Elena Cini French, figlia dell’industriale di San Marcello, Bartolomeo Cini, è la principale (non unica) protagonista di questo ampio e dettagliato articolo di Domenico Arcangeli. Su questa donna è stato scritto, una ventina di anni fa, un libro che è veramente completo (“Elena Cini French: dal borgo di San Michele degli Scalzi al Petit Cenacle au Nido di San Marcello Pistoiese”) di Alessandro Panajia per chi volesse approfondire l’argomento. Su di lei da segnalare anche la presentazione di un libro di Elena Zinanni, alla Forteguerriana, dal titolo: “Le petit cenacle au Nido di Elena Cini French: un eremo nel bosco di San Marcello Pistoiese”.
Nello scritto che segue, l’autore ha intrapreso un percorso diverso concentrandosi più sui personaggi (parenti ed amici) che gravitano intorno ad Elena Cini. L’articolo va letto lentamente e con attenzione perché, pur nella sua complessità, ha un fine logico e una sua linearità. Ogni personaggio ha uno spunto di modernità.
ELENA CINI FRENCH
Elena Cini, divenuta poi Baronessa French, era figlia di Bartolemeo Cini contitolare, con i fratelli, della Cartiera della Lima di San Marcello Pistoiese.
Elena fin da giovane si dedicò ad opere filantropiche creando e sostenendo a sue spese l’orfanotrofio di San Marcello e un ospizio nel paese di Piazza (a 7 km da Pistoia).
Da una “Guida della Montagna Pistoiese” del 1878 a cura di Giuseppe Tigri si legge del “Ricovero delle orfane”. Il Tigri così descrive:”E’ una recente istituzione [….] Di questa fu promotrice la signora Elena Cini coadiuvata da altre signore del paese. [….] Quest’ ospizio porge ricovero e vitto ad alcune bambine, alle quali si procura anche la istruzione nella pubblica scuola. E’ desiderabile che non vengano meno per esse certe annue sovvenzioni; e che siffatta generosa istituzione possa aver modo di estendere il benefizio ad un maggior numero di queste infelici.”
Nella seconda metà del XIX secolo fu la Montagna, a San Marcello e dintorni, a farsi molto onore con maestre davvero all’avanguardia. Molte sono state le figure femminili di eccellenza nel campo educativo ma accanto a queste esperienze di “istruzione tradizionale” si sono anche distinte iniziative “non tradizionali” legate all’istruzione dei ceti meno abbienti. (soprattutto della sempre più numerosa classe operaia.)
Già dal 1870 alle piccole ospiti dell’orfanotrofio venivano insegnate le diverse tecniche di ricamo.
L’attività filantropica e pedagogista di Elena Cini si spostò successivamente, quando aveva 29 anni, a Firenze dove si fece valere per le sue attività didattiche dando vita a scuole materne e dell’infanzia.
IL PADRE BARTOLOMEO
Bartolomeo Cini nacque a San Marcello Pistoiese il 18 marzo del 1809. Laureatosi in Giurisprudenza è stato un politico, un finanziere e un grande industriale della Montagna Pistoiese. Gestiva, insieme ai fratelli, la cartiera Lima con grande profitto. La successiva sperimentazione della fabbrica del panno feltro (siamo nel 1844, anno di nascita di Elena) portò la famiglia ad una grave crisi finanziaria.
Era un acuto osservatore e nell’estate del 1851 si recò a Londra per l’esposizione universale in cerca di novità e modernità. Eletto al primo parlamento del Regno d’Italia nel 1861 è stato anche Sindaco di San Marcello nel 1868. Si è ispirato per tutta la sua vita ai principi del liberalismo ed espressione tipica del suo liberalismo è la memoria “Dell’utilità di una moneta comune nei diversi Stati Europei e delle difficoltà che frappongono ad attuarla” (1872). Sosteneva inoltre ed in modo ostinato che l’esercizio statale risulta più caro di quello privato in linea generale ma con una maggiore evidenza nel settore ferroviario.
Ad un padre (Bartolomeo) industriale, liberista, consapevole del rischio imprenditoriale e in continua ricerca delle novità si affianca una figlia (Elena) che svolge e sostiene attività benefiche di notevoli proporzioni. Sembrano due posizioni antitetiche ma in realtà sono molto complementari.
