Sulla vicenda del Collegamento Doganaccia-Corno alle Scale interviene, con un articolo che di seguito pubblichiamo, Sauro Romagnani, che in passato ha collaborato a lungo con la nostra testata.
La Montagna Pistoiese ha molte necessità, non ultima la coerenza. In questi giorni ne è esempio il “no” secco del Partito Democratico al finanziamento del progetto del collegamento funiviario Toscana – Emilia Romagna, meglio conosciuto come Collegamento Doganaccia-Corno alle Scale. Naturalmente ogni posizione e giudizio sono legittimi, ma sbagliate sono invece le motivazioni addotte per rigettare o contrastare tale vicenda che ha seguito una procedura democratica da parte di Regione Toscana, Provincia di Pistoia e istituzioni della Montagna Pistoiese e non solo. Nel comunicato (Newsletter) del 18 ultimo scorso la Segreteria dell’Unione Comunale di San Marcello Piteglio del Pd, con caratteri molto in rilievo, scrive: «No del Partito Democratico ai progetti imposti dall’alto».
Davvero si tratta di decisione imposte dall’alto? Per ben spiegarsi dobbiamo ricorrere a molti anni fa e premettere che ottenere finanziamenti pubblici per opere imponenti e costose, in grado di cambiare l’economia di un territorio, non è molto semplice e richiede molti anni.
La ricostruzione dei vari passaggi
Ma vediamo come si sono svolti i fatti. 1990, a Maresca si svolge la prima Conferenza programmatica della Montagna pistoiese. Nel successivo protocollo d’intesa del 26 aprile, è scritto “di ritenere che per quanto riguarda gli impianti a fune sia necessario: operare, d’intesa anche con gli enti locali e gli operatori economici del versante emiliano, per la definizione di una pianificazione interregionale di settore, al fine di favorire lo sviluppo del comprensorio sciistico tosco-emiliano”.
Nel 2001, nasce il Consorzio Alto Appennino Sviluppo, ne sono soci: la Comunità Montana, i comuni di San Marcello Pistoiese e Cutigliano per la parte pubblica, Soc. Doganaccia 2000 srl e la STAI srl per la parte privata. Il Consorzio si pone lo scopo di realizzare il collegamento Doganaccia Corno alle Scale. Nel 2002, dal 28 febbraio al 1° marzo, si svolge a Maresca la 2a Conferenza programmatica della Montagna Pistoiese che nelle conclusioni dei lavori scrive: “La salvaguardia ed il rilancio del comprensorio sciistico della montagna pistoiese, può porre all’ordine del giorno obiettivi di ulteriore sviluppo quali la ricerca di interventi volti in primo luogo ad ammodernare ed a relazionare meglio le aree sciabili di Abetone e Cutigliano, ed anche a ricercare modalità di raccordo con le altre stazioni sciistiche dell’Appennino Tosco-Emiliano”. Nella relazione introduttiva il presidente della Provincia di Pistoia, Gianfranco Venturi, afferma: “La conferenza che oggi si apre nasce dunque sulla scorta di un ampio lavoro di approfondimento condotto con il coinvolgimento non solo degli Enti Locali interessati ma anche dall’Associazionismo imprenditoriale, del Sindacato, degli Istituti di Credito, delle associazioni sociali, culturali e del volontariato e più in generale della gente di montagna, che ha partecipato agli incontri preparatori tenuti nelle scorse settimane”. È firmato da: Giunta Regionale della Toscana, Provincia di Pistoia, Comunità Montana Appennino Pistoiese. Dai comuni di: Pescia, Piteglio, Cutigliano, San Marcello, Marliana, Pistoia, Montale, Sambuca. Potrebbe essere questo sufficiente per dimostrare che le decisioni non sono calate dall’alto? Aggiungiamo che il documento conclusivo della 2a Conferenza conferma le premesse e sostiene che si debba lavorare per una “doppia stagionalità”, per la quale un eventuale collegamento può essere di complemento.
Progetto da ridiscutere?
I tempi sono cambiati e il progetto va ridiscusso? Come cittadini c’è solo da augurarsi che alla fine di un eventuale nuovo percorso, con nuove decisioni che potranno avere altre soluzioni e nuovi e diversi impegni economici, non si gridi di nuovo perché le risorse richieste sono state ottenute.