Le leggende sul nome
Per la maggior parte degli storici il nome di Treppio deriva dal latino “trivium” (incontro di tre strade), ma una delle tante leggende dà il merito della nascita di questo centro a tre galeotti rifugiatisi da queste parti e, una volta ritrovati, dopo molti anni, non erano tre ma molti di più: da ciò venne il nome Treppio, ossia più di tre.
La perdita delle tradizioni
Leggende a parte, la cosa certa è che questo paese un tempo era ricco di tradizioni popolari le quali, purtroppo, con l’inesorabile fenomeno dello spopolamento, hanno subito un notevole ridimensionamento a partire dagli anni 1940/1950; nonostante ciò, il ricordo delle medesime è presente e vivo nelle persone anziane che abitano in queste zone. Tali tradizioni erano legate principalmente alla religione cattolica e segnavano i momenti più importanti dell’anno liturgico.
Le feste del passato
Seguendo uno schema annuale avevamo: 5 Gennaio Festa del vecchioncino, 17 Gennaio Festa degli animali, 25 Gennaio Festa di San Paolo, Carnevale, Quarantina, Processione del Gesù Morto (o Processione del Venerdì Santo o Processione dei Giudei), 30 Aprile Cantamaggio. Altre processioni si svolgevano a Castello per l’Ascensione e, per le vie di Treppio, il giorno del Corpus Domini: 29 Giugno Festa per i SS. Pietro e Paolo, 29 Settembre Festa di S. Michele Arcangelo e 24 Dicembre il Fogarone.
Le feste ancora esistenti
Oltre alla Festa della Frugiata (alle volte abbinata con la succulenta Polenta “gialla”) che si effettua alla fine di Ottobre dal 1995 (alla quale si riferiscono le foto qui sotto), a distanza di anni ecco le tradizioni che ancora hanno luogo.
LA PROCESSIONE DEL GESÙ MORTO
Pare che la Processione del Gesù morto (o del Venerdì Santo) sia l’evoluzione nel tempo delle antiche pratiche paraliturgiche che iniziarono ad affermarsi nel X secolo in alcune chiese della Francia dove si ebbe il passaggio, dal momento liturgico al dramma sacro rappresentato, di alcuni episodi della vita di Cristo descritti nel Vangelo, principalmente quelli che riguardavano la sua passione e morte. A Treppio questa sacra rappresentazione fu definitivamente regolamentata nel 1887 con la stipula dello Statuto della Venerabile Confraternita della Misericordia di Treppio e resa esecutiva a partire dal 1888; il decreto stabilì tutti i dettagli dello svolgimento e che la stessa avrebbe dovuto svolgersi ogni tre anni (ultimamente tale cadenza non è stata rispettata).
La rappresentazione, animata da circa 80 persone, ognuna delle quali indossa il costume del relativo personaggio che interpreta, si svolge in due parti ben distinte:
La prima parte
La prima parte, dalle 15.30 alle 21, nella Chiesa di San Michele Arcangelo quattro soldati, chiamati in gergo “giudei”, effettuano la “guardia armata” al simulacro di Gesù Morto esposto all’adorazione dei fedeli: nel fare ciò, a brevi intervalli, i quattro si danno il cambio fra loro, alternando le rispettive posizioni attorno al Cristo, e impediscono a chiunque di avvicinarvisi. Ad intervalli regolari (15/20 minuti, e più frequenti man mano che si avvicina l’ora della Processione) avviene il “cambio della guardia”. L’intero plotone dei “giudei” entra in Chiesa a passo di marcia, lascia i quattro che devono effettuare il loro turno e preleva coloro che lo hanno appena terminato.
Poco dopo le 20.30, due “silenzieri” (persone che portano le insegne del silenzio), scortati da due “giudei”, percorrono tutto il tragitto che di lì a poco sarà coperto dalla Processione: da questo momento la gente si raccoglie in religioso silenzio. Quando i “silenzieri” fanno ritorno alla Chiesa inizia il movimento della Processione.
La seconda parte
La seconda parte inizia alle 21 con la partenza della Processione: il simulacro di Gesù Morto viene portato a spalla, ai “giudei”, che continuano il loro compito di vigilanza, si aggiungono altri personaggi dell’antica tradizione (la Madonna, la Veronica, Giuda, Ponzio Pilato, gli Angeli ecc.) e numerosissimi fedeli che, recando in mano una fiaccola accesa, intonano i canti di rito. Il lungo corteo si snoda per le vie del paese seguendo un antico e suggestivo itinerario illuminato, per l’occasione da una miriade di fiaccole e ceri. Dopo le fermate e le orazioni di rito, la Processione ha il suo epilogo con il ritorno alla Chiesa.