LA MAMMA NERINA TIGHE
La mamma di Elena e moglie di Bartolomeo si chiamava Catherine Elizabeth Raniera Tighe, meglio conosciuta come Nerina Tighe. Nerina Tighe era irlandese e residente a Pisa con i genitori. Fu proprio durante il soggiorno pisano di Bartolomeo (dove si laureò e approfondì i suoi interessi economici e scientifici) che, frequentando gli ambienti culturali della città, avvenne l’incontro con Nerina Tighe. Come tutti i maschi della montagna pistoiese aveva gusti raffinati in tema di donne: Nerina Tighe era bellissima! Di lì a poco si sposarono. I genitori di Nerina Tighe, ovvero i nonni di Elena erano George William Tighe e Margaret King.
I NONNI MATERNI
Il nonno di Elena Cini era dunque George William Tighe (1776 – 1837). G.W. Tighe era un teorico agricolo irlandese che raggiunse un certo grado di fama per i suoi scritti. Coltivò anche in Italia, dove visse gran parte della sua vita, la passione e la ricerca sui tuberi.
Viveva a Roma quando incontrò l’aristocratica Margaret King che stava visitando la città con il marito 2° Conte Mount Cashell. Margaret King era di origine anglo-irlandese ed apparteneva ad una delle famiglie più importanti ed influenti d’Irlanda. Scrittrice, viaggiatrice e consulente medico a dispetto del suo background aristocratico aveva simpatie repubblicane.
George William Tighe e Margaret King iniziarono una relazione molto appassionata nel 1803, nonostante lei fosse ancora sposata. Si separò dal marito 2° Conte Mount Cashell solo nel 1821 quando ormai viveva con George da quasi 20 anni. Questi nonni, protagonisti di tale storia romantica, nel 1814 si stabilirono a Pisa dove rimasero fino alla morte. Si sposarono attraverso il cosidetto “common-law marriage”. A Pisa vissero sotto il falso nome di Mr. E Mrs Mason. Questo nome deriva da un libro scritto dall’educatrice e pioniera femminista Mary Wallstonecraft che fu la governante di Margaret King.
I nonni vivevano a Pisa con le figlie Laurette e Nerina (mamma di Elena) e qui ricevettero la visita di Percy Shelley e sua moglie Mary (Mary Shelley) che ritroveremo a San Marcello Pistoiese autrice del libro per bambini “Maurice or the fischer’s cot”.
CHI ERA MARY WALLSTONECRAFT?
Come detto Mary Wallstonecraft (1759 – 1797) fu la governarnante di Margaret King (nonna di Elena) anche se per poco tempo. La vita di Margaret King sembra sia stata plasmata dall’educatrice Mary Wallstonecraft tanto da dover successivamente dichiarare: “Mi ha liberato la mente da tante superstizioni”. In Italia, in età avanzata, la nonna di Elena, volle ricambiare le cure della sua governante offrendo aiuto materno e consigli alla figlia di Mary.
Mary Wollstonecraft, considerata la fondatrice del femminismo liberale, ebbe una vita breve ma avventurosa. Nel 1792, forte della convinzione che l’educazione fosse fondamentale per la liberazione delle donne, pubblicò il libro “Vindication of the rights of women” (Rivendicazione dei diritti delle donne). In questo libro sostenne con forza che alle donne dovesse essere data la stessa opportunità nell’istruzione, nel lavoro e in politica che veniva data agli uomini.
Morì 10 giorni dopo aver dato alla luce una bambina, alla quale fu dato lo stesso nome della madre: Mary. Questa figlia, con lo stesso nome e cognome della madre, divenne poi famosa e conosciuta come Mary Shelley a seguito del matrimonio con il poeta romantico Percy Bysshe Shelley.
