Uno sguardo oltre  |  febbraio 4, 2022

Rifugiarsi in alta montagna: dal bivacco italiano alla Hytte norvegese. Fino all’ultra tecnologico Skyli islandese

La vita in compagnia dei bivacchi italiani, generalmente in pietra e molto spartani. Le Hytte nascono nel 1700, si trovano in luoghi rustici per fine settimana in sintonia con la natura. In alcuni casi sono strutture ricettive turistiche. Lo Skyli è una sorta di rifugio futuristico, costruito con metalli a basso impatto ambientale, che si candida a cambiare completamente le future esperienze di montagna

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Un bivacco

LA MONTAGNA: I SUOI ABITANTI E I SUOI TURISTI

Maurizio Ferrari nel maggio del 2020 scriveva su questa rivista di  “Montanini” e di “Montanari”, preferendo lui stesso definirsi Montanino anche perchè inorgoglito del detto popolare che recita “Montanini, scarpe grosse e cervelli fini”. Per Montanaro rimandava poi a Policarpo Petrocchi che scriveva “Montanaro, cioè di montagna”, termine un po’ spregiativo e di commiserazione. Maurizio Ferrari concludeva poi affermando che Montanari o Montanini fa lo stesso in quanto comune è il senso di appartenenza alla terra e ai valori che la gente delle terre alte ha trasmesso nel tempo e che oggi sembra perso nell’oblio.

E a proposito di terre alte secondo voi suona meglio dire: sono un montanaro, sono un montanino oppure sono un abitante delle terre alte?

La Montagna dà  sempre tante certezze, e citando Mauro Corona possiamo in coro affermare che “la Montagna  regala ciò che gli uomini, le donne, i genitori, non sono riusciti a darci. Dalla Montagna ci siamo sentiti compresi, ascoltati e degnati di attenzione”.

Altresì è vero che Montanari si diventa, o meglio lo si può diventare in quanto esso è un carattere acquistabile, un compito arduo ma fattibile.

Può vantarsi di essere diventato montanaro chi preferisce strutture sostenibili, chi visita aree ad alto valore naturalistico e culturale, chi fa proprio il concetto che gli elementi della natura non sono contemplati come souvenir, chi si informa sulle regole della raccolta differenziata, e chi è rispettoso della popolazione locale.

LE STRUTTURE RICETTIVE

Molte sono le strutture ricettive della Montagna e diversificata è l’offerta in termini di costo, accoglienza, servizi e quant’altro. Generalmente si passa dall’Albergo alla Pensione, dal Rifugio al Bivacco, e ancora la Baita, l’Ostello della Gioventù e le case private date in affitto.

Approfondirò l’argomento in chiave ricettiva soffermandomi sul Bivacco per fare poi uno sguardo oltre parlando della Hytte norvegese e dello Skyli islandese.

Il bivacco

 Il bivacco del Lago nero

Il Bivacco non è una struttura commerciale ma un polo d’attrazione per la montagna: qui è possibile rifocillarsi, dormire e riscaldarsi. Uno dei lati positivi è che si può entrare, sedersi, utilizzare la cucina, i tavoli, ma anche stare lì solo a chiacchierare senza dovere per forza consumare qualcosa pagando. Il tutto viene gestito da volontari uniti dal piacere per l’aria che si respira, l’affetto, la cordialità, l’impegno e il lavoro. L’obiettivo dei volontari è che questa struttura rimanga intatta preservandone lo spirito di comunità con cui è nata. I bivacchi sono costruzioni nate per essere adibite a ricovero, generalmente in pietra e molto spartane. L’interno di solito è dotato di brandine, coperte di lana grossa e tavolo centrale. La dotazione in genere è ridotta al minimo. La notte in bivacco sarà fredda ma basta un piumino e un ottimo sacco a pelo ma anche un piatto caldo che ti accompagnerà dolcemente verso il sonno. Non dimentichiamo che “l’effetto stalla” di molte persone in uno spazio ristretto è un toccasana per le temperature.

Non bisogna lasciare in bivacco le cose che non hai usato se pensi che non possano essere di aiuto a nessuno, quindi quello che non consumi e non è utile deve tornare a valle con te.

Ovvio anche il fatto che non devi lasciare la tua immondizia, insomma lascia meno tracce possibili del tuo passaggio.

Il bivacco è condivisione di spazi e di idee, è stare in compagnia anche con persone che non conoscevi prima e siccome può capitare che le risorse scarseggino teniamo d’occhio se qualcuno ha meno cibo. Cerchiamo di avere l’accortezza di dare spazio a chi è più in difficoltà e non esitiamo a tornare a valle per lasciare l’unico posto rimasto al più anziano del gruppo.

Anche se si cerca di evitare di caricare troppo lo zaino, conoscendo la dotazione del bivacco risulterà più semplice organizzarlo con cibo, abbigliamento e attrezzatura.

