L'intervista, Piteglio, San Marcello, Sanità e sociale  |  agosto 31, 2017

Centro sociale “diurno”, l’assessore Rimediotti frena: “E’ complicato. Meglio un servizio diffuso”

In discussione l'ipotesi di una struttura pensata soprattutto per persone anziane, sole o in difficoltà. Il responsabile comunale della sanità meno entusiasta di sindacalisti e associazioni del volontariato. “Pochi utenti rispetto a un territorio molto vasto. Penso piuttosto ad un servizio che utilizzi più strutture, per il quale dovremo coinvolgere la Società della Salute”

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SAN MARCELLO – E’ un’idea che non lascia indifferenti quella di realizzare un centro diurno per persone anziane nel territorio comunale di San Marcello Piteglio al servizio della montagna. Si sono detti convinti dell’idea diversi operatori del settore, come i sindacalisti Maria Grazia Franchi e Roberto Ducceschi, e i presidenti della Pubblica Assistenza di Maresca, Pier Luigi Cinotti e di quella di Campo Tizzoro-Bardalone-Pontepetri, Elio Penna. Sulla base di questi stimoli e sollecitazioni abbiamo chiesto all’assessore comunale alla sanità, Roberto Rimediotti, cosa pensi di questa prospettiva. Ecco il resoconto della nostra intervista.

IMG_2836  L’assessore Roberto Rimediotti

Assessore Rimediotti, viste anche le competenze specifiche in qualità di medico, cosa pensa dell’ipotesi di istituire un “diurno”, ovvero un luogo ove le persone possano trascorrere diverse ore della giornata, e dove esse possano ricevere pasti e assistenza, per poi far ritorno alla propria abitazione?

“È complicato farlo in Montagna, lo dico anche per esperienza personale. Già in passato è stata tentata questa strada, ma il risultato non è stato positivo”.

I motivi?

“In primo luogo i numeri: poca popolazione su un territorio molto ampio. Si parte da Pontepetri per arrivare a Lanciole, quindi pensare ad una struttura unica è difficile, bisogna pensare ad un ‘diurno’ diffuso sul territorio.

Cioè, in concreto?

“Un ‘diurno’ potrebbe essere appoggiato da strutture specializzate esistenti, ma anche da quelle alberghiere o addirittura da famiglie, e così via. Naturalmente necessita un punto di coordinamento che garantisca un certo livello dei servizi”.

Alcuni esempi?

”Nel comune ci sono diverse strutture disponibili, come il Maeba ristrutturato, ma è solo un esempio, perché ce ne possono essere altre. Inoltre è necessario giovarsi dei nuovi mezzi informatici per pensare ad attività comuni”.

Naturalmente per fare ciò occorrono fondi, chi dovrebbe metterli?

“Per un’attività di questo tipo, dovrà intervenire la Società della Salute per garantire certe prestazioni. La Società della Salute dovrebbe recepire il progetto, valutarne i costi ed eventualmente ripartirli in parte sul sociale e in parte nel settore sanitario”.

E il Comune quale ruolo potrebbe avere?

“Intanto è necessario credere in iniziative di questo genere e noi ci siamo. Aggiungo che al momento l’amministrazione non ha preso atti formali, tuttavia credo che dovremo lavorare per far trovare un terreno favorevole”.

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Centri diurni per anziani: una grande necessità della Montagna


La Redazione

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