L’ Anoressia nervosa, la Bulimia nervosa ed il Disturbo da Alimentazione incontrollata, sono i principali disturbi dell’alimentazione presenti nella popolazione. In particolare Anoressia e Bulimia Nervosa rappresentano uno dei problemi di salute più comuni nei giovani, soprattutto nelle ragazze, in tutti i Paesi occidentali mentre Il Disturbo da Alimentazione incontrollata può riguardare fasce d’età più avanzate. Seppur diversi per alcune peculiari caratteristiche, tutti i disturbi dell’alimentazione condividono un nucleo psicopatologico comune caratterizzato da convinzioni distorte riguardo al cibo, al peso ed alla forma corporea. Pur essendo primariamente disturbi psichici, i disturbi dell’alimentazione producono spesso complicanze fisiche anche serie, secondarie alla malnutrizione e/o ai comportamenti messi in atto per ottenere il controllo sul peso e sulla forma del corpo come ad esempio il vomito autoindotto. La maggior parte delle persone con disturbi dell’alimentazione non riceve una diagnosi e un trattamento adeguati e molti casi arrivano all’osservazione clinica dopo una lunga storia di malattia, quando è più difficile ottenere una guarigione.
ANORESSIA NERVOSA
La caratteristica principale di questo disturbo è la restrizione alimentare che comporta un grave dimagrimento ed il raggiungimento di un basso peso corporeo (per età, sesso, altezza). Le ragazze iniziano spesso una dieta dimagrante “perché si vedono grasse”, eliminano alcuni cibi ritenuti troppo calorici e spesso incrementano l’attività fisica. C’è un’intensa paura di ingrassare, nonostante il basso peso corporeo e la dieta volontaria, rigida ed autoindotta, prosegue nonostante le scadenti e pericolose condizioni fisiche raggiunte. Il pensiero relativo al cibo, al corpo e la sua forma influenza l’autostima del soggetto, che tende a non ammettere e a negare la gravità del proprio sottopeso.
BULIMIA NERVOSA
La caratteristica principale di questo disturbo è la frequente presenza (almeno 1 volta a settimana per almeno 3 mesi) di abbuffate e di condotte compensatorie. Per abbuffata si intende il mangiare, in un breve lasso di tempo, una quantità di cibo eccessiva con la sensazione di perdere il controllo e di non riuscire a smettere di mangiare; a tali abbuffate seguono le condotte compensatorie ovvero gli episodi di vomito autoindotto, l’utilizzo di lassativi e diuretici o l’esercizio fisico strenuo per controllare il temuto aumento di peso. Anche qui i livelli di autostima sono ingiustificatamente influenzati dalla forma del corpo. In questo disturbo il peso può essere normale ma i frequenti episodi di vomito possono condurre a gravi complicanze mediche.
DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA
La caratteristica principale di questo disturbo è la frequente presenza (almeno 1 volta a settimana per almeno 3 mesi) di abbuffate senza condotte compensatorie come invece accade nella Bulimia Nervosa. Le abbuffate si associano spesso al mangiare velocemente e fino a sentirsi “pieni”, mangiare grandi quantità di cibo anche se non ci si sente affamati e più spesso in solitudine per l’imbarazzo e la vergogna, provare disgusto verso se stessi sentendosi depressi e in colpa dopo l’abbuffata. Questo quadro è molto spesso associato ad un quadro di sovrappeso ed obesità con tutte le conseguenze mediche ed i rischi che tali condizioni comportano (ad esempio malattie cardiovascolari, diabete).
LA TERAPIA
Il trattamento dei disturbi dell’alimentazione richiede l’integrazione di varie competenze (psichiatri, psicologi, dietologi e nutrizionisti, medici di medicina generale, internisti, endocrinologi, pediatri, neuropsichiatri infantili). Sul versante psichiatrico-psicologico, le psicoterapie (terapia basata sulla famiglia nei giovani con anoressia nervosa; terapia cognitivo-comportamentale e terapia interpersonale nella bulimia nervosa e nel disturbo da alimentazione incontrollata) hanno un ruolo essenziale; mentre le terapie farmacologiche sembrano avere un ruolo secondario da riservare soprattutto al trattamento delle condizioni spesso associate al disturbo alimentare (Depressione, disturbi d’Ansia). Fondamentali inoltre gli interventi nutrizionali che devono integrarsi con i percorsi psicoterapeutici.
Cinque livelli di intervento
Per la cura dei disturbi dell’alimentazione sono oggi proponibili cinque livelli di intervento: medico di medicina generale o pediatra di libera scelta, terapia ambulatoriale specialistica, terapia ambulatoriale intensiva o centro diurno, riabilitazione intensiva semiresidenziale o residenziale, ricovero ordinario. La maggior parte dei pazienti dovrebbe cominciare il percorso terapeutico al livello meno intensivo di cura e accedere ai trattamenti più intensivi in caso di mancato miglioramento, secondo un modello a passi successivi. È essenziale promuovere la diagnosi precoce di questi disturbi, attraverso la sensibilizzazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, la sensibilizzazione di pazienti, famiglie e insegnanti. Il precoce inizio di un percorso terapeutico garantisce infatti una migliore prognosi.
Professor Marco Ricca
Direttore Sanitario Koinos Pistoia
Via Jacopo Melani, 1 51100 Pistoia
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Koinos Centro Sanitario Pistoiese
Specialista consigliato dottor Lorenzo Lelli, psichiatra e psicoterapeuta.