CAMPOTIZZORO (SAN MARCELLO) – «Sulla Montagna Pistoiese esiste anche una strada che tutti i giorni diventa sempre più lunga, più grande, a volte un po’ nebbiosa ma anche emozionante, è quella dei ricordi, delle tante cose che avevamo e non abbiamo più e che anno dopo anno aumentano a dismisura in assuefatta indifferenza». A queste amare parole usate da Roberto Prioreschi per introdurre il suo sesto libro, da oggi in tutte le edicole della Montagna (costo 43 euro), dedicato alla Fap, ovvero ai 100 anni dalla costituzione della Società Anonima Ferrovia Alto Pistoiese e ai 90 anni dall’inaugurazione della linea ferrata, si potrebbe solo aggiungere che in Montagna Pistoiese sian giunti non tanto a guardare il futuro con fiducia, ma a rimpiangere il passato ed alle sue tante occasioni mancate, ora divenute numerose, tanto che elencarle sarebbe un bell’esercizio di memoria.
Una storia importante
La Fap rappresenta una storia importante della Montagna Pistoiese e Prioreschi la racconta nel suo libro, di quasi 500 pagine, ricchissimo di fotografie, documenti inediti, disegni, immagini antiche e recenti, foto di giornali con articoli d’epoca, di diorami di diversi modellisti, di racconti originali di testimoni oculari. Da sottolineare la raccolta di modelli del Gruppo Fermodellistico “La Porrettana” di Pistoia e quelli di Saro Gallico, e le magnifiche pagine dedicate ai disegni, incredibilmente belli, di Giampiero Venturi: uno straordinario artista che merita molta attenzione.
Fap acronimo dai mille significati
Che cosa dire delle pagine dedicate agli alunni della III, IV e V classe della scuola elementare Anna Frank e ai bambini della scuola dell’Infanzia, entrambe di Maresca, in ricordo dei loro lavori dedicati al vecchio trenino? Gli studenti ricordano molti momenti di vita della ferrovia, fra i quali anche un aneddoto a suo tempo molto di moda: C’era una volta… un simpatico trenino, FAP Ferrovia Alto Pistoiese, ovvero: Fatela A Piedi, Fino A Pracchia, Farete Assai Prima. Ovvero una fantastica traduzione di un acronimo.
Un testo diviso in due parti
Un libro, dunque, molto interessante, mirabilmente presentato da Andrea Ottanelli, che è sostanzialmente diviso in due parti: quella che si riferisce a ieri, dai precedenti della ferrovia alla fine dell’esercizio e quella dal 30 settembre 1965, data di chiusura, fino ai nostri giorni, tutto minuziosamente e dettagliatamente documentato. Nella parte finale il libro riporta un’ipotesi di riutilizzo del vecchio tracciato della linea Fap esposta nella tesi, di Gregorio Grassi, dal titolo: “La ferrovia dismessa Alto Pistoiese: il progetto di recupero come greenway”. Interessante il commento dei relatori: il tema scelto deriva dall’opportunità rappresentata dal percorso Fap, attualmente non valorizzato, di diventare un nuovo collegamento tra i paesi della montagna attraverso una nuova modalità di utilizzo a “bassa velocità” e con particolare attenzione agli aspetti ambientali e storici.
Quasi alla fine del volume, emblematica la fotografia della signora Ornella Cattani che guarda col binocolo e in lontananza…vede l’immagine del trenino e ne sente il fischio sempre più debole. Chissà invece se un giorno lo rivedremo.
Il libro, di cui abbiamo raccontato solo una piccola parte, si conclude con un bel dipinto di Esa Pratesi Corsini: “Rose rosso FAP” ed un intervento di Franco Tuci, intitolato: “A futura memoria” in cui si può fra altro leggere: “Nessuno, né a livello locale né a livello nazionale e parlo di politici, amministratori, sindacati, capì l’importanza di questo strumento e andando in controtendenza con tutto il resto d’Europa, si considerò la ferrovia sorpassata e la strada e la gomma il futuro”.