QUALCHE PUNTO FERMO
Dunque dipaniamo al momento questo che può sembrare un groviglio:
Elena ha: un padre che si chiama Bartolomeo Cini, italiano di San Marcello Pistoiese
una madre che si chiama Nerina Tighe, irlandese
il nonno materno che si chiama George William Tighe, irlandese
la nonna materna che si chiama Margaret King, anglo-irlandese
La nonna Margaret King ebbe una governante che si chiamava Mary Wollstonecraft, inglese
Mary Wollstonecraft aveva una figlia che si chiamava come lei, conosciuta poi come Mary Shelley
I nonni, sotto falso nome di Mr e Mrs Mason, a Pisa avevano frequentazione con Mary Shelley
Mary Shelley la ritroveremo a San Marcello Pistoiese autrice del libro “Maurice or the fisher’s cot”
IL MARITO ANTONIO FRENCH
Intorno al 1860, superate le difficoltà economiche e finanziarie che avevano colpito la famiglia Cini, Bartolomeo decise di trasferirsi a Firenze con moglie e figli. Elena aveva circa 16 anni ed iniziò fin da subito a frequentare la “Firenze bene”. Successivamente conobbe il barone Antonio French che sposò nel 1873. Il barone French era di origine irlandese ed insieme al padre era titolare della Banca French.
ELENA E GLI “ANGLOBECERI”
Tutto ha inizio nel XVII secolo con il “Grand Tour”, quel viaggio di formazione che specialmente gli inglesi aristocratici intraprendevano in Europa ma soprattutto in Italia per immergersi nell’immenso patrimonio artistico e culturale. C’era questa attrazione dei britannici per Firenze e la Toscana, per il paese della lingua di Dante e per il Rinascimento.
Erano una comunità numerosa e parlavano un buffo toscano con accento anglosassone tanto che i fiorentini li avevano soprannominati “anglobeceri” che beceri non lo erano per niente!
Vivevano ai margini della vita sociale italiana e non era per niente facile entrare e farsi accettare in quella comunità. Erano frequentatori di caffè letterari e delle varie istituzioni culturali fiorentine.
Elena Cini, grazie anche alla presenza e buone relazioni del banchiere suo marito Barone French, riuscì a intrattenere e coltivare molte amicizie con gli “anglobeceri”.
ALCUNI AMICI IN VISITA AL “NIDO”
Nel 1875 Elena e suo marito Antonio French si erano fatti costruire, nella parte alta di San Marcello ed immersa nel bosco, una dimora dove trascorrevano gran parte dell’estate. A questa dimora venne dato il nome di “Nido”.
Al Nido non erano mai soli, molti amici “anglobeceri”, o come forse meglio qualcuno li ha chiamati “Anglo-fiorentini”, erano soliti andarli a trovare. Alcuni di questi furono: Susan Horner, John Temple Leader, Violet Paget.
Susan Horner
Susan Horner (1816 – 1900) dopo aver ricevuto un’educazione liberale è divenuta una studiosa d’arte, di storia e letteratura italiana.
Susan è stata inoltre un’ardente sostenitrice del Risorgimento italiano. Nonostante la differenza di età era molto amica di Elena Cini e di suo marito Antonio French. In coppia con la sorella Joanna, anche lei amica di Elena, ha scritto “Walks in Florence”. Autrice anche del “Diary 1861 – 1862”, Susan è stata una donna energica e dotata di quella capacità di gestire situazioni difficili che non è da tutti. Oggi questa capacità viene definita “problem solving”.
La cosa curiosa per quei lettori della Voce della Montagna che hanno letto il mio articolo di un anno fa “Arthur Huge Clough: il poeta vittoriano che apprezzò l’Appennino Pistoiese” è che Susan Horner era amica di Blanche Mary Smith, moglie di A.H. Clough. Come riportato in quell’articolo A.H. Clough nell’ottobre del 1861, molto malato, passò per l’Appennino Pistoiese prima di arrivare a Firenze. A Firenze Susan Horner si rende conto che l’uomo sta morendo e con notevole senso pratico sbriga gli aspetti pratici della situazione: avvertire i parenti ed organizzare il funerale.
John Temple Leader
Anche John Temple Leader (1810 – 1903) era un frequentatore del Nido a San Marcello Pistoiese. Ricchissimo nobile inglese si trasferisce intorno al 1845 a Firenze. Sostenitore del chartismo e del radicalismo finanziò il rifacimento della facciata del Duomo. Chi si trova a Firenze può vedere sulla colonna alla destra del portone centrale della facciata lo stemma della famiglia Temple Leader.
