Il romanesco ? Si parla anche dalle nostre parti

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Tanti verbi e parole si sono diffusi grazie alla Tv e ai comici che usavano e usano abbondantemente il romanesco o il ciociaro. Gli esempi sono innumerevoli: fregnaccia, mignotta, abbiocco, pennichella, caciara, pomiciare, coatto, schiappa, sganassone, moccolo, becero, taroccare. E molti modi di dire come a' coso, mortacci tua, zitto e mosca fino al gergo giovanile con le espressioni fico (bello) scorfano e sfiga

Quando si raccontavano le “fole” intorno al foco

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Fin dai tempi antichi i montanini poetavano in ottava rima in teatri naturali come aie e metati. La fantasia si stimolava particolarmente intorno ad un fuoco grazie a veri maestri dell'inverosimile. Ne sanno qualcosa a Le Piastre dove questa tradizione è sfociata nella nascita del Campionato della bugia

E' davvero tutto un casino

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Venivano chiamati casini gli svaghi rustici dei nobili, in genere di pesca o di caccia. Poi il termine identificò luoghi per attività ricreative aristocratiche con balli, canti, rinfreschi e giochi. Infine divenne sinonimo di “bordello” e “casa di tolleranza”. In genere oggi si usa in riferimento alla confusione, al disordine. Anche con le sue derivazioni verbali

Dagli animali tanti nostri modi di dire

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Non si contano i proverbi, gli adagi, le metafore, le similitudini ispirati all'osservazione del comportamento animale. Ogni comunità di parlanti è stata influenzata dalla fauna propria del luogo. Una ricca serie di esempi ricavati dal Dizionario Universale della Lingua italiana di Policarpo Petrocchi