SAN MARCELLO PITEGLIO – Vanno avanti ormai da troppo tempo, e inutilmente per essere ignorate, le segnalazioni e le lamentele dei cittadini agli enti preposti, sulla manutenzione di torrenti e fiumi sulla Montagna Pistoiese. Segnalazioni che testimoniano, con tanto di documentazioni fotografiche, uno stato di pericolosità: con poca o scarsa cura questi corsi d’acqua possono creare molti e seri danni. Esempi di questo genere già ce ne sono stati. Fra tutti basti rammentare i danni arrecati qualche anno indietro, vicino a Le Piastre, sulla Strada Regionale 66, dove un piccolo ruscello, che aveva creato una diga in quota a causa di intasamenti da piante, si portò via buona parte della carreggiata stradale: i danni e i disagi che ne seguirono non è difficile immaginare.
La prima lettera del 2008
Documentiamo alcuni fatti. Nel 2008, la signora Ornella Cattani di Campo Tizzoro, scriveva al Consorzio di Bonifica Reno Palata di Bologna: “Faccio presente che nella frazione di Campo Tizzoro località Ponte alla Falce nel Comune di San Marcello Pistoiese, nel torrente Bardalone, poco prima dello stesso ponte, lato sorgente, sono cadute due piante che di fatto occupano lo spazio esistente fra le sponde” La signora segnalava ancora “alberi/piante che crescono non solo sulle sponde ma troppo spesso nel letto del torrente ostacolando in tal modo il normale scorrere dell’acqua e creando barriere che trattengono tutto ciò che l’acqua trasporta”. Nel settembre 2012, è di nuovo tornata sull’argomento, scrivendo all’intero mondo istituzionale, rilevando “il completo abbandono in cui versano gli alvei, le sponde, i corsi di dei torrenti Bardalone e Maresca. In molti tratti di queste vie d’acqua si sono formate vere e proprie giungle e dalla pluriennale assenza di provvedimenti. E se dovesse verificarsi una esondazione con danni a persone e cose, chi si assume l’onere di provvedere ai danni ed ai disagi subiti?”, si interrogava ancora la Cattani.
L’ultima lettera: situazione peggiorata
Scrive oggi un altro cittadino di Pontepetri, Luca Spagnesi, impegna per la stessa causa. “Mi batto per la causa dall’ottobre dell’anno 2012.. più o meno tra raccomandate e PEC, avrò fatto almeno 10 comunicazioni.. In tutto questo arco temporale (nell’ottobre 2015..mi sembra), il Consorzio ha fatto Tagliare un albero, non estirpando però le radici”. Troppo poco, accusa Spagnesi: “Un ago nel pagliaio; infatti oggi l’albero è triplicato e la situazione complessiva del letto del fiume è disastroso”. Spagnesi precisa inoltre che nel corso di questi anni a lui risulta che l’Amministrazione comunale ha fatto il possibile per risolvere la situazione. Nel suo scritto aggiunge del cattivo odore “cattivo/orribile” che il fiume emana nei periodi di secca, ricordando che da circa 20 anni deve essere fatto un collegamento per interrare gli scarichi che purtroppo sono quasi tutti a cielo aperto. Quindi la conclusione: “Insieme ai miei genitori, avvalendoci di un legale, siamo intenzionati a presentare un esposto presso la Procura della Repubblica e segnalare la grave situazione”.
Il Comune chiamato in causa
C’è poi un ultimo capitolo, del 3 settembre scorso, composto da uno scambio di comunicati il fra il sindaco Luca Marmo e l’architetto Roberto Prioreschi. Prioreschi scriveva al sindaco: “A cosa serve pagare i tributi al Consorzio della Bonifica Renana? Se le piante fanno tappo, noi andiamo sott’acqua. Invece di dare codice arancione o rosso relativamente alle piogge che arriveranno, non sarebbe meglio che tagliassero le piante e il tempo ce lo hanno avuto? Noi abbiamo paura!”. Risposta del sindaco Luca Marmo: “Chi manda i codici non sono i consorzi ma al netto di questa precisazione e sicuro che servirà a ben poco (ma non disperiamo) queste situazioni vorrei segnalarle formalmente e lo farò”.
Situazione dunque in movimento con annessi rimpalli sulla competenza degli interventi. La Regione Toscana, rispondendo a Spagnesi, è stata chiarissima: la competenza degli interventi è del Consorzio di Bonifica Renana.
La galleria fotografica
Le foto scattate a Campo Tizzoro. Le immagini in alto dal ponte sul Maresca, quelle in basso dal campo sportivo sul torrente Bardalone