Fascino e religiosità della festa
Nonostante oggi si rischi di curare più l’aspetto scenico e spettacolare, la Processione del Gesù morto conserva ancora il fascino e, soprattutto, la religiosità di un tempo. Anche se gli anni passano, da queste parti è senza dubbio uno degli eventi più sentiti: l’originalità dello svolgimento e dei costumi, davvero unici, il paesaggio in cui ha luogo, richiamano ogni volta uno stuolo di visitatori e fedeli provenienti da molti centri. La realizzazione viene curata dalla locale sezione della Misericordia, dal Parroco e naturalmente dagli stessi treppiesi che, con invidiabile spontaneità interpretativa, danno anche vita ai vari personaggi in costume d’epoca.
IL CANTAMAGGIO
Il “Cantamaggio” ((sera del 30 Aprile oppure 1 Maggio), tradizione popolare molto diffusa anche in altre zone d’Italia, a Treppio veniva celebrato per salutare l’arrivo della stagione apportatrice di nuova vita e, con essa, il ritorno di coloro che durante l’inverno erano stati costretti ad emigrare in Sardegna, in Corsica ed in Maremma per svolgervi lavori boschivi.
Ancora oggi lo svolgimento ricalca quello di un tempo quando un gruppo di “cantori”, munito di strumenti musicali, partiva alla volta delle varie borgate e, passando di casa in casa, cantava le strofe del “Maggio Treppiese” con le quali, oltre a salutare, chiedeva delle uova. Le famiglie visitate davano ai cantori quanto richiesto (oggi, solitamente, piccole offerte in denaro) e questi ultimi ringraziavano offrendo un rametto di abete adornato con una rosa di carta; se nessuno si affacciava e le uova non venivano offerte, l’improvvisato complesso musicale si allontanava cantando “questa casa l’è tutta bughi, dormen tutti come ciughi!”. Completato il giro del paese, i cantori continuavano a festeggiare fino a tarda notte fra frittate, stornelli e qualche bicchiere di buon vino.
IL FOGARONE
Il “Fogarone” (sera del 24 Dicembre) è un grande falò (da qui il termine dialettale) che si accende la sera della vigilia del Santo Natale, intorno al quale la gente si riunisce inneggiando alla venuta di Gesù Bambino. Un tempo, quando tutte le borgate del paese erano abitate, la gente si preparava all’avvenimento con largo anticipo: prima che la neve facesse la sua comparsa raccoglieva il materiale necessario nei boschi circostanti (ginepri, rami secchi, sterpaglie ecc.) e la sera del 24 Dicembre dava vita a decine di fuochi, imbastendo una vera e propria gara a distanza per realizzare quello più bello e di più lunga durata; pare, inoltre, che a seconda della fiamma e della direzione del fumo si ricavassero auspici per l’anno nuovo ormai prossimo. Da tutto ciò ne derivava uno scenario davvero unico che rendeva ancor più suggestiva l’atmosfera natalizia di questo piccolo centro montano.
Rispetto a quei tempi, oggi moltissime borgate in inverno sono disabitate, perciò viene acceso un solo fuoco e, mentre questo viene alimentato, le faville si innalzano verso il cielo e la gente acclama, arriva Babbo Natale con il suo prezioso carico di giocattoli per far felici tutti i bambini del paese………….
IL PRESEPE VIVENTE
Questa suggestiva rappresentazione dei momenti più significativi della natività a Treppio si è svolta per la prima volta nel 2005 (Dicembre e 6 Gennaio). Il centro del paese si trasforma in una sorta di Betlemme all’interno della quale si muovono i vari personaggi in costume d’epoca. La gente che interviene, oltre a rivivere i momenti più significativi della natività, può visitare i vari angoli, appositamente allestiti, con le botteghe artigiane, gli alberghi, i bazar e la locanda, nella quale può gustare i prodotti locali.
Il 6 Gennaio, nello scenario sopra descritto, viene rappresentato l’arrivo dei Re Magi alla “Capanna della Natività” i quali, oltre a portare i tradizionali Oro, Incenso e Mirra al Bambin Gesù, recano un dono a tutti i bambini che intervengono.
ALCUNE IMMAGINI DI TREPPIO
Il paese
Particolari
La Chiesa