Nella cornice della montagna, viene naturale parlare di ciò che la dipinge di fiori, ne scompiglia le fronde e rinnova l’aria: il vento! Nessuno mi pettina bene come il vento, bisbigliava la lucida follia di Alda Merini. “Parole al vento” se non abbiamo mai ascoltato le sue carezze sulla nostra pelle, percepito i suoi odori, origliato i suoi lamentosi silenzi, cullati dalla sua costante presenza.
Il vento ti “tocca” come nessun altro riesce a fare: silenzioso, elegante nei suoi movimenti, a tratti sbadato. A volte riesce a rassicurarci, altre volte a sconvolgerci. Creativamente instabile colora le nostre giornate, orientando il nostro cammino, nella direzione e nei tempi.
Il vento di Neruda
“Vorrei essere una nuvola bianca
in un cielo infinito
per seguirti ovunque e amarti ogni istante…
…Vorrei che il vento soffiasse ogni giorno
tra i tuoi capelli,
per poter sentire anche da lontano
il tuo profumo£.
incanta romanticamente Pablo Neruda, celebrando il potere del vento di accompagnarci ovunque.
Un compagno di viaggio
Mi piace pensare al vento come ad un compagno di viaggio che ogni giorno ci racconta una storia diversa, se solo ci va di ascoltarla. E se vogliamo possiamo pure chiamarlo per nome: Tramontana, Libeccio, Scirocco, Maestrale… ognuno con il suo modo unico di “approcciarsi” a noi. Vento a cui possiamo raccontare i nostri segreti, certi che verranno custoditi con cura.
Un dono della Madre Terra
Purtroppo la vita di oggi ci rende sempre più difficile dare valore a ciò che la natura ci mette a disposizione; siamo abituati a correre, a rincorrere, a porci delle sfide, a metterci alla prova, a dare un prezzo al benessere. Beh il vento è un dono della Madre Terra ma ciò che ci offre è qualcosa di unico, magico. Anima, dal greco ci riporta al soffio, al respiro, al vento. Vento come soffio di vita che riecheggia nell’aria, trasparente, inarrestabile.
Anche la montagna vi si abbandona
Nemmeno le montagne possono fermarlo ma ne delimitano l’ondeggiare, arricchendolo di toni e note diverse. La montagna si abbandona alle sue carezze, senza opporre resistenza; ci regala quindi ogni giorno un miracolo, da apprezzare e rispettare! Il vento va oltre e questo ci sussurra in ognidove: la possibilità di andare oltre quelle ristrettezze emotive, cognitive, comportamentali all’interno delle quali ci barrichiamo. Ci dà l’occasione di emozionarci, di lasciarci coccolare da vecchie memorie e nuove scoperte. Il vento ha la capacità di riportarci indietro e di farci guardare altrove ma soprattutto di vivere il presente, il Qui ed Ora.
Quel vento che ci sveglia al mattino con l’odore della moka, che trascina l’irresistibile odore delle lasagne della mamma in tutta la casa, che ci ricorda i profumi del bosco della casa in montagna, ormai andata.
Ci segue come un’ombra
Vento che ci segue come un’Ombra, quella che Jung associa alle parti di noi celate, più buie e che proprio il vento, nella solitudine che ci offre, ci dà la possibilità di riscoprire. Per il vento non ci sono razze, barriere, diversità, tocca tutto e tutti al solito modo. Un contatto insolito rispetto ai modi selettivi di oggi che ci riporta ad un’accettazione totale che la natura riesce a donarci completamente.
Il risveglio dei sensi
Contatto che ci conduce al corpo, alle sensazioni, ai sensi, anestetizzati da una quotidianità in cui spesso l’unica “vibrazione” è quella dell’Iphone. Questo rappresenta un invito ad emozionarci come e con il vento; facciamo in modo che la sua malinconia, calma, rabbia diventi stimolo di ascolto e crescita. Entriamo in quel vento, lasciamoci trasportare dai suoi sospiri e “animare” proprio come la montagna da sempre ci insegna.
Mukarami e Kafka
E concludo con Murakami dall’inaspettato “Kafka sulla spiaggia”. “Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell’alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l’unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia”.