“Chiediamo con urgenza di fermare il progetto della funivia che cancellerebbe per sempre le caratteristiche uniche di questo territorio: un patrimonio di inestimabile valore sui crinali dell’appennino tosco emiliano, dal Passo della Croce Arcana al Monte Spigolino, dal Passo della Calanca al Lago Scaffaiolo”. Sono 155 i firmatari di un appello, inviato al Presidente della Repubblica, per la tutela di un paesaggio raccontato da Boccaccio, Giusti e Fucini; dipinto dai Macchiaioli; studiato da Giacomo Cassini e Lazzaro Spallanzani; immortalato da Pupi Avati; ammirato da Tiziano Terzani; classificato come “Area Natura 2000” e come “zona speciale di conservazione”; oggi ancora più tutelato dopo la riforma in senso ambientalista della Costituzione.
Quei luoghi nei quadri dei Macchiaioli: Raffaello Sernesi, “Pastura in montagna”, 1861
Il no del Comitato
“In questa area a forte tutela e densa di biodiversità – attorno a 1.700 metri sul livello mare, davanti al lago Scaffaiolo, uno fra i luoghi più iconici di questa parte di Appennino – sta per essere costruita una nuova funivia – scrivono i promotori della raccolta -. Colate di cemento, piloni alti decine di metri, strade di servizio, stazione di arrivo proprio sotto lo Scaffaiolo, possibili ulteriori speculazioni edilizie per realizzare luoghi di ristoro, ciò sta facendo discutere”.
Messner: questo progetto non ha più senso
“Un progetto del genere – ha scritto lo scorso 16 aprile l’alpinista Reinhold Messner autorizzando la pubblicazione – non ha più senso. Il caldo globale e lo shifting del clima, entro poco renderanno impossibile ogni attività sciistica. E questi 16 milioni di euro per costruire questa opera saranno purtroppo sprecati”.
I tanti “no” del mondo della cultura
Preoccupati sono non soltanto i componenti di un Comitato ambientalista costituito un anno fa, ma anche tante persone che amano quei luoghi di una meraviglia unica (lì, fra le altre cose, è stato registrato il record europeo di velocità del vento: 270 kmh). Le firme su questo appello, proposto dal Comitato “Un altro Appennino è possibile”, sono state prevalentemente raccolte nel mondo della cultura.
Tra i primi dieci firmatari Salvatore Settis emerito alla Normale di Pisa e Carlo Sisi presidente Accademia Belle Arti di Firenze, Franca Falletti già direttrice Galleria Accademia di Firenze e Gianluca Chelucci console regionale Touring Club. E poi un lungo elenco di storici dell’arte e docenti universitari, fotografi e giornalisti, urbanisti e geologi, pittori e biologi, architetti e magistrati, escursionisti e ambientalisti, storici e musicisti.
Tutti hanno firmato un appello dai toni duri contro un impianto che si vorrebbe costruire, con almeno 16 milioni di denaro pubblico, fra la Doganaccia e il Lago Scaffaiolo in una zona a fortissima tutela ambientale.
Il progetto funivia sotto il crinale
“La montagna non è un parco divertimenti”
Un impianto giudicato inutile per stagioni invernali ormai sempre più, a queste altezze, privo di neve sciabile; ma giudicato pericoloso anche per le altre stagioni, con una “cultura davvero arretrata” secondo cui “invece di agevolare forme di turismo dolce e sostenibile si punta, rovinando un ambiente prezioso, a far arrivare migliaia di persone, magari con le infradito, direttamente allo Scaffaiolo”. “La montagna – si legge – non può essere asservita ad un modello consumistico urbano, assimilata a un parco divertimenti usa e getta. Il cambiamento climatico – prosegue l’appello – mette in crisi il turismo bianco e con esso l’atteggiamento subalterno di chi vede le grandi opere dall’impatto devastante come la soluzione miracolistica per il proprio territorio: in nome della ricerca di un di un falso progresso economico si sacrifica ciò che ha nutrito l’anima e lo spirito per secoli, impedendo alle future generazioni di trarne uguale beneficio”.
Obiettivo dell’appello
Inviato al presidente Mattarella, l’appello – che poi raggiungerà i livelli di potere con competenze dirette – punta soprattutto a “rendere coscienti cittadini e istituzioni, società civile e politica sul fatto che una volta costruito – con tanti soldi pubblici che aumenteranno di anno in anno con le manutenzioni – un impianto a così elevato impatto ambientale sarà impossibile tornare indietro avendo nel frattempo rovinato un ambiente unico”.
Del Comitato fanno parte oltre quaranta sigle associative: Club Alpini di molte realtà toscane, sezioni di associazioni ambientaliste (Italia Nostra, Legambiente, WWF, Touring Club), gruppi di guide ambientali, associazioni di cultura locale.