CALAMECCA (SAN MARCELLO PITEGLIO) – La chiesa di San Miniato in Calamecca è un patrimonio di arte e fede straordinario da salvare al più presto.
Chi conosce la Val di Forfora ha senz’altro impresso nella memoria il profilo del paese, coronato, alla sommità, dal profilo della bella e spaziosa chiesa parrocchiale. Un edificio a tre navate, chiuso, nella parte tergale, da un campanile che è quanto resta di un’antica torre di avvistamento. Alla chiesa si sale per una larga e scenografica scalinata, aperta su una grande terrazza panoramica da dove si domina tutta la vallata.
L’ORIGINE DEL PAESE
Il paese ha un’origine molto antica. Il primo documento riguardante Calamecca è del 9 Aprile 767, in piena età longobarda. Dopo burrascose vicende conflittuali con la città di Pistoia (il cui stemma è murato rovesciato nel campanile) il castello e la chiesa antichi andarono distrutti nel XII secolo. La chiesa è menzionata nuovamente nel Trecento, ma ha assunto l’aspetto attuale per radicali restauri settecenteschi sulle antiche strutture medievali.
UNA CHIESA SORPREDENTE
L’interno è sorprendente. La navata centrale è coperta da un soffitto a cassettoni dipinto con figure degli apostoli risalente alla metà del XVIII secolo. Poi, su ogni lato, altari in pietra realizzati tra sei e settecento. Nelle colonne che dividono l’interno con grandi arcate due capitelli presentano una curiosa e straordinaria decorazione scolpita con protomi umane (un re, un cortigiano, una dama..) e ferine (un leone, un capro). Poi, nelle pareti più lunghe, a destra e sinistra, una vera rarità della montagna: due confessionali con tutti gli elementi in pietra.
CONDIZIONI STATICHE GRAVISSIME
La chiesa, intitolata a San Miniato martire, è oggi in gravissime condizioni statiche. Vistose crepe, dovute a un cedimento del terreno nella testata d’angolo sud-occidentale, hanno causato un movimento trasversale che mette a rischio l’intera struttura.
Le coperture, assai rovinate dalle infiltrazioni d’acqua rivelano una situazione estremamente precaria, aggravata dal distacco di intonaco nei controsoffitti delle navate laterali. Una situazione rischiosissima, che invoca un urgente intervento.
IL PROGETTO DI RESTAURO
Al momento la parrocchia ha predisposto un progetto di restauro e consolidamento già approvato dalla Soprintendenza. Un intervento necessario, ma consistente economicamente (circa 450.000 euro), che ha richiesto la collaborazione di numerose realtà del territorio: dalla Diocesi di Pistoia al Comune di San Marcello Piteglio, dalla Pro Loco all’Eco Museo della Montagna Pistoiese, dal Lyons Club della montagna, al Cai di Pescia, all’associazione Valle Lune. Una rete di relazioni che incoraggia e spinge a sostenere, insieme, il lancio di questo intervento.
UN BORGO “RITROVATO”
L’abbraccio della gente è arrivato in questi anni (oltre 1060 le presenze registrate in poco meno di un anno, peraltro segnato pesantemente dal Covid), attraverso i numerosi visitatori, grazie alle firme apposte per sostenere la Chiesa di Calamecca tra i luoghi del cuore Fai (prima classificata nell’Appennino pistoiese), come dai numerosi likes e commenti alla nostra pagina Facebook. Una notorietà che è diventata nazionale attraverso il reality televisivo “Borghi ritrovati”, realizzato da Mediaset e mandato in onda su Rete4 che ha fatto conoscere al grande pubblico un gioiello nascosto della montagna pistoiese.
CALAMECCA CROCEVIA E ZONA “DI CONFINE”
Calamecca è in Val di Forfora, tra i monti che separano Pescia da Pistoia, in una zona di confine che è un antico luogo di transito dell’Appennino, dall’antichità romana e tardo antica, come attestano i resti dell’antichissima pieve di Sant’Andrea a Furfalo, ponti romani e antichi tracciati, a quella medievale, che portava alla Croce Brandegliana presso l’odierna Prunetta, e poi alla Val di Lima. Luoghi segnati, anche drammaticamente, dal passaggio della linea gotica nel secondo conflitto mondiale. Da Calamecca è passato Francesco Ferrucci, prima della battaglia di Gavinana e in paese è nato Pietro Contrucci, abate, letterato e patriota. Ma d’altra parte, come sentenziava un’anziana paesana: “Di quel che v’è nel mondo da qui passa”.
COME CONTRIBUIRE AL RESTAURO DELLA CHIESA
Aiutaci a salvare Calamecca. Salva la montagna. Impedisci che questo patrimonio finisca distrutto per sempre. Sostieni una comunità che ha bisogno di custodire la propria identità e il proprio passato.
Aziende con sede legale nel territorio della Regione Toscana possono, attraverso una donazione, iscriversi al progetto per l’Art Bonus regionale.
I mecenati potranno fruire di importanti sgravi fiscali. Informazioni a questo link
Informazioni
Si possono trovare informazioni sulla chiesa sul sito: www.calamecca.it oppure sulla pagina Facebook.
Il servizio andato in onda sulla tv locale TVL TV Libera
Salva la Chiesa di San Miniato a Calamecca!
IBAN: IT76B0760113800001048046484
Beneficiario: Parrocchia di San Miniato in Calamecca
don Ugo Feraci, parroco.
338 65 09 437