quali possiamo anche continuare a cullarci ma che non servono ad affrontare realisticamente i problemi. Sappiamo, lo sappiamo da quando eravamo bambini – e allora se ne parlava come di una prospettiva concreta, erano i tempi dei grandi investimenti e, purtroppo, anche l’inizio della dilapidazione del patrimonio pubblico – che le varianti ai paesi o una nuova strada che colleghi la pianura alla parte più alta della montagna, non sono argomenti in discussione. Forse prospettive futuribili. Vedremo.
Condizione non più tollerabile
Per l’oggi, e la parola non è casuale, serve altro. Intanto prendere atto che il tratto stradale (restando al territorio comunale di Pistoia) che da Ponte Calcaiola arriva a Pontepetri, vive una condizione non più tollerabile. La sua messa in sicurezza, soprattutto nei tratti che interessano l’attraversamento dei paesi, è una priorità. Un’urgenza. Per chiunque, a vari livelli, possa intervenire. Dalle associazioni del territorio, Pro loco in testa, che devono farsene pieno carico, al Comune di Pistoia e alla Provincia, ognuno per le proprie competenze, che devono intervenire. Come? Con soluzioni essenziali. Servono azioni nelle prossime settimane e interventi nei prossimi mesi. Di questo parliamo.
Tanti piccoli interventi possibili
Non siamo tecnici, non spetta a noi indicare le soluzioni. Il buon senso ci fa pensare ce ne siano diverse: autovelox, indicatori di velocità, piccoli marciapiedi nei tratti che ne sono completamenti privi, attraversamenti pedonali incrementati e magari anche segnalati un po’ meglio. E, ogni tanto, qualche pattuglia della Polizia municipale che verifichi in che condizioni di caos vive la via Modenese a Cireglio o a che velocità si percorre il “dirizzone” lungo Le Piastre (e molto altro ancora). Non è una richiesta di provvedimenti punitivi ma almeno il tentativo di limitare comportamenti intollerabili: in primis soste selvagge e velocità troppo sostenute nei centri abitati. Sì perché i controlli esistono, soprattutto da parte dei Carabinieri, ma quasi sempre, per ragioni comprensibili, si svolgono fuori dai paesi.
Il ruolo del Comune
La Provincia ripete da tempo la stessa litania, ovvero che non ha soldi a disposizione ed è sicuramente così. Capiamo benissimo le difficoltà del presidente Vanni e immaginiamo la sua frustrazione, ma non si può andare avanti a lungo in questo modo. Per il Comune può essere un primo banco di prova per capire se l’atteggiamento nei confronti della parte montana del suo territorio è in linea di continuità con la giunta precedente oppure se si vuol davvero segnare un cambio di passo. Non servono grandi sforzi finanziari né straordinarie progettualità. Pochi atti concreti. Poi serviranno anche provvedimenti più strutturali: in tema viabilità il più urgente è la creazione di alcune piccole aree di sosta lungo la strada, ma per quello servirà sicuramente più tempo.
Le Pro loco
Quanto alle libere associazioni che rappresentano queste località il nostro invito è fare fronte comune e agire come gruppo di pressione nei confronti degli enti pubblici. Un esempio concreto? Le Pro loco di Cireglio, delle Piastre, di Piazza, elaborino velocemente alcune proposte. Non sarà difficile interpretare i desiderata degli abitanti di questi paesi. Serve una verifica sul campo? Bene, si organizzi velocemente un’assemblea pubblica, si raccolgano le indicazioni della gente e ci se ne faccia interpreti. Senza indugi, proponendo poche cose, concrete e chiare. Subito.
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