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Stiamo crescendo e quindi siamo contenti. Sintetizzo con queste parole un bilancio di Letterappenninica 2016. E’ stata, quella appena finita, una rassegna qualitativamente migliore della precedente per quello che concerne le varie location, la complessiva partecipazione di pubblico e, soprattutto, per l’elevato livello degli ospiti intervenuti, alcuni dei quali veramente bravi nel creare un clima di condivisa partecipazione con il pubblico.
Si è parlato di montagna e per una rassegna che sin dall’anno zero si prefigge di essere un simbolo del vivere appenninico questo aspetto è senz’altro un valore importante. Chi viene in montagna, ma anche chi ci abita, ha bisogno di sentir parlare di montagna ed ecco che i vari Corona, Ferracuti, Safonov, Rovera, Sapienza, Alessandri e altri non hanno certo tradito le aspettative.
Altro aspetto importante è relativo al fatto che Letterappenninica ha saputo fare rete tra le varie realtà territoriali. Certo, c’è chi ci crede di più e chi di meno ma la crescita di condivisione c’è stata. Emblematico in tal senso è il caso di Fiumalbo, con i due eventi assegnati al comune modenese che hanno visto una buona partecipazione di pubblico.
Adesso, guardiamo avanti. In questi due anni abbiamo accumulato una piccola ma non insignificante banca dati riguardo ad autori, paesi e location, per cui le prossime edizioni avranno il vantaggio di partire da una base solida che non potrà prescindere dalle piccole borgate come ad esempio Prataccio, Spignana, Rivoreta, Pian degli Ontani.
Guardiamo avanti pensando a una ripresa autunnale della rassegna e con gemellaggi già avviati con altre realtà appenniniche italiane.
Insomma, siamo contenti e fiduciosi. Fiducia che ci viene anche dall’essere una buona e amalgamata squadra, da una crescente attenzione da parte di sponsor e istituzioni e, soprattutto, dai positivi commenti della gente all’indomani della fine di Letterappenninica 2016.