SAN MARCELLO PITEGLIO – Ci aspettano anni complicatissimi, per amministrare e vivere i comuni della montagna e al contempo abbiamo necessità di dare un segnale ai nostri stanchi concittadini, con misure atte ad orientare ad un salto di qualità per il nostro tessuto socio-economico, per adeguarlo ai tempi e a prospettare stabilità e sicurezza per chi vuole abitare su questo territorio. Questo vuol dire che serve un uomo che sappia solo “sbattere i pugni sui tavoli”? Non solo, è necessario aprire le porte e stendere relazioni con i cittadini, gli stessi che si sono sentiti esclusi dal dibattito politico negli ultimi anni, indossando una pettorina viola o non recandosi alle urne. Insomma, contestando il centrosinistra ed il suo campo culturale.
Partiti non più cinghia di trasmissione
Non siamo più credibili con le promesse, o con le piccole opere infrastrutturali che ci concedono i bilanci dei nostri enti, ci aspetta dunque la chiamata nel campo della concertazione, nel campo politico e nel campo sociale. Perché non è stato fatto fin qui? Un tempo erano i partiti, ed in particolare la sinistra, a funzionare da “cinghia di trasmissione fra il corpo elettorale e l’amministrazione pubblica. I partiti però non esistano più nella forma in cui gli abbiamo fin qui conosciuti, le loro strutture sono anacronistiche e le loro norme sono eluse da chi gli ha scambiati per comitati elettorali. La politica ha fatto fatica ad interpretare questi segnali.
Sono i comuni quindi ad essere in prima linea, chiamati ad avvicinarsi alle richieste degli elettori, almeno fino a quando la necessaria struttura partitocratica non sarà in grado di adeguarsi ai segnali delle urne.
Marmo: ascolto e progettualità
Intravedo un solo candidato in campo che potrebbe riuscire a coniugare ascolto e progettualità, si chiama Luca Marmo, con il quale ho già avuto modo di condividere una forte sinergia su due temi portanti: sviluppo sostenibile, tramite attività di rete fra attori economici e politica; una forte richiesta verso le istituzioni a noi sovraordinate, ovvero il rispetto dell’art. 44 della Costituzione, sulla tutela delle aree montane.
Sono tante le differenze fra i nostri mondi politici, ma l’esperienza di Piteglio mi ha saputo far apprezzare la sua dedizione e la situazione di emergenza ci impone un passo verso la compattezza, laddove esistono ponti solidi sui valori comuni, e soprattutto una comune visione di futuro.
L’ospedale neo di Silvia
Non vorrei con queste dichiarazioni sminuire la sua concorrente: Silvia Cormio è una donna colta e appassionata, ma la giunta da lei guidata a San Marcello Pistoiese ha evidentemente determinato una frattura con il nostro elettorato storico (specie per le scelte fatte sull’ospedale Pacini), cosa inaccettabile per una vittoria elettorale giocata sulla soglia del 30%.
Occasione storica da cogliere
Ecco perché, per la prima amministrazione di un comune ancora sconosciuto ai più, auspicherei una guida responsabile, dialogante ed in grado di sfruttare questa occasione storica. Con Luca possiamo immaginare una classe dirigente che si smarchi dalla comune retorica che ha fatto perdere credibilità ai progressisti. Mi auspico una sua vittoria alle primarie che si svolgeranno domenica 5 marzo, chiedendo a tutti gli elettori della sinistra di aiutarlo in questa sfida.
Giulio Baldassarri
Capogruppo uscente
Uniti per Piteglio
Comune di Piteglio
