MONZANO (BOLOGNA) – Ha trovato una nuova collocazione nel Comune di Monzuno (Bologna), il gruppo scultoreo “Diario” che racconta gli orrori della guerra, realizzato da Germano Pacelli, partigiano di 93 anni, marescano. L’opera è stata inaugurata ufficialmente la mattina del 22 aprile, grazie all’interessamento dell’Anpi, del Cai, di diversi volontari, e con il supporto del Comune di Monzuno. Il gruppo era stato realizzato da Germano Pacelli a Maresca, oltre 10 anni fa, a poche decine di metri dalla sua abitazione, dove è rimasto fino allo scorso 7 dicembre, giorno del trasferimento.
Il significato dell’opera di Pacelli
L’opera si spinge ben oltre la narrazione: della guerra analizza gli errori prima degli orrori e lo fa con gli occhi dell’anima. Pacelli racconta con la consueta passione le ferite inferte ai sogni dei giovani, il dolore delle madri, la ricerca di una speranza a cui aggrapparsi. Alla fine trova una risposta: la solidarietà e l’amore che ne trasuda ci renderanno uomini migliori. Lungi dall’essere un profeta Germano si è fatto narratore disincantato delle nostre debolezze, quelle che quando sono mal gestite generano violenza e cattiveria. Non è un caso che ai piedi del gruppo si stenda una delle valli dove sono state perpetrate numerose tra le stragi che hanno insanguinato quei giorni. Quasi il monumento stia a ricordare e far da monito a chi si possa essersi, distratto pensando che certe cose non accadranno più grazie a un destino finalmente diventato benevolo. Pacelli sembra voler dire: “Attenzione, dipende da noi e solo da noi non farle accadere mai più”.
Le parole dell’Anpi
Andrea Nerozzi, presidente dell’Associazione dei Partigiani, ha dato il via all’inaugurazione del monumento raccontando come è nata l’amicizia tra lui e l’artista: “Ci siamo conosciuti per caso. Stavo camminando con Sergio Gardini,un amico del Cai di Bologna, quando abbiamo visto il monumento. Fare amicizia con Germano è stato facile e naturale. Ci ha raccontato la storia dell’opera che ci ha affascinato. Quando gli abbiamo chiesto la disponibilità a portarla nel paese di Monzuno e ci ha risposto affermativamente abbiamo toccato il cielo con un dito. L’opera – continua Nerozzi – contiene un grande messaggio, quello dell’unione tra le persone, un vero simbolo di pace e tolleranza. L’averla messa in una posizione da cui si domina la vallata dove tanto sangue innocente è stato versato non è casuale. A Germano posso dire soltanto grazie”.
Gli interventi del sindaco e del parroco
“Pacelli è un libro vivente, uno che racconta quello che ha vissuto in prima persona e lo fa senza filtri ideologici – ha detto Marco Mastacchi, sindaco di Monzuno balzato agli onori delle cronache per essersi recato a Roma a piedi, incontrando quotidianamente gli amministratori dei Comuni che attraversava -. Dovrebbe parlare tantissimo con i giovani; la sua testimonianza li risveglia perché percepiscono la verità dei fatti attraverso la passione del narratore”. Anche Don Lorenzo, il giovane parroco della frazione ha usato parole di elogio: “Germano è uomo di pace – ha affermato – la sua opera invita alla pace e alla solidarietà. Sono contento se questo monumento aiuterà a trovarle”.
La fotogallery di paolo andrea nannini
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