FIRENZE – Sta per compiere due anni il progetto “Adotta du’ galline” messo in pratica da sette Comuni dell’Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve – Rufina, Pelago, San Godenzo, Reggello, Londa, Pontassieve, Rignano Sull’Arno – dal 27 settembre del 2014. Sulla scia di un’idea estremamente singolare, venuta in mente ad una municipalità francese, Barsac, piccola comunità di 2000 abitanti, l’Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve (capofila) e i sette Comuni appena citati decisero di provare a ridurre un po’ di rifiuti con l’aiuto, appunto, delle galline. Due per famiglia, tante ne prevedeva il progetto, per “smaltire” naturalmente rifiuti organici vegetali (da scarti alimentari della mensa familiare) e ridurre un po’ di plastica e cartone da imballaggi (vaschette porta-uova confezionate). Così, circa 300 famiglie sottoscrissero un contatto – durata minima due anni – e “adottarono” due galline ovaiole. Risultato: meno rifiuti e molte uova gratis fatte in casa.
“Il progetto è stato monitorato. C’è anche chi, fra coloro che hanno aderito, ha affiancato altre galline alle due iniziali. In molti hanno sottolineato il fatto che questi animali fanno compagnia e che sono molto apprezzati dai bambini – spiega Giuliano Nuti dell’ex servizio attività agricole dell’Unione comunale (ex perché la Regione ha riacquisito le deleghe del settore agricoltura dalle Unioni dei comuni dopo la riforma delle Province) -. I dubbi e le polemiche dei primi tempi sono stati superati, anche perché con le galline i rifiuti umidi quasi non ci sono più e la gente si è trovata le uova in casa”. Dallo scetticismo iniziale per un’idea che a molti sembrava un po’ campata in aria, il progetto “Adotta du’ galline” è addirittura stato scelto dalla Regione Toscana nell’ambito delle “Buone pratiche degli enti toscani” e presentato insieme ad altri, all’Expo di Milano. Magari avrà pure un’espansione oltre confine, grazie a quel prestigioso palcoscenico, chissà. Per adesso, però, i Comuni che lo hanno promosso nella provincia di Firenze non prevedono un ulteriore sviluppo a causa della mancanza di risorse.
GENESI E FINALITA’ DEL PROGETTO
Tutto nasce da un articolo pubblicato sul numero 4 del 2013 di “Vita in Campagna”, che raccontava l’idea di un sindaco del sud-ovest della Francia di distribuire galline agli abitanti per ridurre i rifiuti. E proprio il mensile di “agricoltura part-time” è stata partner della successiva iniziativa in Valdisieve e Valdarno. Il giorno della consegna degli animali, il 27 settembre del 2014, allo stadio comunale di Rufina, fu di grande aiuto la presenza di un collaboratore della rivista, Maurizio Arduin, esperto di allevamenti di piccoli animali, per spiegare i dettagli e rispondere a tutte le domande degli aderenti. Delucidazioni, consigli e precisazioni che sono continuate in seguito grazie ad un forum appositamente creato sul tema.
Obiettivi dell’iniziativa: riduzione della quantità dei rifiuti organici vegetali (da scarti alimentari); produzione di una piccola quantità di uova fresche quotidiane per il consumo familiare; riduzione dei rifiuti di plastica e cartone da imballaggi non acquistando vaschette portauova; riscoperta del valore educativo della loro presenza, specialmente con i bambini; disponibilità di fertilizzante naturale (pollina) da potersi utilizzare per l’orto o il giardino familiare.
I RISULTATI DELL’ADESIONE
Le richieste, circa 300, si sono distribuite per il 30% a Pontassieve, 22% a Rufina, il 17% a Reggello, il 12% a Pelago, l’8% a Rignano sull’Arno, il 6% a San Godenzo ed il 5% a Londa. Il tutto per un numero di adesioni complessive di quasi 300 famiglie. Il maggior numero di richieste è arrivato dalla fascia di popolazione in età compresa tra i 30 e i 60 anni con il 50% del totale, il 44% per la fascia d’età tra i 60 e gli 80 anni; mentre del 3% è risultata l’incidenza sul totale delle adesioni rispettivamente fra i più giovani, da 18 a 29 anni, e gli ultra ottantenni.
I RISULTATI AMBIENTALI ATTESI
Alcuni dati sui “risparmi ambientali” ottenibili attraverso questa pratica forma di allevamento familiare: 140 kg è la quantità media annua di sostanza fresca vegetale di scarto dalle mense familiari che può essere consumata e smaltita da 2 galline ovaiole; 300 è il numero di uova che possono essere prodotte nell’intera stagione per l’autoconsumo familiare; 3 kg è la quantità media risparmiata di materiale (plastica) in un anno per le vaschette portauova non acquistate da una famiglia che alleva 2 galline ovaiole.
IL COMMENTO DI MAURIZIO FERRARI
“Quello che passa come un progetto innovativo nella sua bizzarria è in realtà la scoperta dell’acqua calda, perché i nostri avi hanno adottato per secoli dugalline e certamente anche di più, dutacchini, dumaiali ecc. Si trattava di integrazione alimentare e di semplice ricorso al buonsenso, prima che un diluvio di regole, di lacci e laccioli investisse qualsiasi tipo di allevamento, familiare e non. Allora è auspicabile che quelli che possono, rimettano su qualche gallina; magari farebbero felici anche i bambini, li educherebbero alla realtà, quella vera, e non li lascerebbero in balia della virtualità più assoluta che percorre i mezzi di comunicazione e il web. Allora dugalline non solo servirebbero a limitare i rifiuti organici nelle famiglie, ma diventerebbero ‘educatrici’ familiari e per giunta senza stipendio!”