CASTELLO DI CIREGLIO (PISTOIA) – Tra i tanti insegnamenti che ci ha lasciato Policarpo Petrocchi ce n’è uno che li percorre tutti trasversalmente e consiste nel legame profondo con la realtà quotidiana, col mondo naturale e con i suoi boschi che lo scrittore a suo tempo ha definito “incantati”. Dunque è quasi un dovere morale per chi ha fondato il Parco letterario dedicato al famoso figlio di Castello di Cireglio dedicarsi a quest’aspetto, anche in considerazione del fatto che di “incantato” nei boschi attuali della valle del Brandeglio è rimasto ben poco.
Le cause: l’abbandono e…altro
L’abbandono è certamente la prima causa del dissesto forestale. Come in tante altre zone montane d’Italia, anche il paese di Castello di Cireglio e i borghi vicini hanno subito una forte emigrazione della popolazione all’inizio ed alla metà del secolo scorso; le mete sono state l’Europa e gli altri continenti, ma anche le metropoli nostrane, additate come un miraggio ed un’opportunità economica. Così le proprietà su cui gli avi campavano sono state lasciate a se stesse e delle belle macchie e dei castagneti curati da mani sapienti non è rimasto quasi niente.
Un altro fattore che ha inciso pesantemente è stato il progressivo smarrimento del senso di appartenenza da parte delle nuove generazioni che sembra non provino il gusto di riscoprire le proprie radici.
Infine vi è un’ulteriore e non meno grave componente che ha frenato l’intervento dei pochi proprietari interessati a mantenere i boschi, cioè una legislazione forestale assolutamente inadeguata e spesso controproducente, fatta più di divieti che di propositività, che ha prodotto un assoluto immobilismo in nome di un malriposto senso della conservatività. Così i nostri boschi stanno invecchiando e sono invasi da specie aliene che minacciano la biodiversità, vegetale ed animale.
Un progetto ambizioso del Parco Petrocchi
Su questi presupposti si basa un progetto ambizioso che si colloca nell’ambito delle attività del Parco Letterario Policarpo Petrocchi.
Esso consiste nel fare del territorio del Parco (per il momento limitato alla valle del Vincio di Brandeglio) un vero e proprio laboratorio ambientale, volto al monitoraggio dei sistemi complessi (flora, fauna, qualità dell’aria e dell’acqua ecc) ed al recupero dei boschi abbandonati.
I partner del progetto sono gli ideatori del Forest Sharing, una piattaforma informatica legata all’Università di Firenze, su cui i proprietari terrieri possono iscriversi, e il CNR, a garanzia della scientificità di questo esperimento; dei risultati dovrebbe far tesoro la politica, alla quale sono deputate le scelte in ambito territoriale e forestale e che invece spesso legifera senza la piena coscienza della realtà effettuale.
L’incontro alla Locanda della Sapienza
Il primo passo è stato compiuto venerdì scorso, 6 agosto, nella sede della Locanda della Sapienza, a Castello di Cireglio, dove l’Associazione “Amo la Montagna APS”, che insieme a Onore e lavoro e Storia e città supportano il Parco letterario, ha organizzato un incontro a cui Stefano Focardi, del CNR e Yamuna Giambastiani, in rappresentanza del Forest Sharing, hanno parlato degli eventi meteorologici estremi a livello planetario, degli evidenti disequilibri che negli ultimi decenni si vanno affermando e della necessità di porre urgenti rimedi, iniziando da una conoscenza puntuale delle dinamiche ambientali di microaree particolarmente rappresentative.
Gli interventi on line
Sono intervenuti on line il presidente del Parco Petrocchi, Giovanni Capecchi, il presidente dei Parchi letterari, Stanislao De Marsanich, e Stefano Mangoni, segretario dei Parchi letterari e presidente del Parco Virgilio di Mantova, i quali hanno auspicato la condivisione del progetto con altri parchi italiani che hanno caratteristiche analoghe e analoghi problemi ambientali, in modo tale che un’ampia unità di intenti possa convincere la politica ad adottare soluzioni più consone alle impellenti necessità comuni.