Ambiente, Economia  |  novembre 8, 2024

Grande stagione di castagne ma la filiera è carente: mancano i metati

L’Italia da esportatrice si è ridotta ad essere importatrice di castagne. Per questo sarebbe opportuno avviare una politica di veri incentivi a chi vuole recuperare o impiantare castagneti. Succede che buona parte del raccolto viene spesso lasciato in pasto a cinghiali, cervi e caprioli

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L'interno di un metato

L’ estate siccitosa poteva far pensare ad un raccolto magro di castagne. Ma le previsioni, anche degli esperti, sono state smentite.

Anzi la siccità ha ridotto muffe e parassiti a questo prezioso frutto del pane, tanto che le piogge, giunte al momento opportuno, hanno reso le castagne belle, sane e copiose.

La varietà carrarese, poi, con la sua buccia di un marrone lucido brillante, si è distinta per qualità e quantità e i suoi cardi hanno spesso svelato frutti di ottima pezzatura.

Un nuovo interesse per i castagneti

Da qualche anno chi ha un castagneto potenzialmente produttivo cerca di recuperarlo, un po’ per rispetto della tradizione montanina e un po’ perché la farina dolce è tornata ad essere apprezzata, non solo per autoconsumo ma anche presso le cucine stellate, che stanno rivalutando un gusto quasi dimenticato.

E’ noto come l’Italia da forte esportatrice, all’inizio e nella prima metà del secolo scorso, si è trasformata in importatrice di castagne e dei loro derivati e che la qualità delle importazioni sia spesso scadente.

Perciò sarebbe cosa intelligente avviare una politica di veri incentivi ai castagneti e a chi li vuole recuperare o impiantare, sia per fini economici che per consumo familiare; ne godrebbe anche la biodiversità e l’equilibrio ecologico.

Ma si sa, le esigenze della montagna non sono in cima ai pensieri dei centri di potere, regionali e nazionali. salvo qualche sparuto spot, di effetto appariscente, ma di scarsa sostanza.

Una filiera monca

La programmazione non è un talento italico; si arriva sempre e costantemente tardi e impreparati, perché manca una visione d’insieme in ogni settore del reale.

Così accade anche per castagne e castagneti.

Come si è detto, l’annata in corso si presenta particolarmente propizia, ma i castanicoltori la vivono, paradossalmente, con grande sofferenza, quasi una contraddizione in termini.

Infatti sono spesso costretti a lasciare nei castagneti, in pasto a cinghiali cervi e caprioli, buona parte del raccolto perché la filiera è assolutamente monca.

  Ugo Bugelli

Ugo Bugelli, noto castanicoltore del nostro appennino pistoiese, ne spiega la ragione:” Nonostante l’abbondanza di castagne, sane e polpose in una stagione che dovrà essere ricordata per molto tempo, ci vediamo costretti a interrompere la raccolta perché nella nostra montagna mancano i metati, cioè quegli edifici tradizionalmente adibiti all’essiccagione delle castagne. Qualche molino esiste ancora, per la buona volontà di alcuni amanti irriducibili della tradizione secolare, ma se mancano i metati si interrompe una parte fondamentale della filiera”.

Quindi per la nostra miopia si sta verificando uno spreco immondo e noi italici continueremo ad importare castagne e derivati dall’estero.

Una considerazione, però, si impone con forza: girando per boschi e castagneti oggi c’è da vergognarsi pensando a come ce li avevano lasciati i nostri nonni che, solo con accette e pennati al culo, dicevano e facevano ed erano a ragione i veri guardiani della montagna, senza troppe etichette o definizioni esose.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)