La ricerca  |  settembre 2, 2020

Da Robin Hood e Superciuk al pistoiese Niccolò Puccini. Diversi modi di essere generosi

Fu più storia o leggeda quella dell'eroe popolafre del Regno Unito che nel 1200 derubava la nobiltà locale per condividere la refurtiva con i più poveri? Il suo opposto l'antieroe Superciuk, un mito per tutti i lettori del fumetto Alan Ford: un vecchio spazzino alcolizzato che rubava ai poveri per dare ai ricchi. Il nostro Puccini abitava in una lussuosa villa in periferia, oggi per tutti il "villon Puccini", che divenne il fulcro della vita artistica, culturale e politica di Pistoia. A 52 anni si trasferì a Gavinana per problemi di salute dopo aver dichiarato suo erede universale l'orfanotrofio della città

di

Tempo di lettura: circa 6 minuti

LA GENEROSITA’

Come sappiamo la generosità é una virtù che non tutti hanno. Essere generosi vuol dire fare qualcosa di bene senza aspettarsi un favore di ritorno, una contropartita.
La generosità é soprattutto una condizione emotiva in grado di risolvere i peggiori mali della nostra società contemporanea come l’indifferenza e l’egoismo. Il suo valore sta tutto nella frase dello scrittore francese Victor Hugo (1802-1885) “mentre la tasca si svuota il cuore si riempie”.
Se compiamo un’azione altruistica non mettiamo la persona che ha ricevuto il bene nella condizione di ringraziarci per tutta la vita; si allontanerebbe. Non mettiamo la persona aiutata nella situazione di essere sempre psicologicamente in debito. Un grazie é più che sufficiente, niente di più.
Non dimentichiamoci poi che il vero generoso rifugge il detto “non fare mai del bene se non hai la forza di sopportare l’ingratitudine”.
L’opposto del generoso é l’avaro detto anche tirchio, spilorcio, venale, taccagno, rapace, rognoso, tirato e pidocchio. In questi aggettivi si snoda la sua personalità.

LA PAROLA FILANTROPO

La parola filantropo non é di uso molto comune e immagino che non sia chiaro a molti il suo significato. Se mi avessero chiesto, prima di sapere cosa volesse dire, chi é un filantropo io avrei risposto: “un uomo con un cappottone scuro e lungo dallo sguardo bieco e torvo”.
Qualcunoprobabilmente lo indica come un collezionista di francobolli confondendolo con il filatelico. Altri ancora mescolando il filantropo con il misantropo ed il licantropo generano una figura fantastica.
Chi ha studiato il greco antico al liceo é avvantaggiato, non c’é dubbio. Infatti sapendo che ‘antropos’ vuol dire uomo e ‘misos’ vuol dire odio ne deriva che il misantropo é chi ha un atteggiamento di odio nei confronti degli altri. Il licantropo è l’uomo lupo e il filantropo?
Filantropo, derivando dalle parole greche ‘philia’ (amicizia) e ‘antropos’, significava persona generosa, che aiuta il prossimo. Un benefattore.

STORIA, LEGGENDA E FANTASIA

I vizi e le virtù sono nati con l’uomo e con il suo progredire. L’ira, l’accidia, l’avarizia da una parte contro la giustizia, la moderazione e la saggezza dall’altra, solo per citarne alcune, hanno caratterizzato e delineato il carattere di personaggi legati alla storia, alla leggenda e alla fantasia.
In questo articolo cercherò di rappresentare, tra il serio e il meno serio, la virtù della generosità attraverso tre personaggi che l’hanno manifestata e messa in atto in maniera assolutamente diversa una dall’altra. Partirò da Robin Hood, eroe popolare del Regno Unito, poi mi soffermerò sul personaggio immaginario di Superciuk e concluderò con il pistoiese Niccolò Puccini.

ROBIN HOOD

  

Quanto c’è di vero e quanto c’è di inventato nel personaggio Robin Hood? E’ più storia o più leggenda quello che lo avvolge? Non lo sapremo mai, o meglio ci piace sapere di non saperlo perché alla fine Robin Hood é un mito per tutti noi; guai a cambiarne il suo percorso.
Vissuto nella prima metà del 1200 nell’Inghilterra di Giovanni Senza Terra, si mise a capo di una banda di “fuorilegge buoni” nascondedosi nella foresta di Sherwood. Il suo compito, in un periodo caratterizzato da sceriffi che giravano il regno per riscattare tasse sempre più esose, era quello di derubare la nobiltà locale per condividere la refurtiva con i più poveri.
Suo bersaglio preferito é lo sceriffo di Nottingham ed i suoi compagni inseparabili sono Little John, il frate Tuck e lady Marion. Chi é cresciuto con la Disney in tv canticchia ancora:”Robin Hood e Little John van per la foresta, ed ognun con l’altro ride e scherza come vuol. Son felici del successo, delle loro gesta…..”.
Diciamocelo a voce forte e chiara: “Ridateci Robin Hood”. Ridateci la sua generosità” ma questa volta sotto le vesti di un politico illuminato che smussi l’eccessivo divario economico e sociale che c’è nella nostra società, facendo pagare più tasse ai giganti del web e ridistribuendo la ricchezza a favore di chi non ce la fa.