Oltre al normale abbigliamento da trekking è necessario portare un cambio intimo, una maglia termica, scaldacollo, cappello e guanti. Indispensabile anche un powerbank per ricaricare il telefono, un kit di pronto soccorso, i sacchetti per la spazzatura.

Dormire in bivacco comporta anche l’obbligo di lasciarlo meglio di come lo si è trovato.

Se si utilizza la legna obbligo è rimpiazzarla con dei nuovi ceppi

 LA HYTTE NORVEGESE

 

La Hytte norvegese è un edificio montano che nasce come luogo rustico dove trascorrere un fine settimana in sintonia con la natura. E’ di proprietà privata  e ogni cittadino può acquistarne una o decidere di costruirla da zero.

In origine il termine Hytte era utilizzato per edifici di piccole dimensioni, localizzati in montagna, destinato ad alloggi brevi e con poche o nessuna comodità moderne.

Con il passare degli anni la Hytte ha acquisito il significato di casa vacanza con un alto grado di comfort.

Per chi non possiede una Hytte, vi è la possibilità di affittarne una. Le Hytte turistiche sono di proprietà privata, di organizzazioni di volontariato o perfino dello Stato.

Questa tradizione norvegese affonda le proprie radici intorno al 1700 quando la classe borghese andava in vacanza nelle proprie case. La Hytte nel corso del tempo si è trasformata anche in Hytte di campagna e Hytte di mare ma quelle con il maggior fascino sono le Hytte di montagna specialmente nella regione del Telemark.

La vita nella Hytte è la vera definizione di felicità per un norvegese di qualsiasi età, spendere qualche giorno in questi “rifugi” è un modo per stare bene e cambiare dimensione lontano dalla città.

L’aspetto più romantico e avventuristico è, per chi ha il rifugio in montagna, quello di raggiungere la propria Hytte con gli sci di fondo e zaino in spalla.

Quello che generalmente si fa in questi rifugi norvegesi assomiglia molto alle nostre attività montanine. Si taglia la legna da usare nel camino, si fanno lunghe passeggiate nei boschi, si gioca a carte, si beve con gli amici, si cucina insieme.

Ogni rifugio poi ha un Hyttebok con la storia della casa e dove ogni ospite è solito lasciare un ricordo, un pensiero.

Una curiosità storica: durante la crisi dei missili di Cuba nel 1962, il primo ministro norvegese Gerhardsen, amante della montagna, se ne stava nella sua Hytte senza telefono. Il Ministero degli esteri dovette mandare un elicottero da Oslo per avvisarlo della situazione critica che si svolgeva dall’altra parte dell’oceano. Gerhardsen era lassù in montagna a godersi i colori della natura non sapendo che il mondo era sull’orlo di una guerra nucleare.

LO SKYLI ISLANDESE

 

Lo Skyli, che in islandese significa Rifugio, è stato progettato dallo studio “Utopia Arkitekter” di Stoccolma in Svezia ma si trova in Islanda ed è qui che sta avendo successo.

Lo studio di Architettura “Utopia Arkitekter” si è basato, anche su questo progetto, su una banale e semplice verità: una buona architettura è un buon investimento a lungo termine.

L’utopico rifugio islandese si candida a cambiare completamente le future esperienze di montagna. Come si vede dalla foto il colore esterno è azzurro e costruito con metalli a basso impatto ambientale.

L’interno ha delle spettacolari pareti oblique capaci di ospitare ben 15 letti per altrettanti ospiti. I soffitti sono alti e spaziosi.

Skyli è dunque un progetto innovativo e completamente ecosostenibile. E’ spazioso e comodo.

La struttura è angolare ed è composta da quattro tetti molto spioventi, così da liberarsi in modo autonomo dalla neve. Un grande vantaggio dell Skyli consiste nel fare socialità, conoscere altri viaggiatori di Paesi diversi, scambiare qualche battuta mentre si osserva la natura islandese dalle grandi vetrate. Sono proprio le vetrate che danno luce all’interno minimizzando l’uso della corrente elettrica.

Le parti che compongono Skyli sono prefabbricate e per questo motivo possono essere smontate e riassemblate in altro luogo. Come risulta evidente il progetto aveva in se una sfida ecologica che senza dubbio è stata vinta.

OVUNQUE TU VADA LA MONTAGNA TI ACCOGLIE

Lo spettacolo in montagna, che si tratti di quella Pistoiese, Alpina, Norvegese o Islandese è h 24 ma quegli spettacoli che vanno in scena al tramonto e all’alba sono imperdibili. Stare alzato fino a tardi e alzarsi presto il mattino ti farà perdere delle ore di sonno ma non gli scenari più belli.

Assecondiamo il nostro corpo, andiamo in montagna!


La Redazione

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