Ambiente, Turismo  |  agosto 22, 2024

Funivia Doganaccia-Scaffaiolo, il Comitato accusa: “Spese folli e fretta sospetta”                                                        

Dura nota di 'Un altro Appennino è possibile': " In due mesi spesi 265 mila euro di denaro pubblico quando le strade sono una buca continua, il trasporto pubblico è stato tagliato, l’erba invade le strade e i Consigli Comunali sono tenuti fuori da ogni decisione". Sotto accusa 5 determine adottate dalla provincia di Pistoia con una forte accelerazione

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Il lago Scaffaiolo in una suggestiva immagine di Maurizio Pini

“Una supercazzola che non si sentiva dai tempi di Amici miei: oltre che ridicola è un’offesa ai residenti di montagna che, in tutti i campi di attività pubblica, attendono servizi di qualità e pari opportunità”. Scelgono una ironia tutta toscana i componenti del Comitato “Un altro Appennino è possibile” davanti a un particolare concetto riportato in documenti ufficiali sul nuovo impianto a fune che si vorrebbe costruire partendo dalla Doganaccia verso il Lago Scaffaiolo. “Declamare – scrive il Comitato citando un documento progettuale della funivia – che ‘per raggiungere Cutigliano da Bologna oggi occorrono circa 2,30 ore mentre con il nuovo collegamento i tempi di percorrenza si ridurrebbero del 50%’ è null’altro che una supercazzola”. Il Comitato anti funivia evidenzia inoltre che fra giugno e luglio scorsi la Provincia di Pistoia ha accelerato, con forte spesa di denaro pubblico, verso la realizzazione della “cosiddetta funivia Doganaccia/Corno alle Scale, che però non arriva nemmeno al Lago Scaffaiolo”. “Una vera girandola di decisioni nel giro di pochi giorni – denuncia il Comitato – che sfiorano i 265 mila euro con incarichi professionali di enorme complessità ma per i quali vengono dati, ai professionisti, solo pochi giorni di tempo a conferma di una fretta molto ma molto sospetta”.

Si tratta di 5 determine adottate in poche settimane da funzionari della Provincia di Pistoia. La prima (6.500 euro) per uno studio acustico con supporto giuridico. La seconda (71 mila euro) per uno studio ambientale. La terza (175 mila euro) per revisionare un precedente studio di fattibilità. La quarta per convocare, in pochissimi giorni, la conferenza dei servizi e la quinta (quasi 12 mila euro) per un incarico legale, di assistenza stragiudiziale, a supporto della procedura di approvazione del progetto e della gara.

“In soli due mesi –  commenta il Comitato – sono dunque state spese ulteriori risorse pubbliche per € 265 mila euro. E’ giusto, per elementare trasparenza, che i cittadini lo sappiano. Oltretutto è stata lanciata una procedura autorizzatoria che esautora completamente i consigli comunali, titolari dell’uso del territorio, e non è neppure completa di tutti gli elementi necessari per una sua piena valutazione”.

La “fretta sospetta”

“Gli atti frettolosamente prodotti – prosegue l’affondo – sono carenti in molti aspetti fondamentali, e non solo per nostro parere ma di quello di tanti soggetti tecnici coinvolti nella conferenza dei servizi. E’ purtroppo evidente che la Provincia di Pistoia, per compiacere su questo progetto il decisore regionale, è molto attiva. Purtroppo lo è assai meno su tanti altri aspetti che interessano assai più l’intero territorio della Montagna e la vita quotidiana dei suoi abitanti”.

Le opere pubbliche rimaste indietro

Il Comitato cita alcuni esempi. “I cinque anni di calvario per il ponte di Maresca; la chiusura al traffico – per motociclette, motocicli e biciclette – di tratti significativi di strade provinciali. Per non parlare della carenza di manutenzione ordinaria (le grandi buche su Mammianese e Lizzanese, sulla Casotti Cutigliano e la mancanza di sfalci su strade troppo spesso rese pericolose da piante e arbusti che le stanno invadendo) oltre alla pesante riduzione del servizio di trasporto pubblico locale che ha privato lavoratori, studenti e cittadini di servizi fondamentali per la loro vita. Possibile – conclude il Comitato – che tanti soldi si trovino per un’opera così discussa mentre manchino per opere e servizi ben più essenziali?”.


La Redazione

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