SUPERCIUK

 

All’eroe per eccellenza Robin Hood si contrappone l’antieroe Superciuk, un mito per tutti i lettori del fumetto Alan Ford.
Il primo album che comprai, nell’agosto del 1973, si chiamava “Così nacque il gruppo T.N.T.”, il numero successivo “Il ritorno di Superciuk” e quello ancora dopo “Il grande colpo di Superciuk”. Mi innamorai subito di questo “bandito con le scarpe da tennis” e non esitai ad ordinare i numeri arretrati 27, 28 e 29 (pubblicati un paio di anni prima) intitolati rispettivamente: “Superciuk”, “La minaccia alcolica” e “Il fiasco spezzato”.
Questo personaggio non é altro che un vecchio spazzino alcolizzato che decide di rubare ai poveri per dare ai ricchi che lo considerano il loro vero argine nei confronti della sgangherata classe più povera. Come superpotere ha una fiatata alcolica fetida e irrespirabile e le sue gesta, indossando un costume da lui stesso cucito, descrivono una società dove contano solo potere e denaro.
Superciuk odia i proletari perché sporcano le strade e perché sono maleducati mentre ammira i ricchi perché tengono tutto pulito avendo il culto dell’igiene. E’ un idealista, non accetta ricompense e non trattiene niente per sé, non usa i suoi superpoteri per trarne un vantaggio economico.
E’ un personaggio di fantasia ma se pensiamo al tema delle banche salvate anche con il contributo dei piccoli risparmiatori ci viene in mente che Superciuk ha tuttora una poltrona ben salda nei palazzi che contano. E’ un generoso all’incontrario!

IL PISTOIESE NICCOLO’ PUCCINI

Veniamo ora alle cose serie. Parliamo di filantropia nel suo vero e più nobile significato attraverso la figura del pistoiese Niccolò Puccini.
Nato a Pistoia nel 1799 ebbe una vita molto travagliata non solo per il suo carattere instabile ma anche per le sue idee risorgimentali. Tenuto sotto stretta osservazione per motivi politici veniva denigrato come “il gobbo Puccini”. Ma lui, non se ne curava, ed aveva un innato rispetto per la libertà e per coloro che si trovavano in condizioni disagiate. Abitava in una lussuosa villa (villa di Scornio) alla periferia della città, conosciuta oggi come “villon Puccini” che divenne il fulcro della vita artistica, culturale e politica di Pistoia.
A 52 anni, nel 1851, le sue condizioni di salute, legate a problemi polmonari, peggiorarono e gli fu così consigliato di soggiornare in montagna, a Gavinana.
Nel frattempo, nel 1948, aveva dichiarato suo erede universale l’orfanotrofio di Pistoia non senza ricevere critiche per questa sua decisione. Non dimenticò neppure i suoi domestici e tutti coloro che avevano lavorato per lui. Avendo avuto un considerevole patrimonio di famiglia, il testamento fu impugnato dagli eredi legittimi (cose che succedono anche oggi) e dopo una lunga battaglia la villa e il parco furono venduti all’asta.
Non vi nego che ho scoperto Niccolò Puccini veramente troppo tardi, per me il “Villon Puccini” si chiamava così perché dedicato ad un soggiorno del ben più famoso compositore Giacomo Puccini.

CONCLUSIONI

Da l’eroe in calzamaglia, all’altro con le scarpe da tennis finendo con il nostro caro pistoiese, tre modi di essere generosi. Dalla leggenda, alla fantasia e alla storia per capire come si può manifestare la generosità. Chi può si comporti come Niccolò Puccini e chi non può almeno non rubi.


La Redazione

Con il termine La Redazione si intende il lavoro più propriamente "tecnico" svolto per la revisione dei testi, la titolazione, la collocazione negli spazi definiti e con il rilievo dovuto, l'inserimento di immagini e video. I servizi pubblicati con questa dizione possono essere firmati da uno o più autori oppure non recare alcuna firma. In tutti i casi la loro pubblicazione avverrà dopo un attento lavoro redazionale.