Il mal di testa, più propriamente chiamato cefalea, è affezione molto frequente soprattutto nell’età adulta; variabile come intensità di dolore, durata delle crisi, frequenza degli episodi dolorosi. Si distingue tra cefalea primaria – che è di per sé una vera e propria malattia – e cefalea secondaria in cui il dolore al capo è un sintomo che accompagna altre condizioni morbose (malattie virali, stati febbrili, depressione psichica) e non morbose (eccesso di alcool, pasti troppo abbondanti, eccesso di analgesici, talora attività sessuale). Le cefalee primarie comprendono l’emicrania, la cefalea muscolo-tensiva e la cefalea a grappolo.
L’emicrania
L’emicrania si caratterizza per dolore violento, pulsante, localizzato nella metà (destra o sinistra) del capo; può accompagnarsi a nausea, vomito, ipersensibilità alla luce (fotofobia) e ai rumori (fonofobia). Talora l’attacco è preceduto da sintomi premonitori definiti ”aura”: disturbi della visione, formicolii e difficoltà di movimento degli arti, alterazioni del linguaggio. L’emicrania ha una durata di 4 -72 ore; gli attacchi sono ricorrenti. Il sesso femminile è colpito rispetto a quello maschile in rapporto 4:1; soprattutto ne soffrono donne in età fertile. La patogenesi è rappresentata dalla liberazione di sostanza P, prostaglandine, serotonina che esplicano la loro azione sul microcircolo encefalico e soprattutto sui processi di neurotrasmissione.
La cefalea muscolo-tensiva
La cefalea muscolo-tensiva si caratterizza per la sensazione dolorosa di peso o morsa interessante tutto il capo, di intensità costante, con durata variabile da mezz’ora a qualche giorno. Colpisce in egual misura i due sessi, può essere episodica o cronica: in questo caso la cefalea è presente per più di 15 giorni in un mese o per almeno 6 mesi. La patogenesi è dovuta alla contrazione eccessiva dei muscoli del cranio, volto, collo provocata da condizioni di stress, problemi ortodontici, postura scorretta. La contrazione continua determina la liberazione di prostaglandine le quali stimolano i recettori del dolore.
La cefalea a grappolo
La cefalea a grappolo è la più dolorosa tra le diverse forme di cefalea. Si caratterizza per la localizzazione a un lato della fronte, attorno e dietro all’occhio che diventano sede di dolori lancinanti associati, spesso, a irritazione oculare e senso di chiusura nasale. La denominazione è dovuta all’andamento raggruppato degli attacchi della durata da un quarto d’ora fino a 3 ore da un quarto d’ora fino a tre ore ripetuti anche più volte nel corso della giornata. Colpisce prevalentemente uomini di età 25-45 anni. La patogenesi è da stress fisico e psichico.
La terapia
La terapia si avvale di una vasta gamma di analgesici e antiflogistici il cui impiego non deve in alcun modo superare i dosaggi consigliati in rapporto a sesso, età, eventuali patologie associate; il rischio è di indurre reazioni avverse anche gravi. Il problema maggiore è comunque quello della prevenzione delle cefalee: essa è diversa per ciascuna delle forme primarie e deve essere modulata in rapporto ad una serie ben codificata di condizioni fisiopatologiche.
Il medico cefalologo
A motivo dell’elevata incidenza e complessità di questa patologia, della sua rilevanza in campo sanitario, previdenziale, lavorativo, sociale nonché delle difficoltà e problematicità inerenti alla diagnostica, terapia e profilassi, sempre più chiaramente è risultata necessaria l’istituzione di una nuova figura specialistica, il medico cefalologo. Su questa linea, anche in Toscana in ambito universitario e ospedaliero sono stati istituiti presidii ambulatoriali di alta specializzazione denominati “Centro Cefalee”.
Professor Marco Ricca
Direttore Sanitario Koinos Pistoia
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Koinos Centro Sanitario Pistoiese
Specialista Koinos Consigliato dottor Umberto Pietrini