Cammini, Uno sguardo oltre  |  settembre 22, 2024

Cinque cammini che mettono la comunità al centro

I cinque cammini del Trentino presentati a Mori di Trento nel corso di un incontro pubblico, nell'ambito della manifestazione "Insieme sul Cammino di San Rocco - Passi di inclusione". Un'occasione per conoscere gli itinerari e la filosofia che ha ispirato la loro nascita. Altro tema centrale quello dell'inclusività e del ruolo che i cammini possono avere nella sua promozione

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Cinque cammini del Trentino si sono riuniti, per la prima volta, a Mori (TN) in una serata al Teatro Gustavo Modena. L’incontro pubblico, che si è tenuto il 12 settembre scorso, cadeva nel mezzo di una serie di iniziative, intitolate “Insieme sul Cammino di San Rocco – Passi di inclusione”, durante le quali un gruppo di persone cieche, ipovedenti e vedenti hanno percorso il cammino omonimo.
I percorsi presentati al Teatro di Mori, Cammino di San Vili, Cammino Jacopeo d’Anaunia, Cammino dei sette laghi, Cammino delle Terre Sospese e Cammino di San Rocco, sono itinerari molto diversi tra di loro. Eppure, tutti e cinque, nella loro diversità, sono legati da una stessa filosofia che vede al centro il ruolo della comunità e il cammino come occasione per sperimentare forme di accoglienza e inclusione.
La serata è stata introdotta dai saluti dagli amministratori del territorio Stefano Barozzi (sindaco di Mori), Gianni Carotta (Sindaco di Ronzo Chienis) e Dante Dossi (Sindaco di Brentonico e Presidente del Parco Monte Baldo). Proprio Dossi, chiudendo il suo intervento, è entrato nel vivo della serata dichiarando che “questi cammini hanno la capacità di rigenerare e di rigenerarsi in contrapposizione alla frenesia della vita quotidiana che ci porta a rincorrere ritmi sempre più veloci”. Questa idea è stata ripresa anche da Walter Nicoletti, moderatore dell’incontro, secondo il quale “il camminare è un elemento che ci lega al corpo ma nello stesso tempo anche alla mente e allo spirito. Forse il nostro tempo ha bisogno anche di questo, il camminare contiene tutti questi elementi e rappresenta – conclude il moderatore – un bisogno di tornare a quell’unità che in questi tempi ci manca. Oggi vediamo l’umanità che si è ridotta alla sola materia ma il camminare ci ricorda che c’è anche il resto.”

Un primo giro di interventi è servito per fare una carrellata dei cinque itinerari. Il Cammino di San Vili, nato nel 1988 per l’impegno della SAT e rilanciato nel 2016 con l’intervento del Parco Fluviale della Sarca, è stato presentato da Alessandro Armani di Naturism. Uno
degli aspetti vincenti di questo cammino è l’organizzazione strutturata che, sulla base di una convenzione, coinvolge diversi soggetti le APT, il Parco fluviale della Sarca, la SAT, l’arcidiocesi di Trento e Naturism. Nel suo intervento Armani ha presentato il significato del logo che, con un disegno stilizzato, rappresenta il collegamento tra Trento e Madonna di Campiglio, ovvero il legame tra la città e la montagna. Questo tema richiama la guida del San Vili che definisce indissolubile il legame tra città e periferie, perché il degrado della città porta al degrado della montagna, intesa come speculazione, e il degrado della montagna, ovvero il suo spopolamento, comporta il degrado della città.

Il Cammino Jacopeo d’Anaunia è stato introdotto da Remo Bonadiman, presidente dell’Associazione Amici del Cammino di Santiago. Questo itinerario è legato ai 7 affreschi di San Giacomo presenti nel centro storico di Fondo. Tali opere furono fatte dipingere dai sette capifamiglia che si erano recati a Santiago per ringraziare il Santo dopo una pestilenza. Quasi 20 anni fa 52 amici percorsero insieme il Cammino di Compostela e, sulla strada del ritorno in Trentino, decisero di dare un seguito a questo viaggio costituendo l’Associazione Amici del Cammino di Santiago. Oggi gli associati sono 200 e vengono organizzati importanti eventi culturali finalizzati alla scoperta degli aspetti
naturalistici e culturali.

 

Stefania Lusuardi, vicepresidente del Biodistretto, ha presentato il Cammino dei 7 laghi. Questo itinerario ci invita a riappropriarci del nostro tempo. Percorrendo la valle con una forte vocazione turistica il Cammino dei 7 laghi vuole proporre un turismo lento che è capace di far apprezzare la natura e la cultura del territorio.

Il Cammino delle terre sospese, la cui inaugurazione è prevista per il 5 ottobre 2024, è stato introdotto da Marco Vettori. Il presidente di Destinazione Val di Cembra ha sottolineato il ruolo del volontariato che sta alla base di questo progetto. Il percorso è partito nel 2021. Inizialmente l’obiettivo era quello di fare comunità, solo in seguito è nata l’idea del Cammino. Sono le sponde molto ripide della Valle di Cembra con i suoi terrazzamenti, e i paesi che si trovano a mezza costa, ad aver ispirato il nome di questo
itinerario.

