I consigli del medico  |  maggio 24, 2017

I vaccini? Efficaci, sicuri e necessari. Al di là dei pregiudizi

Il termine deriva dal latino “vaccinus” e dai primi studi del medico inglese Jenner, alla fine del 1700. Immensi i benefici delle vaccinazioni: basti pensare alla scomparsa del vaiolo e della poliomielite. L'importanza della pratica su larga scala. Fra le voci di dissenso la più nota è stata quella di Andrew Wakefield, il cui studio risultò un falso

di

Tempo di lettura: circa 3 minuti

Si definisce «vaccino» un prodotto ottenuto con batteri o virus o tossine opportunamente trattati per minimizzare il potere patogeno e salvaguardare quello antigenico. Iniettato in un organismo, il vaccino induce immunità nei confronti dei corrispondenti agenti patogeni tramite la produzione di anticorpi e l’attivazione del sistema cellulare immunocompetente.

La nascita della vaccinazione

Per quanto concerne l’etimologia, vaccino deriva dal latino «vaccinus», aggettivo riferito al termine «vacca»: proprio a questo animale sono legate le osservazioni del medico inglese Edward Jenner il quale, alla fine del 1700, aveva notato che le persone che in precedenza si erano ammalate di vaiolo bovino (cowpox), contratto per lo più durante la mungitura, non si ammalavano della forma umana di vaiolo (smallpox). Forte di questa osservazione, nel 1796 Jenner inoculò in un ragazzo una piccolissima quantità di materiale tratto da una pustola di vaiolo bovino da cui era affetta una giovane donna; dopo alcuni mesi iniettò allo stesso ragazzo una minima frazione di pustola di vaiolo umano e non si ebbe alcun sviluppo della malattia: così con Jenner era nata in Europa la vaccinazione.

Vaiolo come campo di studio

La precisazione geografica è doverosa in quanto già molti secoli prima di Jenner, dapprima in Cina e successivamente in India, veniva praticata la tecnica della «variolizzazione», cioè la inoculazione nel soggetto sano di materiale proveniente dalle pustole di malati in via di guarigione o affetti da forme lievi (variola minor), creando così una immunità verso le forme più gravi (variola vera). Il vaiolo, oggi scomparso ma per secoli un vero e proprio flagello, è stato quindi il campo di studio fondamentale per lo sviluppo dell’immunologia e dell’adozione della vaccinazione nella profilassi di numerose malattie infettive: poliomielite, difterite, pertosse, tetano, scarlattina, rosolia, epatite B e altre ancora.

I benefici delle vaccinazioni

I benefici delle vaccinazioni per l’umanità sono stati e sono immensi: basti pensare alla scomparsa del vaiolo e della poliomielite, quest’ultima devastante soprattutto per l’infanzia. Ciononostante, fin dall’inizio si sono manifestate diffidenza ed anche opposizione alla pratica vaccinale, soprattutto all’obbligo della vaccinazione; nel 1863 a Londra è stata istituita la «Societas Universa contra vaccinum virus». Peraltro in tutto il mondo la vaccinazione ha conosciuto un progressivo, ampio sviluppo promosso dalle più accreditate Società scientifiche e sollecitato dai maggiori organismi internazionali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Voci contrarie e falsi storici

Periodicamente compaiono isolate voci di dissenso: la più nota è stata quella di Andrew Wakefield il quale nel 1998 pubblicò sulla prestigiosa rivista Lancet un lavoro in cui si sosteneva l’esistenza di una correlazione tra vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) e autismo, associato o meno a malattie infiammatorie intestinali. La notizia fece scalpore e dette l’avvio ad una vasta campagna di ostracismo alla vaccinazione. In realtà la ricerca di Wakefield è poi risultata essere un falso, per cui è stata ufficialmente disconosciuta e ne è stata annullata la pubblicazione. Per quanto concerne l’autismo – grave affezione neuropsichica – ne è stata assodata la patogenesi genetica, del tutto estranea alla vaccinazione.

Vaccinazione necessaria su vasta scala

Attualmente non esistono dubbi su efficacia, sicurezza e necessità delle vaccinazioni le quali hanno un risvolto sia individuale che collettivo. A livello del singolo soggetto vi è garanzia di efficacia e sicurezza: eventuali rarissimi effetti collaterali o avversi hanno un’incidenza enormemente inferiore a quella che si può riscontrare nel corso della malattia (morbillo, pertosse e così via) per la cui profilassi si pratica la vaccinazione. A livello collettivo la vaccinazione si impone come dovere civile, considerando che la piena efficacia in una popolazione si ha quando si sottopone a vaccinazione almeno il 90% degli interessati; se la percentuale dei vaccinati è inferiore, diventa effettivo il rischio di vanificazione che, oltre che sul singolo individuo, inevitabilmente si ripercuote sull’intera collettività.


Marco Ricca

Laureato in Medicina e Chirurgia, è stato assistente ordinario in Patologia e in clinica medica all’Università di Firenze, successivamente Primario medico negli Ospedali di Cortona, Fiesole, Camerata e infine nell’Ospedale San Giovanni di Dio di Firenze. Libero docente in Semeiotica medica, è specialista in cardiologia, gerontologia e geriatria e pneumologia. E’ stato consulente cardiologo alla Fondazione Turati di Gavinana ed attualmente è Direttore sanitario del Centro Sanitario Pistoiese Koinos della stessa Fondazione, a Pistoia.