Come la regina d’Inghilterra Vittoria andava a trovare John Temple Leader, questi andava a trovare al “Nido” Elena Cini e Antonio French. Ma Elena Cini non incontrò mai la Regina Vittoria.
Violet Paget
Elena Cini era legata da viva amicizia anche con la scrittrice inglese Violet Paget, per molti conosciuta con lo pseudonimo maschile di Vernon Lee.
Violet Paget parlava un italiano perfetto ed aveva un motto che l’ha accompagnata per tutta la vita: “labora et noli contristari” (lavora e non essere triste). Si stabilì a Firenze nel 1873 ed era un’assidua viaggiatrice. La sua vita fu anche caratterizzata dalla relazione che ebbe con altre donne, infatti era lesbica e non esitò a fare “coming out” (dichiarò apertamente il suo orientamento sessuale).
A Firenze si innamorò prima di Annie Mayer e poi di Mary Robinson.
Pacifista e femminista fu riabilitata proprio da questi movimenti alcuni decenni dopo la sua morte che avvenne nel 1935 accudita dalla sua ultima compagna Irene Cooper Willis.
LETTERA DI VILFREDO PARETO
Di quanto Elena Cini fosse dotata di charme, personalità, savoir faire e intelligenza risulta anche da una lettera che l’economista Vilfredo Pareto (1848 – 1923) scrisse a Emilia Peruzzi appartenente ad una famosa famiglia fiorentina borghese e con simpatie liberali. La lettera è datata 7 aprile 1880. (Vilfredo Pareto – Lettere ai Peruzzi 1872 – 1900. A cura di Tommaso Giacalone Monaco)
“Cara Signora Emilia,
Molta gente ieri sera dalla Marchesa Ridolfi, c’era il Boglietti, il Cammarota, il Capacci, il Cini, il French, lo Zumbini, il De Nobili ed altri. Feci conoscenza con la Signora Elena French che mi parve persona intelligente assai e ben parlante. Lei che ha la cava degli indirizzi mi fa il piacere di scrivermi dove sta quella Signora affinchè possa adempiere il dovere mio portandole un biglietto da visita? Io parto stasera per Genova, poi vado a Roma, ma mi può sempre scrivere al mio ufficio in Firenze, mi mandono le lettere. Sulla busta è bene mettere personale o particolare.
[………]
Addio, cara Signora Emilia, mi creda.
aff.mo Vilfredo Pareto
PENSIERO LIBERALE E MODERNITA’
Di sicuro la famiglia Cini, ed Elena in particolare, sono stati un esempio di adesione continua allo spirito contemporaneo. Precursori di fatti, concetti e pensieri. Anticipatori di politiche sociali ed economiche. E circondati da sempre e per tutta la vita da amici ed amiche caratterizzati da menti sgombre da pregiudizi e da pensieri che vanno sempre oltre.
Il padre Bartolomeo liberista e fautore di una moneta unica europea, Elena benefattrice ed attenta al sociale, la nonna Margaret con simpatie repubblicane, Mary Wollstonecraft fondatrice del femminismo, Susan Horner sostenitrice dei moti risorgimentali, John Temple Leader con il suo radicalismo, Violet Paget pacifista e femminista.
Che bella famiglia e che belle frequentazioni!
Bibliografia:
Guida della Montagna Pistoiese (1878 – Giuseppe Tigri)
Elena Cini French: dal borgo di San Michele degli Scalzi al Petit Cenacle au Nido di San Marcello Pistoiese (Alessandro Panajia – Edizioni ETS)
Dizionario biografico degli italiani (Nidia Danelon Vasoli – Treccani)
A Vindication of the rights of woman (The British library)
Lettere ai Peruzzi 1872 -1900 (Vilfredo Pareto)
Lettere di donne conservate presso il British Istitute of Florence (Aglaia Viviani)
Due Violette inglesi a Firenze (Nerina Miletti)
The life and death of Mary Wallstonecraft (Todd Janet – 2003)