Non solo libri, Uno sguardo oltre, Cultura & Spettacoli  |  agosto 11, 2024

La biblioteca sul crinale

Un piccolo borgo sull'Appennino bolognese, una piccola associazione e tantissime iniziative culturali. Solea, la biblioteca di Monteacuto, è una realtà gestita da alcuni giovani che, in gran parte, arrivano qui dalla pianura. Forse la dimostrazione che anche le iniziative culturali possono contribuire a far tornare le persone sull'Appennino. Di questo e delle numerose attività organizzate abbiamo parlato con Monica Ferrarin, una delle volontarie della biblioteca

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Cos’è che manca alla montagna? Cosa serve all’Appennino per far tornare i giovani? Sono le domande retoriche che spesso ci poniamo. Quante volte ci siamo già raccontati i problemi della montagna e le cause del suo spopolamento. La gente abbandona i piccoli paesi montani alla ricerca di lavoro. Inoltre, la mancanza di servizi essenziali non attira nuove famiglie. D’altra parte, i servizi si contraggono perché ci sono sempre meno utenti. E così via, come un cane che si morde la coda. Però ci sono anche persone che, avvicinatesi a questa montagna, sentono un forte bisogno di iniziative culturali. Questo è quello che mi ha raccontato Monica Ferrarin, una delle volontarie di Solea, la biblioteca sul crinale di Monteacuto.

 

UNA BIBLIOTECA OLTRE LA SOGLIA

“Per viaggiare lontano, non c’è miglior nave di un libro”. Così recita una famosa frase della poetessa Emily Dickinson. In effetti, grazie ai libri possiamo viaggiare, sperimentare emozioni, ampliare le nostre conoscenze e, superando confini culturali, raggiungere realtà così lontane dal nostro vissuto quotidiano. I libri sono dunque delle “soglie” fra i mondi. E questa è anche l’idea che sta alla base della biblioteca di Monteacuto. Solea, così si chiama anche l’Associazione di Promozione Sociale che la gestisce, è un termine latino che richiama l’idea della soglia. In fondo, se ci pensiamo bene, qui a Monteacuto ogni cosa è una “soglia”. Siamo sul confine tra Emilia e Toscana e il borgo stesso sorge al limite del bosco. L’idea di confine, e del superamento dello stesso, sembra proprio essere il genius loci di Monteacuto e di Solea.
La nostra associazione è nata due anni fa per gestire la biblioteca e le attività connesse” – mi ha spiegato Monica Ferrarin – “I locali ce li ha concessi la parrocchia in comodato gratuito. Già in passato qui si organizzavano altre attività, c’era una specie di mercatino di beneficenza.”
I volontari dell’associazione hanno fatto un lavoro bello tosto per ripulire e sistemare le stanze che, piene zeppe di materiale, erano diventate una specie di magazzino. Oggi la biblioteca si presenta come uno spazio piccolo ma accogliente. Il repertorio dei testi sugli scaffali è stato ampliato anche grazie al contributo di tante case editrici alle quali l’associazione si è rivolta. “Ci sono un po’ tutte le sezioni” – racconta Monica – “testi dedicati a Bologna e all’Appennino, riviste del National Geographic. Una bella parte di libri d’arte e stiamo ampliando la sezione sull’infanzia. Abbiamo anche un’ampia raccolta di fumetti”.

 

I VOLONTARI E GLI UTENTI DI SOLEA

Io vengo da Verona” – mi ha spiegato Monica – “Sono arrivata qui sull’Appennino per amore poi, alla fine, mi sono innamorata del posto e non sono più andata via. Questa associazione è stata per me una salvezza perchè mi rendevo conto che non c’era qui un contesto socioculturale che mi appagasse. Ero un attimo in crisi perchè adoravo il posto, qui si sta davvero bene immersi nella natura, però mi mancava qualcosa. E la biblioteca è stata quella cosa in più”. Il suo non è un caso isolato, la maggior parte dei volontari attivi, che sono quasi una decina, viene da fuori. C’è Anna che, come Monica, viene da Verona. Poi Barbara, Elena e Marco che sono di Bologna e magari conoscevano Monteacuto perché venivano qui da bambini in villeggiatura.
Ma chi sono gli utenti di questa biblioteca? Monteacuto è un piccolo paese dell’Appennino che, in inverno, vede la sua popolazione residente ridursi fino a 13 residenti. Non sembrerebbe essere il posto più consigliato dove aprire una biblioteca. Questa è stata la prima cosa che ho pensato. Poi mi hanno spiegato: “Molte delle persone che arrivano qui vengono da fuori.” – dice Monica Ferrarin – “Magari si sono fatti una bella escursione sulle nostre montagne e arrivano dopo aver passato qualche ora immerse nella natura. Entrano nella nostra biblioteca e trovano quel qualcosa in più. In questo senso Solea vuole essere la ciliegina sulla torta di Monteacuto
Ma la restituzione? Questa è una biblioteca come le altre, quindi i libri presi a prestito vanno restituiti. Però Solea non è proprio “dietro l’angolo” come la famosa libreria di Meg Ryan nel film “C’è posta per te”. Quindi come può funzionare? Anche in questo caso i volontari hanno trovato una risposta: “I libri presi a prestito devono essere restituiti, seppur senza fretta” – mi ha confermato Monica – “Per questo abbiamo pensato ad una soluzione per andare incontro alle esigenze di chi viene da lontano. Abbiamo creato delle collaborazioni con alcuni locali di Bologna, Modena e Pistoia. Questi fungono da punti di restituzione nei quali, periodicamente, andiamo a recuperare i libri”.
La biblioteca di Monteacuto, essendo gestita da volontari, resta aperta nei fine settimana. Tutti i giorni però è disponibile, per chi è di passaggio, una sezione esterna dedicata all’usato. Qui è possibile trovare il “Mercatino del libro ignoto”, sono libri ricoperti da una carta anonima che, celando la copertina, riporta solo una frase che rimanda al contenuto. Chi passa lo può prendere fidandosi del proprio istinto e lasciando un’offerta libera. A fianco ci sono anche delle cassette con vecchi libri che possono essere sfogliati e acquistati, sempre con una donazione, come in una libreria di seconda mano.

