GAVINANA (SAN MARCELLO PITEGLIO) – La sala convegni di Palazzo Achilli a Gavinana ospiterà domani, domenica 26 novembre, alle 16, la presentazione del nuovo volume “Paesaggi d’Appennino“, curato da Nuèter, Gruppo di Studi Alta Valle del Reno, Porretta Terme APS e Accademia Lo Scoltenna Pievepelago. A presentare il volume sarà l’architetto Alessandro Bernardini.
Il testo espone i risultati dell’accurata ricerca sul campo del biennio 2021-2022 che ha interessato le varie trasformazioni subite nel corso degli anni dal nostro ambiente montano, causate in particolare dalla realizzazione degli impianti industriali di sfruttamento dell’acqua a scopi idroelettrici nelle valli de La Lima, del Reno e delle Limentre.
Le visite guidate svolte in questa area hanno mostrato come gli impianti idroelettrici presenti, seppur architettonicamente ben inseriti, abbiano modificato il territorio in modo impattante producendo in alcuni casi un’alterazione significativa del paesaggio e delle attività agricole ed economiche che vi si svolgevano un tempo.
Anche il Comune di Montese in Emilia-Romagna è stato oggetto di studio: i castagneti di Malalbergo e i rimboschimenti di Ronchidoso hanno mostrato come nell’uno si cerchi di conservare l’ambiente attraverso la difesa della coltivazione secolare del castagno e nell’altro come si sia trasformato l’ambiente e come lo sviluppo del bosco renda sempre meno visibile e fruibile la vista del paesaggio circostante. La visita del Caseificio di Dismano, invece, ha messo in evidenza come la presenza sul territorio di diverse aziende agricole, anche se sempre più ridotte e concentrate, consenta di preservare il mantenimento di un ambiente e di un paesaggio agricolo, costituito da prati, pascoli e radure che, specialmente nell’alto Appennino, si riduce sempre più.
Il paesaggio è stato infine analizzato nel suo aspetto culturale esaminandone potenzialità e proposte di valorizzazione. Il contributo sul ruolo della cultura e del paesaggio per la rinascita delle aree interne invita, in tal senso, ad un’attenta riflessione sui modelli da seguire per il recupero delle aree marginalizzate, modelli che non appaiono adeguati allo scopo giacché sembrano proporre soluzioni ai problemi utilizzando gli stessi metodi e gli stessi strumenti che hanno portato all’emarginazione.