Roberta Perini, rappresentante del direttivo della Compagnia di San Rocco, ha presentato il Cammino che, proprio a Mori, vede il punto di partenza e di arrivo. Il percorso che ha portato alla nascita è legato al lavoro di due operatrici di ATAS che, nel 2019, arrivarono a Mori per realizzare un progetto di Comunità. La traduzione di questo progetto venne concretizzata nell’idea di creare un cammino capace di legare i territori. La sinergia fra i tre Comuni (Mori, Ronzo-Chienis e Brentonico) è rappresentata nel logo del Cammino di San Rocco che testimonia anche la collaborazione di tante persone, associazioni e soggetti del territorio.

  

Negli ultimi anni, in base alla mia esperienza personale, mi sono fatto l’idea che un cammino non è solamente un’attività sportiva, non è un semplice trekking. I moderni pellegrini, percorrendo i loro itinerari, si aspettano di attraversare comunità accoglienti dove ci sono persone consapevoli di trovarsi su quel preciso Cammino. Questa mia convinzione è stata confermata anche dalle parole di Roberta Perini che, commentando lo stato del Cammino di San Rocco, ha dichiarato “assistiamo ad una costante evoluzione. Il merito è dell’entusiasmo che le persone ci mettono nell’accoglienza, nell’incontro e nel dialogo con chi attraversa i nostri territori. Riceviamo continuamente recensioni positive, e questo grazie soprattutto agli abitanti di questi borghi che ogni giorno aprono la porta trasformando i loro paesi in comunità accoglienti e aperte. Il nostro punto di forza è un’umanità generosa che cresce ogni giorno“.

La seconda parte della serata è stata orientata al tema dell’inclusività sui cammini. Proprio in quei giorni un gruppo di persone cieche e ipovedenti, insieme ad alcuni accompagnatori, stavano percorrendo il Cammino di San Rocco. Irene Matassoni, operatrice sociale della Cooperativa Albinova, ha presentato il lavoro della sua organizzazione che lavora su un doppio binario: da una parte con persone che hanno una disabilità visiva e uditiva e dall’altra con la comunità. Lo scopo è di fornire ai primi degli strumenti di autonomia ed alla comunità gli strumenti dell’accoglienza. “Il riscontro di questi giorni sul cammino è stato positivo” – ha commentato l’operatrice – “abbiamo conosciuto una comunità davvero pronta ad accogliere, a mettersi in gioco, per comprendere le esigenze, ma anche le potenzialità, di tutti i camminatori con disabilità.”

Sandro e Riccardo, due dei ragazzi ipovedenti che hanno partecipato a questa iniziativa, hanno condiviso la loro testimonianza. Anche nel loro intervento è stata ribadita l’idea che il cammino è natura e attività sportiva ma non solo questo. Il cammino è anche fare gruppo, hanno detto i due camminatori. Dalla loro esperienza emerge la descrizione di un’esperienza a 360 gradi che, in questo caso particolare, comprende anche la dimensione dell’inclusività. Però, come ci tiene a precisare Sandro, “qui sul Cammino di San Rocco abbiamo sperimentato un’inclusività pratica, nata dal basso. Non quella che si fa con documenti e dichiarazioni ufficiali ma un’inclusività che si sviluppa insieme, passo dopo passo.

 

“I cammini sono un mezzo importante per fare inclusione” – sostiene anche Alessandro Cesaretti dell’Associazione C.I.M.E. – “Camminando noi entriamo a far parte di quel luogo e camminando in quegli spazi diventiamo noi un luogo”. Sara Dari ha concluso la serata parlando dell’Associazione Lunghi Cammini che propone l’esperienza del cammino per ragazzi in difficoltà. L’associazione collabora coi tribunali dei minori e propone, come alternativa alla pena, l’esperienza di un cammino. Ognuno dei ragazzi è seguito da un accompagnatore e l’itinerario percorso, attraversando comunità accoglienti che si aprono, propone loro la visione di un mondo diverso rispetto a quello difficile e ostile nel quale sono cresciuti.

 

PER INFORMAZIONI SUI CAMMINI: 

CAMMINO DI SAN VILI clicca qui

CAMMINO JACOPEO D’ANAUNIA clicca qui

CAMMINO DEI SETTE LAGHI clicca qui

CAMMINO DELLE TERRE SOSPESE clicca qui

CAMMINO DI SAN ROCCO clicca qui


Andrea Piazza

Andrea Piazza nasce a Mantova nel 1974. Vive tra le rive di due fiumi (il Po e il Mincio) ma coltiva, da sempre, l’amore per la montagna. Ha due grandi passioni: il viaggio e la fotografia. Due attività che trovano un perfetto connubio nell’intrigante bellezza delle nostre montagne. Da qualche tempo cura un blog http://www.artedicamminare.it/ nel quale racconta, in modo simpatico e “non convenzionale”, i suoi viaggi sull’Appennino e non solo.