MARESCA (SAN MARCELLO PITEGLIO) – “Che la pazzia sia semplicemente una modalità più primitiva e selvaggia di percepire la realtà?”. E’ la domanda che Sura Bizzarri pone nel risvolto di copertina di un suo libro “Tre storie sul lettino dello psicanalista”, edizioni Atelier 2017, euro 10, presentato in anteprima questo sabato 25 febbraio, alle 16.30, nell’edicola di Maresca.
Nata e residente a Maresca, impegnata in varie attività sociali e componente del direttivo di “Letterappenninica”, Sura Bizzarri “quando è libera dal suo lavoro – scrive di sé stessa – torna a casa e dà libero sfogo al suo entusiasmo principalmente scrivendo”. In questa ultima sua fatica letteraria racconta storie “su persone che pensano in modo diverso, assecondando l’istinto piuttosto che la razionalità”. Nel terzo racconto inventa una visita, in realtà mai avvenuta, di Mary Shelley in Casa Cini a San Marcello Pistoiese: l’antica residenza dove, esattamente 20 anni fa, venne ritrovato, da Cristina Dazzi, un testo inedito, per bambini, della scrittrice inglese autrice del mitico Frankenstein.
Tra fine marzo e primi di aprile il libro di Sura verrà presentato in modo ufficiale e il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto – precisa la Bizzarri – a una associazione di volontariato per finalità sociali.
La prefazione al libro
Buongiorno, o forse buonasera lettori, (giacché ognuno di noi preferisce dedicare alla lettura ore particolari della giornata).
Mi piace porre l’accento sull’aspetto psicologico di questo libro, sia per il fatto che le storie prendono come protagonisti persone un tantino particolari, persone che pensano ed agiscono utilizzando una sezione del nostro cervello che sta nascosta nell’ombra e nel buio più profondi della scatola cranica, quella che veniva usata prevalentemente nel mondo primitivo e che è stata “superata” e addomesticata dal pensiero moderno.
Ma anche perché scrivere è per molti di noi un ottimo esercizio psicologico che serve a fare chiarezza su tante questioni che inevitabilmente, durante la vita, creano disagio, dubbi, bisogno di ricercare e di capire.
Scrivere significa estrarre da noi idee, sensazioni, emozioni che si intersecano e trovano spazio all’interno di storie e personaggi inventati ma che, per ragioni evidenti, riflettono la nostra esistenza, la concezione che abbiamo del mondo, della società, della vita. L’importanza che assegniamo a certi aspetti piuttosto che ad altri, le priorità che caratterizzano il piccolo mondo che ci siamo costruiti.
Ogni volta che uno scrittore sente di esser riuscito ad esprimere un’emozione nel modo più appropriato, anche se tradotta in un’immagine, in un concetto, in una scena immaginata, beh… è come essersi procurati una vittoria. Una vittoria morale, senza premi. Solo una bella dose di adrenalina, solo l’intima convinzione di essere riusciti a comunicare qualcosa. E non è poco!
Buona lettura”.
Sura