 

OLTRE LA SOGLIA DI MONTEACUTO

Quelli di Solea sono volontari giovani, intraprendenti e con molta fantasia. Teste diverse che producono tante idee differenti e parecchie iniziative originali. C’è, ad esempio, il “Club del libro itinerante” che si chiama così perché porta Solea in giro per bar, ristoranti e locali, anche nella bassa stagione. “Qui d’estate ci sono un sacco di iniziative, da non sapere dove sbattere la testa” – mi confida Monica – “ma poi, appena arriva settembre, il nulla. L’idea era quella di fare qualcosa che riempisse la stagione morta, e spostandoci anche fuori da Monteacuto”. Quello del “Club” è una sorta di gruppo di lettura nomade che, con cadenza mensile, porta i libri anche nei paesi limitrofi e non solo (in alcuni casi sono arrivati fino alla provincia di Modena). La passione dei volontari di Solea per i libri si intuisce dalla fantasia e dall’intraprendenza che ci mettono. “Ad un certo punto, anche per cambiare un po’,” – racconta la volontaria – “abbiamo proposto, nell’ambito del Club, dei libri gialli. Per riuscirci ho inventato un gioco, nello stile di Cluedo, dove i partecipanti andavano a caccia degli indizi nelle pagine del libro per arrivare a trovare il colpevole. Sono stati appuntamenti coinvolgenti che, mediamente, hanno visto la partecipazione di una ventina di persone”.
C’è Alessia, un’insegnante di Porretta, che organizza “I sabati dei nani” ovvero degli incontri periodici, un sabato al mese da aprile ad ottobre, dedicata ai bambini. Nell’ambito di questi appuntamenti e grazie alla collaborazione dei “S’ambarkamo”, una band di percussionisti di Bologna, è stata proposta ai bambini un’attività volta alla costruzione di strumenti musicali.
Ci sono poi le “Camminate letterarie” con le quali viene proposto un mix di trekking e lettura. Si partecipa ad un’escursione e poi, durante le soste, si leggono alcuni brani o passaggi da libri selezionati in precedenza.

 

 

“FATTI NON FOSTE A VIVER COME BRUTI”

Forse aveva proprio ragione Dante Alighieri e anche la Cultura, che ci aiuta a “seguir virtute e canoscenza”, può essere considerata un bisogno fondamentale degli esseri umani. L’esperienza di Solea sembra raccontarci proprio questo: un gruppo di giovani che tornano sull’Appennino dove, tra le tante difficoltà della vita in montagna, sentono un forte bisogno di iniziative socioculturali.
Beninteso, i problemi della montagna restano tanti e anche molto tangibili: la necessità di avere servizi minimi, le opportunità di lavoro per chi ci vive, la gestione/manutenzione del territorio, i collegamenti coi mezzi pubblici, etc… Però forse, tra le tante sfaccettature di tale questione poliedrica, dobbiamo iniziare anche a riflettere sulle iniziative culturali che, come dimostra l’esperienza di Solea, possono avere un ruolo importante nel costruire una Comunità che torni a vivere la montagna.

Per informazioni: 

[email protected]

IG: Solea_la.Biblioteca

FB: Solea la Biblioteca

 

tutte le fotografie dell’articolo sono di Maurizio Pini


Andrea Piazza

Andrea Piazza nasce a Mantova nel 1974. Vive tra le rive di due fiumi (il Po e il Mincio) ma coltiva, da sempre, l’amore per la montagna. Ha due grandi passioni: il viaggio e la fotografia. Due attività che trovano un perfetto connubio nell’intrigante bellezza delle nostre montagne. Da qualche tempo cura un blog http://www.artedicamminare.it/ nel quale racconta, in modo simpatico e “non convenzionale”, i suoi viaggi sull’Appennino e non solo.